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DOCUMENTI
I CORONEI E LA FIGURA DI ANDREA
CUNAVI
A MESAGNE UN ANTICO ESEMPIO DI SOCIETÀ MULTICULTURALE
CARMELA GENTILE
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C’è un filo rosso a unire quasi
le odierne notizie di cronaca riguardanti le immigrazioni verso
l’Italia di cittadini di regioni che si affacciano sul mediterraneo, a
piazzetta dei Coronei, nel cuore del centro storico di Mesagne e alla
figura di Andrea Cunavi.
A Mesagne, intorno al 1533-34, arrivarono molte famiglie, notevoli per
censo e titoli, da Corone (),
antica cittadina posta nella Morea, odierno Peloponneso, in Grecia. I
Coronei, di rito greco-ortodosso, erano cittadini greci di discendenza
albanese; la città di Corone fu sotto il dominio di Venezia già dal
1204, godendo appieno di questa posizione sia dal punto di vista
sociale che culturale.
Nel XVI secolo, assediati dagli Ottomani, i Coronei chiesero aiuto
all’imperatore Carlo V che intervenne, portandoli in salvo, con una
flotta capitanata dall’ammiraglio Andrea Doria, in Italia meridionale
dove da tempo vivevano greci e albanesi sfuggiti alle scorrerie turche.
Qui i Coronei trovarono in genere accoglienza positiva e riuscirono a
integrarsi con le popolazioni locali anche apportando ricchezza e
benessere. Furono aiutati dall’imperatore, con assegnazione di somme di
denaro per 5000 ducati, esenzioni e privilegi, sanciti con diploma
imperiale del 18 luglio 1534.
I Coronei stanziati a Mesagne ben s’integrarono anche attraverso
un’accorta politica matrimoniale. Tra le famiglie coronee quella con il
cognome Cunavi era tra le più importanti. Dal matrimonio di Angelo
Cunavi e Dianòra Tabetta nacque nel 1586 a Mesagne Andrea che, grazie
anche all’aiuto del celebre zio, per parte di madre, Gian Pietro Zullo,
si dedicherà alla pittura, nell’ambito della scuola di Jacopo Palma il
Giovane.
Sposò nel 1613 Lucrezia Brandi a Ostuni; in quegli anni Jacopo Palma
dipingeva per la Cattedrale una tela dedicata alla Madonna
con Bambino tra Santi; Paolo Caliari detto il Veronese,
aveva dipinto il Compianto del Cristo Morto per
la chiesa ostunese della Santissima Annunziata a conferma che all’epoca
i rapporti artistici tra Venezia e la Puglia erano intensi. Anche
Monopoli vide in quegli anni la presenza di Palma il Giovane; qui il
suo allievo Cunavi, vi lasciò un San Carlo Borromeo
il 1626.
A Mesagne Andrea Cunavi completò la tela avente a soggetto l’Adorazione
dei Pastori, tuttora nella Matrice, iniziata da Giampietro
Zullo il 1619 e ampliata da Domenico Pinca il 1782. Andrea Cunavi, per
quel che ne riferisce Epifanio Ferdinando il Giovane, completò l’opera
aggiungendo i pastori e i contorni del presepe forse avvalendosi della
collaborazione del giovane figlio di Giampietro, Geronimo. In Sant’Anna
è una sua copia del Cristo deposto dalla croce
del Veronese. A Grottaglie dipinse La pietà ai piedi della
Croce; a Santa Maria di Leuca la tela dedicata a Santa
Maria de Finibus Terrae in sostituzione di quella, d’analogo
soggetto del Palma, distrutta il 1625 nel corso di una scorreria turca.
In Ostuni è il suo San Francesco tra i santi Eligio e Agostino
nel transetto sinistro della chiesa di San Francesco.
La produzione del Cunavi, pur avendo ascendenze venete, si mosse
soprattutto sulla scia della tradizione tardo manierista napoletana. Il
pittore si orientò verso la realizzazione formale delle norme
tridentine, rendendone più accessibile il messaggio e avvicinandolo
alle richieste della committenza e dei fedeli.
Non conosciamo la sua data di morte, sicuramente seriore al 1626.
L’attiva presenza di questo piccolo gruppo di greci nella cittadina di
Mesagne, di cinque secoli fa, ha contribuito alla sua identità storica
e al suo patrimonio ideale. Gli immigrati, piazzetta dei Coronei e
Andrea Cunavi sono uniti dal filo rosso dell’accoglienza, del rispetto
e dell’integrazione di civiltà e culture diverse.
Santa
Maria di Leuca. Basilica santuario di Santa Maria de finibus
terrae.
A. CUNAVI, Santa Maria de finibus terrae.
Mesagne.
Parrocchiale di Tutti i Santi.
G. P. ZULLO, A. CUNAVI e aiuti, Adorazione dei pastori
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BIBLIOGRAFIA
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- P.
LISIMBERTI, A. TODISCO, Il Bel San Francesco e
l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione di Ostuni,
Fasano:
Schena Editore, 2000
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Studio
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