La
chiesa della Madonna di Loreto fu edificata nel
1615 sul sito di una precedente e più antica
cappella, con lo stesso titolo, di cui fu recuperata
e riutilizzata l'immagine della Vergine Lauretana.
Il convento attiguo fu proprio di una comunità
francescana fino alla soppressione del 1809, nuovamente
dal 1822 sino al 1866 anno della definita chiusura
per effetto del decreto luogotenenziale del 17
febbraio 1861.
Nel 1868 il convento, in cui avrebbe trovato sede
l'ospedale, fu ceduto alla civica amministrazione;
il culto della chiesa sarebbe stato affidato nel
1883 alle cure della confraternita di Maria Santissima
della Croce fondata dal maestro falegname Giovanni
Epicoco.
La
storia della chiesa della Madonna di Loreto è
strettamente collegata agli avvenimenti che coinvolsero
Giovanni Antonio II Albricci, signore di Mesagne,
marchese di Salice Salentino e principe di Avetrana,
allorché trovandosi a Napoli per una delle
tante liti con l'Università, vi fu trattenuto
dal vicerè, Pietro Fernandez Di Castro
(1576-1622), per quel che riferisce Serafino Profilo,
"non per motivi spettanti alla corona, ma
per interessi particolari".
La moglie, Giulia Farnese, fece voto alla Madonna
di Loreto, venerata in una cappella nelle vicinanze
di Mesagne, per ottenere la liberazione del marito.
Ottenuto quanto da lei desiderato, Giulia Farnese
adempì il voto o ampliando la precedente
cappella o demolendola e costruendo una nuova
chiesa. Qui, volle pure fosse un convento destinato
nel 1615 ai Francescani della Regolare Osservanza
cui nel 1627, per volontà della stessa
Farnese, sarebbero subentrati i Riformati.
La chiesa, nel 1727, si arricchì di un'altra
navata ad oriente che nel 1790 fu murata lasciando
aperta solo la cappella dedicata al Santissimo
Crocifisso, dove è il Calvario Ligneo,
opera di padre Angelo da Pietrafitta.
Nel 1852, a spese del mesagnese Antonio Mauro,
la chiesa fu coperta di volta. L'intrapresa, come
si legge sull'arco di volta del presbiterio, si
dové alla munificenza di Antonio Mauro:
"ANTONIO MAURO DI MESAGNE / BENEFICO E PIO
/NEL 1859/ QUESTA VOLTA ERGER FACEVA / E DI STUCCO
L'ADORNAVA".
Il
4 febbraio 1868 il convento fu ceduto al Comune
perché lo si destinasse ad ospedale. Il
complesso subì, di conseguenza, notevoli
trasformazioni; oggi, comunque, si può
ancora ammirare dall'interno della struttura l'antico
chiostro.
All'interno, oltre al Calvario Ligneo, si conservano
numerosi dipinti secenteschi e settecenteschi:
il Sant'Antonio da Padova, l'Immacolata, il San
Pasquale Baylon e il S. Gaetano da Thiene di fra'
Giacomo di San Vito dei Normanni, il San Sebastiano
e la Madonna del Carmine attribuibili fra' Francesco
da Martina, la Madonna della Croce, il San Francesco
Agonizzante, il San Giuseppe morente di botteghe
locali, il San Rocco qui traslato dalla chiesa,
non più esistente, sotto lo stesso titolo.
Notevole la Croce Processionale con madreperle
incastonate e raffigurazione dei santi evangelisti,
dell'Addolorata, del Salvatore e delle stazioni
della Via Crucis. Sull'altare maggiore, in alto,
è la rappresentazione della Madonna di
Loreto.
Testo
di Elisa Romano
foto:
sopra a sinistra: San
Francesco d'Assisi
a destra: Madonna di
Loreto (olio su tela - altar maggiore)
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