In
via Accademia Affumicati, angolo via Epifanio
Ferdinando, sorge la chiesetta, o meglio pubblico
oratorio aggregato alla parrocchia Santissima
Annunziata, intitolata alla Madonna d'Andria.
Per quel che ne riferisce il Profilo la sua fondazione
si legherebbe a Luca Antonio Resta, mesagnese,
vescovo di Andria (1582-97).
"Sorpreso nel 1592 da grave infermità,
per la quale era stato in pericolo di vita, aveva
attribuito la sua guarigione all'effigie di Santa
Maria dei Miracoli di Andria, a cui onore aveva
ordinato pubblici ringraziamenti con processioni
ed altri riti religiosi. Rimasto grato e devotissimo
a quella effigie, ne promosse il culto anche in
Mesagne, ove fu poco dopo edificata la chiesetta
intitolata tuttodì alla Madonna d'Andria".
La notizia non ha riscontro documentario; sia
i documenti conservati nell'archivio della Collegiata
di Mesagne che gli altri che sono nell'archivio
storico diocesano di Brindisi informano che fu
eretta nel 1657; nel 1660 risultava "noviter
constructa per Ignatum de Luca" ossia a spese
di Ignazio de Luca in concorso con don Francesco
Marseglia. Risultava allora con un solo altare
e dotata di un beneficio fondato da Pietro de
Luca ma nella disponibilità della famiglia
Marseglia cui era ascrivibile il beneficiario
Giuseppe Marseglia. Non è notizia alcuna
della chiesa negli anteriori atti di santa visita.
Il fatto che sia stata orientata con ingresso
a mezzogiorno fa pensare, più che a una
nuova edificazione, alla possibilità che
sia stata ampliata una più piccola precedente
cappella della quale una parte dell'area, attualmente
coperta, sia stata quella cinquecentesca con orientazione
levante-ponente, e l'ingresso, giusto l'uso ecclesiale,
a ponente.
Dal 1725, allorché ne è cappellano
Domenico Marseglia, per volere dell'arcivescovo
Andrea Maddalena, diviene sede confessionale poi
sospesa nel 1746. Nel 1761 è annoverata
fra le chiese minori exta moenia o in suburbio
e descritta in buono stato; vi è onere
di messe con riferimento al legato Marseglia.
Nel 1851 ha al suo interno:
"un solo altare con un quadro della Titolare
e dieci candelieri grandi e due piccoli, sei ostensori,
un crocifisso, carte glorie, un lettorino, tovaglie
di lino decenti per l'altare, un messale, un calice
con coppa e patena di argento e piede di rame
dorato tutto, due pianete, l'una bianca, rossa
e verde, l'altra violacea complete, un camice
con amitto di lino, un confessionale, due porte
che menano in una strada pubblica".
La cappella aveva necessità di manutenzione
e venivano sollecitati interventi che vennero
portati a termine poiché nel 1894 la chiesetta
era provveduta di arredi sacri. Sembra tuttavia
non vi si celebrasse che di rado tanto che "rarissime
fiate si amministra ivi il Sacramento".
L'edificio, di modestissime dimensioni, presenta
un semplice portale a piccola luce del tipo architravato,
con porta d'accesso elevata su un basso gradino
di pietra, smussato agli angoli. Sull'architrave
è un fregio a listelli, dentelli e scanalature
sul bordo inferiore, a dentelli curvi in quello
superiore.
All'interno
si conserva una grande tela, opera di autore ignoto
tardocinquecentesca, raffigurante la Vergine dei
Miracoli di Andria tra sant'Ignazio di Loyola
e san Nicola da Tolentino. Fu essa voluta da Lucantonio
Resta e trovò almeno dal 1657 collocazione
nella chiesetta.
Nell'ultimo giorno di agosto, si celebra la festa
in onore della Madonna d'Andria con presenza di
prodotti tipici della cucina locale; per quel
che ne riferisce il Profilo, sino ai primi del
XIX secolo, "nell'ultima domenica d'agosto
si celebrò la festività della Madonna
d'Andria, la quale si distinse per la cavalcata
dei migliori cavallerizzi mesagnesi".
Testo
di Elisa Romano
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