La
chiesa di Santa Maria del Monte, oggi
punto di riferimento per l’Apostolato
del Mare, si trova sulla destra, andando
verso il mare, dell’arteria principale della
città, corso Garibaldi, poco prima di arrivare
al porto interno, su una piccola altura che dal
sacro edificio prendeva nome. Difficile stabilire
l’anno della sua costruzione. Era certamente
già attiva, per quel che ne riferisce un
documento che è nel Codice Diplomatico
Brindisino, già nel 1224. In quell’anno,
come anche nel 1231, è riferimento ad abitazioni
“in vicinio Sancte Marie de Monte iuxta
mare”. Doveva essere, al dire del Moricino,
“magnifica”. Tuttavia, nel 1674, “per
le rovine non di meno patite nella Città
si è ridotta in picciola forma, commoda
però per celebrarsi il Santo sacrificio
della Messa, e posta detta chiesa quasi in un
promontorio del destro colle della città
sù ‘l mare all’incontro della
bocca delle due corna al levante”.
L’alfiere Giuseppe Rucco provvedè
al suo riattamento nel 1715. Sarebbe stato il
cognato, don Pietro Serio, a ingrandirla definendola
con tre altari e sacrestia nel 1720; nello stesso
anno Donata Blasi vi fondò un legato pio
laicale con obbligo di celebrazione settimanale
di tre messe.
Date queste precedenze, poté
essere eretta a parrocchia vicariale della Cattedrale
dall’arcivescovo Andrea Maddalena (1724-43)
il 12 maggio 1726, “con andare vestito pontificalmente
portando il Santissimo nella pisside, con tutto
il reverendissimo capitolo in processione, e il
procuratore generale portava la chiave della custodia,
quale la consegnò a d. Giuseppe Domenico
Serio parroco eletto dal capitolo e di monsignore
illustrissimo confirmato, e il detto parroco fece
la ricevuta a detto procuratore generale”.
Nel 1766 l’arcivescovo Giuseppe De Rossi
(1764-78) avrebbe trasferito tale funzione alla
chiesa della Santissima Annunziata; nel corso
della sua Santa Visita rileva che fu trasformata
“ in forma di crociera con tre altari e
sacrestia in maniera che presentemente si vede
a proprie spese del sig. Pietro Serio” “vedendosi
nelle due colonne dell’arco maggiore in
mezzo del quale è situato il capoaltare
le imprese della sua famiglia, tenendovi ancora
la sepoltura propria dentro la sacrestia”
“e dalle figlie del sig. Pietro Serio sempre,
fino oggi, si è mantenuto il pensiero del
governo della chiesa e con somma devozione si
provvede alli risarcimenti e bisogni della detta
chiesa e si solennizza la festa di Santa Maria
del Monte nella prima domenica di luglio”.
Per incrementare le scarse rendite
della parrocchia, il 1730 l’arcivescovo
Maddalena (1724-43) stabilì di metter “pena
di grana venti cinque a chi non interveniva alli
casi morali il sabato, e grana dodeci e mezzo
alli clerici di diciotto anni in sopra da applicarsi
detta pena ad uso pio della parrocchia della Vergine
del Monte”.
Nel XIX secolo, dopo un periodo
di abbandono, per la pietà dei fedeli,
e in particolare di Raffaele Rubini (1817-90),
fu del tutto restaurata; il 26 marzo 1879 il grande
matematico chiedeva, senza successo, all’arcivescovo
Luigi Maria Aguilar (1875 – 1892) che Santa
Maria del Monte fosse nuovamente sede parrocchiale:
“rimetta l’E. S. la Parrocchia nella
sua primitiva Chiesa, quella cioè della
Madonna del Monte, ove un tempo furono celebrate
le nozze de’ miei defunti genitori”.
“Aggiungo soltanto che la Chiesa del Monte,
già ridotta a deposito di legna per fuoco
e a paglia per le bestie, per la grazia di Dio,
e per intercessione della SS. Vergine, si trova
ora, per opera di taluni devoti in uno stato da
potervisi celebrare il S. Sacrificio della Messa,
e due anni fa tenne luogo di Parrocchia, quando
la Chiesa della SS. Annunziata si riattava”.
