LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
I BOMBARDAMENTI
DEL NOVEMBRE 1941
Era l'anno 1940 quando l'Italia entrò
in guerra al fianco dei tedeschi.
Brindisi, che allora contava su circa 42mila abitanti,
venne subito individuata come uno dei principali obiettivi
militari per le incursioni aeree della Royal Air Force,
che condussero sul capoluogo ben 21 attacchi tra il
30 ottobre e la fine dell'anno.
Il '41 non si aprì nel migliore dei modi, durante
il corso dell'anno la città subì tremendi
bombardamenti, in particolare nel mese di novembre,
quando dal 7 al 21 le incursioni furono praticamente
continue.
Le abitazioni della zona di via
Cittadella colpite dai bombardamenti
Vasti i danni agli edifici civili ed
ai luoghi di culto, ma quello che rimane ancora impresso
nella memoria degli ultimi testimoni, è il più
potente e distruttivo degli attacchi subiti, quello
della notte tra il 7 e l'8 novembre. L'incursione iniziò
a mezzanotte circa e durò poco più di
5 ore, un attacco condotto da una formazione di bimotori
inglesi provenienti da Malta con l'obiettivo di smantellare
le fortificazioni del porto e la base navale del castello
svevo. In realtà furono colpiti e distrutte solo
le abitazioni civili e le chiese, edifici simbolo prescelti
proprio per fiaccare il morale della popolazione; al
contrario furono stranamente risparmiati i tanti obiettivi
militari presenti in zona, come i due castelli e le
tante batterie militari presenti lungo la costa.
La zona di via Cittadella quasi
interamente rasa al suolo
Tutta l'area di via Cittadella (nel
centro storico della città, poco distante dal
Castello Svevo- foto sopra)
fu rasa al suolo, diverse decine le vittime e centinaia
i feriti. Sul rapporto stilato dai Vigili del Fuoco
si legge che furono ben 11 i fabbricati interamente
crollati sulla sola via Cittadella, oltre a tanti altri
seriamente danneggiati, così come le abitazioni
di via Castello risultate tutte lesionate. Sempre nelle
vicinanze si segnalarono altri danni nella zona di via
S.Aloy.
In quella triste notte fu colpito il
palazzo della Gioventù del Littorio, sull'attuale
area dell'hotel Palazzo Virgilio (già hotel Jolly
e poi Majestic), l’intero piano superiore crollò
e altri fabbricati vicini rimasero lesionati.
Il Palazzo della GIL (Gioventù
del Littorio) distrutto dal bombardamento
Destò
forti emozioni lo sterminio della famiglia Martinelli,
sette persone rimaste sotto le macerie della propria
abitazione di via porta Lecce (foto
a lato).
Sulla vicina via Bari crollò l’intera isola
composta da quattro abitazioni ed un garage.
Nella zona si segnalarono crolli di abitazioni su via
Trieste e via Monte Cristo.
Le bombe caddero anche nei pressi della chiesa dell'Annunziata,
in via Santabarbara, via Lauro, in via de Carpentieri
dove si incendiarono il garage della Fiat, il magazzino
della Società Elettrica e un deposito di legnami,
inoltre vi fu il crollo di un fabbricato; altri crolli
vi furono in via Martinez, via Cavour, via Cristoforo
Colombo, via Tor Pisani e via Dittatore Silla. In via
Pigonati i vigili del fuoco lavorarono sino alle 11
del mattino per estrarre il corpo di una vecchietta
sepolta sotto le macerie della propria abitazione.
Un altro incendio, domato dopo un lungo e faticoso intervento
dei vigili del fuoco, avvenne al grande deposito di
fieno allo scalo di S.Apollinare.
Furono colpiti e crollarono anche ben
cinque stabilimenti vinicoli di via Osanna, tre su via
Cappuccini, chi ha vissuto quei momenti racconta del
fiume di vino che scorreva per le strade sino a Porta
Mesagne.
La contraerea militare riuscì comunque ad abbattere
almeno un paio di velivoli nemici.
Dopo quella terribile notte circa l'80%
della popolazione si trasferì per paura nei più
tranquilli paesi della provincia o nella campagne circostanti.
Ma le incursioni aeree nemiche non
finirono. Dalle ore 21 del 19 novembre alle 5 del mattino
del 20 novembre varie ondate di incursioni aerei colpirono
alcune zone della città, in particolare il grande
deposito militare di foraggio in balle pressate nella
zona Commenda, all’epoca vigneto e oliveto, causando
un vasto incendio che illuminò a giorno l’intera
città. L’episodio è ricordato con
particolare emozione dagli ultimi testimoni di quella
terribile notte. Altre bombe caddero nei pressi dei
binari della vicina stazione ferroviaria e su un deposito
di munizioni parzialmente saltato in aria. Un altro
incendio fu segnalato su Corso Umberto nei pressi del
noto Caffè Torino.
