La
chiesa di Sant'Antonio da Padova ebbe funzione
di parrocchiale con la denominazione di San Pancrazio
Martire, titolo trasferito nel 1872 al neo costruito
tempio assieme alle funzioni e agli arredi religiosi.
L'attuale struttura è probabile che sia
stata realizzata intorno a quella "venerabilem
ecclesiam S. Pancratii" di cui si fa menzione,
in uno con altre terre, in un atto di donazione
del 1063 alla chiesa di Brindisi; ampliamenti
e rifacimenti nel corso dei secoli hanno modificato
il suo aspetto e all' interno sono ben visibili
i segni del suo passato, quali contrafforti, pilastri
e tiranti per impedirne il crollo. Testimonianza
della deportazione degli abitanti, delle incursioni
e del saccheggio sono le pitture che sulle pareti
della chiesetta descrivono l'episodio avvenuto
il I gennaio 1547 allorché i turchi assalirono
la cittadina.
I
restauri eseguiti ultimamente hanno messo in evidenza
sia nuove pitture murali, fra cui un'Assunzione
della Vergine, della cui esistenza si fa cenno
già nella visita pastorale del 1565 dell'arcivescovo
Giovanni Bovio, sia le antiche sepolture sotto
il pavimento della chiesa.
La struttura una volta era collegata al vicino
ed imponente palazzo arcivescovile, nel quale
i prelati brindisini preferivano sostare sia durante
le sante visite pastorali che nei mesi estivi
per la buona aria e per i rigogliosi giardini
che circondavano entrambe le costruzioni.
La chiesa all'esterno presenta
una architettura tardo romanico-angioina, con
inserimenti di elementi di fattura rinascimentale
quali le colonne ottagonali del portale principale
e gli archetti soprastanti le monofore poste alternativamente
nei riquadri della parete sinistra. La facciata,
in origine a capanna, oggi quadrangolare, si mostra
con un elegante portale d'ingresso, di stile cinquecentesco,
fuori asse, su cui è ricavata una nicchia
ad arco a tutto sesto.
All'interno pregevoli le due acquasantiere: una
sorretta da una mano, l'altra chiusa da foglie
di acanto e il fonte battesimale dalla forma ottagonale
arricchito con motivi decorativi a palmette e
piccole teste alate; ha una sola navata con archi
perimetrali, alcuni ornati da altari a muro.
È probabile che i magnifici Angeli che
decorano la parete dell'altare maggiore siano
opera di Salvatore Murra.
Dal 1876 è sede della
confraternita di Sant'Antonio da Padova.
Valorizzano la chiesetta le antiche statue in
cartapesta dell'Addolorata, Sant'Antonio da Padova
e Sant'Antonio Abate.
Testo di Pancrazio Stridi
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