Nella
terza domenica di maggio si festeggia in Tuturano
la Madonna del Giardino, la cui immagine,
scoperta da un mandriano, s’inserì
nella chiesa omonima che si volle alternativa
a quelle di rito greco già attive nella
borgata e dedicate l’una ai Santi Cosma
e Damiano, l’altra a Sant’Eustachio.
Il titolo dell’immagine rimanda con evidenza
all’ambito agricolo e al progressivo incidere
dell’uomo sul territorio. Mons. Salvatore
Palmieri, arcivescovo di Brindisi dal 1893 al
1905, in un contesto che segnava una nuova fase
di ripresa dell’agricoltura, compose la
Preghiera a Maria Santissima sotto il titolo
della Madonna dei Fiori.
La chiesa della Madonna del
Giardino veniva così descritta, il
10 marzo 1752, dall’allora cappellano don
Pasquale Simone:
"La parrocchial chiesa
di Tuturano, sotto il titolo della Vergine del
Giardino, un tempo della Neve, come per (interpretazione)
fondata sulla lettura d'una iscrizione, presentemente
deguastata, trovasi siniata in un angolo del
Casale verso dell'Occidente, a modo di Croce
formata, parte di quella in Lamia, e parte in
tetto di canne colla sua sacrestia; la di cui
porta maggiore il nomato occidente la minore
il gerocco riguarda. Tiene cinque altari; il
primo e il maggiore in cui trovasi il SS. Sacramento
per comune venerazione de fedeli in un tabernacolo
di pietra leccese indorato, sotto il titolo
della Vergine, come sopra; nel lato destro due
altari, uno formale, e si è del glorioso
S. Frangesco Savero, e l'altro puramente materiale
sotto il titolo di Sant’Oronzo; nella
sinistra due altri altari tantum materiali,
sotto il titolo della Santissima Annunziata
l'uno, e l'altro dell'Immacolata Concezione.
Il suo battistero, confessionale, una campana
e due campanelli per le messe conserva. Circa
l'origine della predetta chiesa solamente ben
so essere stata edificata nell'anno 1598”.
Più opportunamente occorrerebbe
dire riedificata nel 1598 perché, come
nel pressoché coevo caso di Santa Maria
della Fontana in Brindisi, furono tuttavia
recuperate e riutilizzate nella nuova costruzione
preesistenze anche con particolare valore cultuale.
L'intrapresa edilizia si giustificava nel quadro
del più complesso impegno posto in essere
dagli arcivescovi di Brindisi posttridentini contro
ogni residua testimonianza di quel rito greco
che proprio in Tuturano aveva un consistente punto
di riferimento. Di fatto, già nel 1627,
seguita la morte di Orazio Spata, ultimo arciprete
greco, "omnes more latino vivere exceptis
duobus foeminis, quae de Ill. mi D. ni Lic.a adhuc
graeco more vivunt".
Il frammento d'affresco che
è nella chiesa, ritenuto protoduecentesco,
è evidente relitto della primitiva costruzione;
avuto riguardo alle descrizioni che pur si hanno
relative alla distribuzione degli altari fra XVII
e XVIII secolo, va sottolineata l'ostentata riproposizione,
su quello che era 1'altar maggiore, di questa
che è una rappresentazione mariana ascrivibile
al tipo iconografico della Vergine affettuosa,
in chiave devozionale.
Nel 1624 la chiesa ha unico altare
e fonte battesimale; nel 1663 ha fonte battesimale
e gli altari: Maggiore, Santissima
Annunziata, Sant’Oronzo, Santissimo
Rosario; nel 1709, oltre l'altar maggiore,
vi sono quelli sotto il titolo dell'Annunziata,
del Rosario, dei Santi Oronzo e Gaetano;
nel 1749 vi sono gli altari Maggiore,
di San Francesco Saverio, Sant’Oronzo,
Santissima Annunziata, Immacolata
Concezione.
La serie dei responsabili della
chiesa può così delinearsi:
1) MARIO LEONE di Guagnano (1624-27); 2) GIULIO
ANTONIO MEMBO (1663); 3) BARTOLOMEO ADORANTE (1691);
4) FRANCESCO GIORDANO (1714); 5) VITO SCURTI (1716);
6) GIOVANNI ANTONIO LEONE (1725-45); 7) PASCALE
SIMONE (1752).
Sul riutilizzo in un mutato
contesto ha inciso senza dubbio il valore evocativo
che l'immagine, già nel titolo rammemorante
l'incidere dell'uomo sul territorio strappato
alla macchia, aveva per la comunità, quasi
segno o simbolo dell'identità del casale.