L’attenzione di Raffaele
Rubini e della sua famiglia verso la chiesa del
Monte trova espressione anche in un legato che
importava un’annua rendita di lire 485,00
per la quale dovevano annualmente celebrarsi ottanta
messe.
La struttura, nel corso dei secoli,
ha subito diverse ed importanti modifiche. Se
ne ha conferma dall’analisi di alcune planimetrie
del progetto di sistemazione del vico del Monte
nel 1907. La chiesa, in cui era il segno della
munificenza del fu Pietro Serio, vi appare “a
forma di crociera con tre altari e sacrestia”;
su due colonne si impostava “l’arco
maggiore in mezzo al quale è situato il
capo altare”. L’aspetto attuale della
chiesa è il risultato di diversi lavori
di restauro e/o di ricostruzione anche in epoche
non molto lontane; basti pensare ai terrapieni
d’epoca fascista e ai lavori di restauro
determinati dai danneggiamenti bellici dell’ultima
guerra mondiale.
Annota
don Giovanni Madaro, parroco della Santissima
Annunziata (1934-45), sotto la data del 15
agosto 1937:
“Quest’anno la festa dell’Assunta,
invece che nella chiesa di Santa Maria del
Monte come per tradizione, perché
demolita in parte per i lavori di sistemazione
del piano regolatore della città si celebra
nella chiesa parrocchiale. Un avviso sacro dice
al popolo tale solennità!”.
L’anno successivo i lavori erano ultimati
e il 21 novembre 1938 si poteva procedere all’inaugurazione
della chiesa del Monte. Annota ancora
don Giovanni Madaro: “Questa chiesa in buona
parte abbattuta per necessità del piano
regolatore della città, dallo stesso genio
civile è stata restaurata nella parte restata
riducendosi ad una piccola cappella. Monsignor
arcivescovo Valeri la benedice ed inaugura un
artistico bassorilievo in legno scolpito della
Madonna di Lourdes, dono della signora
Adele Limongelli. Vi celebra la Santa Messa e
tiene omelia. A sera per tre giorni si celebrano
solenni funzioni e si tiene predicazione sacra”.
La notte del 7 novembre 1941,
le bombe, sganciate da aerei alleati, colpirono
la vicina chiesa della Santissima Annunziata
conseguentemente demolita. Santa Maria del
Monte, pur danneggiata, tornò ad assolvere
le funzioni di parrocchia per ben sei anni, tanti
quanti ne occorsero per la ricostruzione della
Santissima Annunziata completata il 1947.
Tuttavia essendo stata essa stessa danneggiata,
nel 1943 “con la festa dell’Epifania
si riceve l’ordine dal Regio Genio Civile
di sgombrare la chiesa del Monte, perché
minaccia rovina nell’angolo del prospetto
a causa di gravissime lesioni causate dalle incursioni
nemiche. Si restaura a cura dello stesso Genio
abbastanza decorosamente”. Il 18 marzo la
chiesa poté essere riaperta al culto: “Il
delegato arcivescovile don Francesco canonico
Caiulo parroco di Sant’Anna con
la solennità del rito la benedice: inaugura
anche la nuova effigie della Santissima Annunziata.
Si canta la messa solenne e la sera si dà
principio al solenne settenario in preparazione
alla festa del 25 marzo”.
Degli interventi post bellici
è memoria in documenti quali il computo
metrico estimativo del 1957, nel quale si parla
espressamente di smontaggio di tegole, tetti,
murature, volte e volticelle e relativi rinfianchi,
descrivendo, quindi, una struttura completamente
differente dall’attuale. I lavori che potremmo
definire di costruzione dell’attuale struttura
sono da fissare certamente a date successive al
1957.
Testo di Fabio
Intiglietta
Relazione
descrittiva sullo stato conservativo della chiesa
di Santa Maria del Monte
(Ing. Fabio Intiglietta
- .pdf 1,4 Mb)
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