LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
LO
STORICO E GLORIOSO IDROSCALO DI BRINDISI
(1914-1969)
Probabilmente
molti giovani brindisini d´oggi non sanno che
l'aeroporto di Brindisi, recentemente denominato del
Grande Salento ed in origine intitolato al comandante
di aeromobile civile Antonio Papola deceduto il 13 Febbraio
del 1938 in un incidente di volo, ha avuto un glorioso
antenato e capostipite che tra pochissimo commemorará
il suo primo centenario della nascita.
Le piú lontane
origini dell'aeroporto di Brindisi, che furono di carattere
militare e che risalgono agli albori della stessa aviazione
italiana, coincidono infatti con gli anni iniziali della
prima guerra mondiale, quando nel basso Adriatico si
scontravano acerbamente le flotte dell'Intesa di cui
faceva parte l´Italia, contro quelle austro-tedesche.
Il suo primissimo nucleo fu una stazione provvisoria
per idrovolanti creata, con lo scoppio della guerra
e pocho prima dell´entrata in guerra dell´Italia,
per iniziativa della Regia Marina Militare: una circolare
della Regia Marina, la N° 25260 del 6 dicembre 1914,
stabiliva la creazione di tre stazioni per idrovolanti
a Venezia, Pesaro e Brindisi, per contrastare l'aeronautica
austriaca che stava imperversavando sull´Adriatico.
Della ventina di apparecchi dei quali disponeva allora
la Regia Marina, a Brindisi furono assegnati 3 idrovolanti
Curtiss. Erano apparecchi di legno e tela, e a Brindisi
furono inizialmente depositati sulla nave Elba e successivamente
sulla nave Europa, in attesa che si completasse la costruzione
di un apposito hangar in un´area al confine tra
le due zone costiere denominate ”Posillipo”e
“Costa Guacina” sul lato ovest dell´avanporto.
Costa Guacina, tra Posillipo
e Fontanelle, prima dei lavori di sterro che daranno
spazio all´area dell´idroscalo
Nel 1916, per meglio
contrastare l'aviazione austriaca di base a Durazzo,
Dubrovnik, la stazione fu potenziata divenendo stabile
e più efficiente: era cosí nato l'Idroscalo
Militare di Brindisi. Il complesso sorgeva in località
Costa Guacina, appena fuori dal porto interno, uscendo
dal porto sul lato sinistro del canale Pigonati, su
un´area costiera compresa tra il canale e Fontanelle,
da sempre punto di attracco di navigli imbarcazioni
e battelli vari in quanto riparata dalle correnti marine,
e per questo difesa dalla piazzaforte navale. Furono
anche necessari impegnativi lavori di sterro per portare
sul livello del mare tutta l´area della costa
che in origine fu topograficamente sopraelevata.
Planimetria di Costa Guacina
- Dicembre 1916
Quel bellissimo specchio
d´acqua, dalle condizioni naturali invidiabili,
fu la pista dalla quale fin dal 1914 si levavano in
volo gli idrovolanti della squadriglia guidata da Orazio
Pierozzi, eroico aviatore deceduto in volo
di addestramenteo nel 1919 dopo aver guidato innumerevoli
azioni di guerra vittoriose. Soprannominato l´asso
del mare, a lui dopo la sua tragica morte fu intitolato
l´idroscalo. Cosí come durante gli anni
della grande guerra si levavano in volo le altre due
squadriglie di base all´idroscalo di Brindisi,
guidate da altri due formidabili aviatori, Umberto
Maddalena e Francesco De Pinedo,
piloti militari che divennero celebri per le loro imprese
aviatorie, anche loro deceduti in volo, nel 1931 e nel
1933 rispettivamente.
