Ai primi
del 1600, in una contrada denominata Badia
Baldassarre, in territorio di Guagnano, all’interno
della foresta di Oria: “restano
inclusi in detta foresta il territorio di Celino,
quello di San Donato, e parte di quello di San
Gioanne di Marcantonio, oggi detto di Malcantone”,
fu costruita una cappella intitolata a Santa
Maria del Monte Carmelo. Le origini di Villa
Baldassarri sono legate all'antica grancia basiliana
di San Giovanni Monicantonio, in cui
era il casale di San Giovanni nell’area
che sarebbe stata di pertinenza delle masserie
Antoglietta e Carritelli. La
chiesa medievale era ancora attiva il 1627; aveva
essa l’altare “con la figura di san
Giovanni con la sua campanella, dove si celebrano
le messe …tiene la sua nave di mezzo con
le due altre da una parte e l’altra con
li archi di fabrica coverta di legname et imbrice
col suo cimiterio avante”.
Sull’area
si segnalano, almeno per il 1301, diritti e pertinenze
a vantaggio del monastero dell'isola di San Pietro
in Taranto; successivamente il feudo è
compreso fra i beni dell'abbazia concistoriale
di Sant’Andrea dell'Isola in Brindisi.
Domenico Bacci, segretario dell'arcivescovo Tommaso
Valeri (1910-42), scrive: “L'attribuzione
di questa terra al monastero di San Pietro in
Taranto, deve essere nata per indicare che i basiliani
erano in certo qual modo dipendenti da quell'illustre
e protomonastero insignito per la sua supremazia
del titolo di Imperiale dagli imperatori di Costantinopoli
e i beni ad esso pertinenti erano terrae imperiales
sebbene la sua dipendenza diretta ed immediata
fosse dall'abbazia di Sant’ Andrea dell'Isola
in Brindisi”. Certamente nel 1627 incontrastata
appare la giurisdizione dell’abbazia brindisina;
nella platea redatta quell’anno si precisa:
“Il feudo di San Giovanni Monac’Antonio
per essere feudo nobile che paga l’adoha
alla regia corte tiene le sue giurisdittioni per
diversi capi…e sito e posto in questa provincia
di Terra d’Otranto con feudo di Vagnara
e di Campie Salentina da levante, di Guagnano
e Campie da girocco, di Santo Donaci e Guagnano
da ponente, e da Cellino da borea, dentro il quale
feudo parte possiede come sua proprietà
essa abbadia de Santo Andrea dell’Isola
e parte diversi particolari in massarie di territorij
e vigne et animali che tutti rendeno la decima
de frutti nascenti a detta Abbadia e la decima
pretij ogni volta si vendeno”
Agli inizi del 1600 parte dei terreni di San Giovanni
erano divenuti proprietà della nobile famiglia
leccese dei Baldassarre che, con la costruzione
di casali e masserie, determinò il confluire
di coloni e contadini. Uno dei primi documenti
riguarda proprio la cappella intitolata a Santa
Maria del Carmelo fondata in quel secolo nella
masseria Baldassarri; era di certo già
attiva nel 1612 allorché Lucrezio Baldassarre
stabilendo un censo sopra la sua proprietà
vi fa esplicito riferimento. In un altro atto
del 1637, concernente una donazione che suor Eugenia
Braccio faceva a Bernardino Simone e a Giampietro
Braccio di una masseria denominata “li Baldassarri”,
si specifica che la chiesetta è “cum
immagine Sanctae Mariae Montis Carmeli”.
È nei catasti onciari, redatti per ordine
di Carlo III a metà del sec. XVIII, che
si hanno notizie documentate sull’insediamento.
Nella statistica del Regno di Napoli del 1795
si riconosce l'esistenza di questo nuovo centro
abitato, feudo di Sant’Andrea dell'Isola
in Brindisi, precisando che “fa di popolazione
250” unità. Successivamente, per
le difficili condizioni ambientali, il piccolo
centro venne quasi completamente abbandonato,
per poi ripopolarsi ai primi del XX secolo grazie
a progressive opere di bonifica. Frazione di Guagnano
dal 1811, conta poco più di mille abitanti.
Santa Maria del Carmelo fu, dall'arcivescovo di
Brindisi Giuseppe de Rossi (1764-78), nell’occasione
della santa visita, con decreto del 12 giugno
1767, elevata a chiesa parrocchiale vicariale,
con il consenso del capitolo e dell'arciprete
di Guagnano. La chiesa in origine aveva tre altari:
quello maggiore su cui era l'immagine, un olio
su tela, della Madonna del Carmelo; un
secondo intitolato a Sant’Andrea Apostolo
e un terzo al Santissimo Crocifisso.
Punto di aggregazione e fulcro di vita religiosa
per la popolazione di coloni e contadini del feudo
dei Baldassarri, fu benedetta nel 1801, al termine
di importanti lavori di restauro e ridefinizione
del complesso, sostenuti sul piano economico dall'arcivescovo
Annibale de Leo (1797-1814), dall'economo curato
don Patrizio Tarentini di Guagnano. Nell'inventario
del 1847, voluto dall’arcivescovo Giuseppe
Rotondo (1850-55), si legge che la chiesa “possiede
un corredo abbondante e decoroso ma che la situazione
dell'apparato murario è pietosa”.