Si comprende come ciò abbia prevalso anche
sulla considerazione della relazione che poteva
pur essere posta fra affresco e rito greco, considerando
che greci, comunemente, venivano qui comunque
intesi i relitti figurativi della medievale sensibilità
estetica. 1n realtà, pare molto poco probabile
che la Vergine di Tuturano possa definirsi nel
senso e nella direzione della cultura greca; posta
com'è in una chiesa latina, al centro di
un feudo che era delle Benedettine di Brindisi,
possono pur divenire proponibili ambiti diversi
di provenienza.
Nel
suo aspetto attuale il tempio, coperto da volte
a spigolo in muratura realizzate secondo la tradizione
costruttiva salentina del XVI – XVII secolo,
presenta l’accesso da via Madonna del
Giardino. Contro la precedente orientazione
est-ovest, l’attuale disposizione della
chiesa, lungo l’asse nord-sud, deriva da
profonde e incisive modifiche seriori rispetto
al parrocato del Simone. Il vecchio altar maggiore,
ridefinito nel 1734 così com’è
attestato da una memoria epigrafica in sito, è
ora sulla destra, in una rientranza relitto della
vecchia area presbiterale.
La facciata non ha alcun elemento
di coronamento; elegante ed equilibrato è
il disegno del portale, di gusto rinascimentale:
ha una luce rettangolare inquadrata da una cornice
continua, ornata da un doppio giro di fogliette.
L’articolazione del sistema di copertura
è tale da definire tre campate di cui quella
centrale è più alta delle altre.
In controfacciata è un’
acquasantiera lapidea, a muro, databile al tardo
‘500 o ai primi del ‘600, dalla vasca
circolare ornata da baccellature. Sullattuale
parete di fondo un altare in pietra sei
settecentesco, attuale altar maggiore, in un
ampia arcata ricavata nel muro, in cui pure sono
collocate le rappresentazioni scultoree di due
cherubini a figura intera, conserva una decorazione
pittorica più antica tardo cinquecentesca
o dei primi del seicento, raffigurante una Madonna
del Rosario. Tale rappresentazione, chiaro rimando
alla battaglia di Lepanto, interdetta alla vista
dagli interventi settecenteschi, è stata
recuperata nel 1982; così è descritta
da Marco Fina:
“Tornando agli affreschi
dell'altare maggiore, dobbiamo dire che non ci
è dato sapere se alcuni soldati di Tuturano
abbiano partecipato alla battaglia navale di Lepanto,
ma non si potrebbe escludere a priori una tale
ipotesi: la dovizia dei particolari pittorici
e soprattutto il richiamo alla battaglia di Lepanto
in una sperduta località della Puglia lascia
supporre una tale congettura. Come abbiamo detto,
Maria Santissima domina la scena mentre consegna
il rosario. Il papa vestito di bianco, col piviale
rosso e con la tiara in testa in preghiera è
san Pio V cui fu attribuito il merito della vittoria.
Fu lui che si appellò ai principi cristiani
convincendoli a formare una crociata per impedire
che i turchi conquistassero l'Europa. Fu lui che
galvanizzò il mondo cristiano ed impose
ai fedeli la recita del rosario a cui fece aggiungere
nelle litanie una particolare invocazione rivolta
a Maria Santissima: auxilium cristianorum,
aiuto dei cristiani. Alle spalle del papa si notano
due personaggi col diadema che adorna il capo
e sono da riconoscere don Giovanni d'Austria e
Marcantonio Colonna, rispettivamente comandante
e vice comandante della flotta cristiana nella
battaglia di Lepanto; alle spalle di santa Caterina
coperto dalla colonna dell'abside si nota un personaggio
turco col caratteristico copricapo bianco, volto
nero, a braccia conserte in atteggiamento di preghiera;
potrebbe raffigurare qualche prigioniero catturato
durante la battaglia navale che l'artista rappresenta
come convertito alla religione cristiana. Di fronte
al pontefice si notano due contadine dal volto
rubicondo, in ginocchio in una lunga veste che
sono senza dubbio le committenti di tutto l'affresco,
se non proprio le pie donne che con l'aiuto delle
offerte raccolte tra i fedeli costruirono o ricostruirono
la chiesa: stretta analogia con la, costruzione
della chiesa di Santa Maria delle Grazie di San
Donaci voluta dalla pia donna Mariuccia. Non manca
una nota caratteristica del paesaggio: l'artista
con un volo pindarico, da Lepanto sulla costa
meridionale della Grecia passa in Egitto e rappresenta
le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, con
le sponde del fiume Nilo sulle quali vegetano
le piante verdi di papiro, rappresentate come
agave. La parte centrale, ai piedi del trono di
Maria è occupata da un albero dal cui tronco
si dipartono tre rami fronzuti. Sul quarto ramo
reciso spicca l'immagine di una civetta dai caratteristici
occhi fosforescenti. La rappresentazione di questo
uccello notturno riveste un'importanza particolare
per la borgata greca di Tuturano. La civetta è
il simbolo dell'antica Atene e i greci amavano
rappresentarla anche nelle colonie[…] Tutto
l'affresco della chiesa di Tuturano è attorniato
da piccoli quadri affrescati che in ordinata sequenza
narrano la vita di Gesù Cristo: l'Annunciazione,
la Visita di santa Maria a santa Elisabetta,
la Nascita di Gesù nella capanna,
la Circoncisione, Gesù che
discute con i dottori nel tempio, il Giardino
degli ulivi con gli apostoli dormienti; la
Flagellazione alla colonna, molto simile
all'attuale colonna dell'Osanna di Tuturano, Gesù
con la clamide rossa (re da burla), l'Incoronazione
di spine, Verso il Calvario, l'Innalzamento
sulla Croce, Maria santissima nel cenacolo,
Ascensione e Assunzione.