Da sx: Orazio Pierozzi, Umberto
Maddalena e Francesco de Pinedo
A sx: 1918: Orazio Pierozzi col
suo Macchi 55 - a dx: Maddalena (primo a sinistra) e
De Pinedo (terzo)
La squadriglia di M55 di Umberto
Maddalena, uno dei piloti italiani piú decorati
- June 1918
Aereo austriaco Hansa Brandemburg
W 13 catturato a Brindisi - June 1918 (foto La Valigia
delle Indie)
Nel corso del 1916
furono costruite le aereorimesse per gli idrovolanti
da bombardamento progettati dall´ingegnere Luigi
Bresciani. Un incidente di volo in fase di
sperimentazione causó la morte del progettista
e la distruzione del prototipo e il progetto fu abbandonato,
peró il nome Bresciani rimase ai 6 hangars. Adiacenti
e a nord degli hangars Bresciani, si costruirono anche
3 enormi hangars per dirigibili i quali peró
furono presto dismessi e trasferiti a San Vito dei Normanni,
per ragioni di sicurezza. Gli hangars Bresciani invece,
con muratura di tufi e cemento e con copertura a botte
con sesto ribassato in solaio latero-cementizio, sono
ancora oggi in situ utilizzati dall´ONU.
Hangars Bresciani quasi completati
e primo hangar dirigibili in costruzione - 1916
Finita la grande guerra,
nel 1919 il governo italiano propose alla Grecia la
creazione di un servizio di posta aerea tra Roma ed
Atene con scalo a Brindisi, peró con un pensiero
chiaro e lungimirante giá rivolto ai possibili
sviluppi futuri dell´aereonautica commerciale.
Fu proprio un raid effettuato tra il 9 e il 12 settembre
di quello stesso anno da Francesco De Pinedo, comandante
della stazione di idrovolanti di Brindisi, e conclusosi
positivamente con un percorso aereo tra Brindisi ed
Atene in sole cinque ore, a rendere più concreta
quell´idea. Quel raid doveva infatti rivelarsi
essere stato una mossa propagandistica di notevole spessore,
tanto che per l´occasione il governo greco inviò
alle autorità italiane una lettera di congratulazioni
per l'efficcia degli idrovolanti di base a Brindisi.
Con regio decreto
del 28 marzo 1923 fu fondata la Regia Aeronautica Militare
che al momento della sua nascita ricevette in consegna
da Esercito e Marina tutti i campi aeronautici terrestri
e gli idroscali allora esistenti: a Brindisi prese possesso
del campo terrestre di San Vito dei Normanni che era
sorto nel 1918 a circa 9 kilometri dalla città
sulla strada per San Vito dei Normanni con l´adiacente,
tra i vigneti di in contrada Marmorelle, campo dirigibili
e quindi, prese possesso anche dell'idroscalo Orazio
Pierozzi.
Cosí nello
stesso 1923 toccó alla fiammante Regia Aeronautica
Militare avviare la costruzione dell'Idroscalo Civile
di Brindisi che, affiancando quello militare, fu completato
nel 1925 perfezionando cosí un grande sistema
di trasporti e collegamenti all´importantissimo
e strategico porto di Brindisi, che con il sub-sistema
treno-nave della Valigia delle Indie era già
funzionante fin dal secolo precedente.
Parallelamente, vennero
costituite le prime aerolinee private italiane: la societá
Servizi Aerei SISA nel 1921, la Societá Anonima
Navigazione Aerea SANA nel 1925, la societá Transadriatica
nel 1926 e la piú famosa Aero Espresso Italiana
AEI che, fondata il 12 dicembre 1923, il 7 maggio 1924
stipuló con l'Aeronautica Militare una convenzione
per l'impianto e l'esercizio di una linea commerciale
tra Italia Grecia e Turchia, via Brindisi. Era cosí
nata la prima linea aerea internazionale italiana e
il 1° Agosto del 1926 dall´idroscalo di Brindisi
partì il primo volo commerciale internazionale
di linea italiano, che aprì al traffico la linea
Brindisi-Atene-Costantinopoli con idrovolanti Macchi
M24. Nel 1927 fu aggiunta la linea Brindisi-Atene-Rodi
e la SISA inaugurò la Brindisi-Durazzo-Zara.
Nel 1928 un´altra importante compagnia, la SAM
Società Aerea Mediterranea, avviò la Brindisi-Valona
con idrovolanti Savoia Pomilio S59.