Ventiquattrore dopo, la notte tra il
20 ed il 21 novembre 1941, altre incursioni aeree causarono
la morte di quattro vigili del fuoco e altrettanti marinai.
Il bombardamento avvenne nella zona Nafta, nei pressi
di Porta Lecce, dove si era sviluppato un incendio segnalato
verso la mezzanotte dal Comando della Base Marittima
al vicino distaccamento dei Vigili del Fuoco, non lontano
dalla Dogana. Le fiamme oltre ad illuminare una zona
del porto importante come obiettivo dei raid aerei nemici,
minacciavano il vasto deposito carburanti presente nella
zona. Le operazioni di spegnimento furono svolte dai
pompieri della Marina e da una squadra dei vigili del
fuoco. Una successiva ondata di aerei nemici provocò
la reazione della contraerei, le due squadre di intervento
si rifugiarono nella casermetta del corpo di guardia
del deposito che venne colpita da una bomba e crollò.
Sotto le macerie furono trovati i cadaveri di otto persone,
quattro marinai e quattro vigili del fuoco, e furono
estratti cinque persone ferite gravemente, quattro pompieri
ed un marinaio (scheda).
Il 16 dicembre alle ore 20.15 le sirene
davano l’allarme di un ennesima incursione aerea.
Alcune bombe caddero in piazza Duomo colpendo il campanile
della chiesa, l’Ospedale Civile (ora sede del
Museo Prov.le) ed una abitazione vicina. Una bomba era
scoppiata al centro della piazza. Fortunatamente non
vi furono vittime in quanto i fabbricati erano stati
abbandonati per tempo.
Fotogallery |
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1 - Il campanile del Duomo parzialmente
demolito
2, 3, 4 e 5 - Abitazioni civili colpite dai bombardamenti
(immagini pubblicate sul gruppo Facebook "Brindisini
la mia gente"
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Archivio fotografico di Laurent Nissa (FR) |
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Immagini dell'Archivio personale
del sig. Laurent gentilmente concesse alla pubblicazione
Non è consentito
l'utilizzo delle foto senza il permesso scritto
dell'Autore
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Archivio fotografico
di Ercole Carlucci |
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1 - La mattina del 7 novembre 1941
Via Indipendenza con le macerie della GIL
2, 3 e 4 - La mattina del 7 novembre 1941 Via
Cittadella
5 - Il 7 e 8 novembre a Brindisi
Non è consentito
l'utilizzo delle foto senza il permesso scritto
dell'Autore |
Quello che rimane ancora
oggi di quei tragici eventi
Lo spazio lasciato
vuoto dopo i bombardamenti, oggi Largo della Volta,
su via Cittadella
Le rovine di una casa
su via Lucio Scarano caduta per il forte spostamento
d’aria durante i bombardati
Edificio su via Indipendenza
angolo Corso Umberto, situato proprio di fronte al Palazzo
della GIL
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Bibliografia:
» Giuseppe Teodoro
Andriani, Brindisi, da capoluogo di provincia
a capitale del Regno del Sud. 2000
» Lionello Maci, Il Novecento. 2001
» Archivio di Stato di Brindisi, Rapporti
e ralazioni del 17° Corpo dei Vigili del Fuoco |
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Documento
sullo smontaggio della Colonna a protezione dai
bombardamenti della seconda guerra mondiale:
» Giovanna
Maria Bozzi. Brindisi
relazione pubblicata
nel volume 1940-45 Arte trafugata, arte salvata,
arte perduta: le città italiane tra guerra
e liberazione, a cura di Teresa Calvaro e
Maria Serlupi Crescenzi (edizioni Musei Vaticani,2012)
presentato al Convegno Internazionale "Musei
e Monumenti in guerra 1929-45: Londra - Parigi
- Roma - Berlino" dell 15 e 16 novembre 2012
organizzato da ANISA (Associazione nazionale Insegnanti
di storia dell'arte), i Musei Vaticani e la Galleria
Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
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Video
di SenzacolonneNews.it
UNA MAMMA
E 4 FIGLI MARTIRI DI QUELLA NOTTE
Il bombardamento di Brindisi tra il 7 e l'8 novembre
1941
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Link
- Biografiadiunabomba.it
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