In quell'anno erano gli altari: maggiore, intitolato
alla Madonna del Carmelo con ancora il
dipinto su tela; dell'Immacolata Concezione,
con dipinto ad olio su tela; della Purificazione;
di San Giuseppe con olio su tela rappresentante
la morte del santo; di Sant’Antonio
Abate con statua in pietra leccese del santo.
Oggi la chiesa della Madonna del Carmelo
di Villa Baldassarri, a unica navata, coniuga
memoria storica e innovazione, pristine forme
esteriori e un nuovo apparato decorativo ed iconografico.
Il suo aspetto attuale si deve, nell’essenziale,
agli interventi completati il 1957 e agli altri
che, eseguiti dopo il sopralluogo compiuto nel
gennaio del 1987 da Ave Cerquetti e una sua assistente
del Centro AVE di Loppiano (FI) costituito da
Chiara Lubich nel 1961 come prima espressione
artistica in équipe del movimento dei Focolari,
ebbero l’intento di restituire all'edificio
la sua dizione originaria eliminando ogni superfetazione.
Entrando dal portale maggiore si è nell'aula
ad unica navata con tre cappelle da una parte
e quattro dall'altra. Iniziando la visita da sinistra
possono osservarsi la statua in cartapesta leccese
di Santa Rita sulla controfacciata e,
in successione, le altre, sempre in cartapesta,
con rappresentazione di Sant’Antonio
da Padova e Sant’Antonio abate;
sulla porta d'ingresso laterale è l’organo.
Sempre sulla sinistra sono il simulacro del Gesù
Bambino di Praga e il mosaico parietale rappresentante
la Madonna con uno scorcio di Villa Baldassarri
realizzato il 1987 dall'equipe Amosaico di Ravenna.
Sull'altare maggiore, in nicchia, è la
statua processionale della Madonna del Carmelo;
al di sopra, nel semi catino dell'abside, è
l' Ultima Cena dipinta il 1956 da Salvatore
Murra, originario di Gallipoli e vissuto a Latiano
(+1972). A destra del presbiterio è posto
il Fonte Battesimale.
Proseguendo è il gruppo statuario in cartapesta
leccese costituito dalla Madonna Addolorata,
posta in una nicchia, ai cui piedi, su una mensola
è posto un Gesù Morto;
il Cuore di Gesù; il bassorilievo
in vetroresina eseguito nel 1987 dal prof. Giuseppe
Rosato di Guagnano con rappresentazione del Popolo
di Israele che attraversa il Mar Rosso; una
Madonna di Fatima; un Sant'Antonio
Abate, statua di 90 cm. in pietra leccese
del XVIII secolo; il San Giuseppe con Bambino
in cartapesta leccese; una Immacolata Concezione,
ancora in cartapesta, sulla controfacciata. L'apparato
figurativo in cartapesta è databile al
XX secolo. Sulla volta sono due dipinti di Salvatore
Murra: la Vergine del Carmelo che dona lo
scapolare a San Simone Stock e Sant’Antonio
abate.
Suggestivo è un ossario, luogo di pietà
cristiana, ben visibile da una grata posta nella
parte destra della chiesa.
La facciata in forma cuspidata è divisa
in due ordini separati da una cornice marcapiano
con paraste angolari. Sul portale è posto
uno stemma ducale che riporta la data del 1791.
Sull'ordine superiore è una finestra ad
arco la cui vetrata propone l’immagine della
Madonna in cammino. La cuspide, contornata
da cornice, porta sulla sommità una bella
croce in ferro battuto opera di un artigiano locale.
Il settecentesco Sant’Antonio Abate è
l’unica persistenza dell’antico.
I fedeli di Villa Baldassarri ancora oggi festeggiano
il loro patrono Sant’Antonio Abate
e per ben due volte ripetono il loro atto di fede
e manifestano la loro devozione nei confronti
della Madonna del Carmelo: il 16 di luglio e nella
prima settimana di settembre, mantenendo viva
un'antica e secolare tradizione.
Testo di Carmela
Gentile
Bibliografia
essenziale:
D. BACCI, Guagnano Salentino. Storia religione
leggenda, Lecce: Premiata Tip. Gius. Guido,
1924.
G. F. TANZI, Il feudo di San Giovanni di Monicantonio
e Villa Baldassarri [Controbuto alla storia
dei basiliani in Terra d’Otranto], in "Rivista
Storica Salentina", a. IX, Lecce 1914, pp.
91-130.
E. TRAVAGLINI, I limiti della foresta oritana
in documenti e carte dal 1432 al 1809, Oria:
Società di Storia Patria per la Puglia.
Sezione di Oria, 1977.
C. GUARINI, Villa Baldassarri e la chiesa,
Galatina: Editrice Salentina, s.d.i.
G. ARDITI, La corografia fisica e storica
della provincia di Terra d'Otranto, Lecce:
Stab. Tip. Scipione Ammirato, 1879-1885.
Un ringraziamento
particolare va al parroco della chiesa della Madonna
del Carmelo di Villa Baldassarri, don Nino de
Carlo, per la cortese collaborazione concessa.
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