L’altare posto sulla parete
destra, contenente l’antico affresco della
Vergine affettuosa, è più
sopraelevato degli altri e presenta una complessa
impaginazione architettonica. Ai lati, tra colonne
tortili e collocate entro nicchie, sono due piccole
sculture lapidee a tutto tondo riferentesi a San
Giuseppe col Bambino e San Giovanni Battista.
L’attuale sistemazione è databile,
come informa un’epigrafe in sito al 1734;
fu essa dovuta alla liberalità dell’allora
parroco Giovanni Leone.
Un notevole intervento di complessiva
ridefinizione della chiesa si ebbe nel 1896, a
seguito di crolli intervenuti in corrispondenza
della facciata di ponente, a iniziativa di Angelo
Invidia; fu allora che l’asse principale
della chiesa divenne quello nord-sud. Delle pitture
parietali che ornavano la chiesa sono relitto
due grandi figure intere, scoperte nel 1913, identificabili
con i Santi Pietro e Paolo.
Che
la chiesa avesse funzioni di sepoltura è
dato confermato dalla scoperta di un ossario ipogeo
di discrete dimensioni. Scrive Cosimo Mevoli:
Tuturano ebbe il suo cimitero solo nel 1880: il
progetto fu approvato nel 1876 e prevedeva la
costruzione di una cappella con dei locali contigui
ed un ossario. Preliminarmente venne approntata
la recinzione e la camera mortuaria. Per avere
un ossario Tuturano dovette attendere fino al
1896. Il problema del cimitero non era unicamente
un'esigenza di decoro pubblico e di rispetto per
i defunti. Per rendersene conto basta leggere
un tratto della relazione allegata al progetto
per la costruzione del cimitero di Tuturano: "...L'importanza
dell'opera è incontestabile, mentre Tuturano
non ha che poche tombe o sepolture praticamente
nella Cappella della Madonna del Giardino, le
quali riescono maggiormente insufficienti a causa
delle immediate e copiose sorgive che vi sono
a pochissima profondità dal piano di campagna,
per cui, come che per tal motivo si siano tenute
poco profonde, nondimeno, in tempo d'inverno,
piuttosto che tombe per cadaveri vasche di acqua
si possono dire. Intanto piene come sono di cadaveri
dette tombe, né potendosene praticare delle
altre senza andare incontro all'inconveniente
di sopra detto, e dovendo intanto dare sepoltura
ai cadaveri che giornalmente si verificano, si
è dovuto perciò ricorrere all'ossario
che trovasi contiguo a detta Cappella. Località
questa messa fuori terra, ond'esalano miasmi pestiferi
dalla putrefazione dei cadaveri che ivi si stanno
depositando...".` Queste erano le condizioni
per la sepoltura dei defunti in Tuturano fino
al 1880 ed è evidente come contribuissero
ad aggravare la già precaria situazione
sanitaria della borgata.
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Foto ed immagini (di Vincenzo
Sanapo):
nel testo dall'alto vesrso il basso: Esterno;
l'interno; il Portale
1: Altare della Madonna del Giardino
2: Interno. San Giovanni Battista
3: Interno. San Giuseppe
4: La Madonna del Rosario
5: San Pietro
6: Altare della Madonna del Rosario
7: Altare della Vergine affettuosa
8: Campanile
9: La Madonna del Rosario
10: La Vergine Affettuosa |
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Rilievi
della chiesa - elaborati dell'arch. Carlo
Sciarra
- Pianta
piano terra (pdf 1.5 Mbyte)
- Prospetto
su via Paticchi (pdf - 1.0 Mbyte)
- Prospetto
su via M. del Giardino (pdf -
1.6 Mbyte)
- Copertura
(pdf - 0.3 Mbyte)
- Sezione
A-A1 (pdf - 3.3 Mbyte)
- Sezione
B-B1 (pdf - 1.1 Mbyte)
- Sezione
C-C1 (pdf - 2.2 Mbyte)
- Sezione
D-D1 (pdf - 0.3 Mbyte) |
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