L´Idroscalo civile dell´Aereo
Espresso Italiana a Brindisi - 1927
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1 - 2: Brindisi
- Atene - Costantinopoli dell´ Aero Espresso
Italiana: dal 1926 al 1934 |
3: Piano dell´Idroscalo militare
e civile di Brindisi: Regia Aeronautica e Aero Espresso
Italiana - 1927 |
Sul fronte militare,
negli anni venti Brindisi divenne sede dell´86°
Gruppo Idrovolanti dotato di numerosi apparecchi Macchi
M24 e poi Siai Marchetti S55 e sorse cosí la
necessitá di nuovi hangars la cui costruzione,
stabilita a nord degli hangars Bresciani, fu commissionata
alla Societá Officine Savigliano di Torino. I
4 hangars Sevigliano, ognuno a pianta rettangolare di
circa 54 x 60 metri, furoono completati intorno al 1930:
ossatura reticolare metallica a una campata e rivestimenti
in lamiere ondulate zincate, cupolino centrale di aereazione
a doppia falda in materiale policarbonato. Ognuno dei
quattro accessi verso la banchina ha un´apertura
di circa 51 metri con piú di 12 metri di altezza.
L´ottima struttura metallica, nonostante la sua
vicinanza al mare è rimasta pressoché
intatta ed é ancora funzionale ai nostri giorni:
uno degli hangars é gestito dall´ONU e
negli altri tre opera la societá Alenia Aeronavali.
Hangars Savigliano e pontoni
aerei dell´Idroscalo di Brindisi - 1931
Si trattava di un
idroscalo d´avanguardia con infrastrutture e servizi
di grande qualitá, per esempio era il solo al
mondo ad essere dotato di un carrello di alaggio su
rotaie che consentiva un comodo imbarco a terra di passeggeri,
merci e posta. Alcuni resti di quelle rotaie si possono
ancora riconoscere sul terreno a tutt´oggi.
Rampe di scivoli all´Idroscalo
di Brindisi - 1934
L'idroscalo con la
sua sezione militare e con quella civile, grazie alla
posizione strategica di Brindisi, aveva funzionato a
pieno ritmo per tutti gli anni venti, con un vasto impiego
di idrovolanti in molte delle nuove correnti di traffici
commerciali e militari del Mediterraneo. Invece, per
diversi anni gli aerei militari e civili si erano continuati
a servire del campo terrestre di San Vito fino a quando
l'amministrazione provinciale di Brindisi decretó
la costruzione di un nuovo aereoporto, procedendo all´esproprio
ed acquisto dei terreni agricoli siti alle spalle dell'idroscalo,
approntando nel 1931 il piano regolatore del nuovo aeroporto
e iniziando i lavori di costruzione alla fine dello
stresso anno 1931.
Il campo entrò
in funzione nel 1933, inaugurato da Benito Mussolini
il 30 di luglio, e l'aerostazione fu completata nel
1937, con pista di lancio orientata a nord franco, inizialmente
di 50 metri x 600 metri e successivamente portata a
850 metri.
A seguito della politica
del regime, voluta dal ministro dell´Aeronautica
Italo Balbo, tutte le societá aeree furono via
via liquidate o accorpate fino alla formazione di un´unica
compagnia di bandiera, l´Ala Littoria, alla quale
finalmente passó anche AEI nell´ottobre
del 1934, quando il 28 di quel mese la compagnia SAM
dopo aver assorbito la quasi totalitá dei servizi
aerei italiani era ufficialmente divenuta “Ala
Littoria S.A.” aggiungendo il fascio littorio
alla rondinella azzurra del simbolo SAM che sua volta
era stato ereditato dalla Transadriatica.
Aerostazione di Brindisi Linee
aeree SAM Societá Aerea Mediterranea, poi Ala
Littoria - 1934
Nell´aeroporto
di Brindisi l´Ala Littoria gestiva, tra altre,
le linee Brindisi-Rodi; Brindisi-Roma-Trieste; Roma-Brindisi-Tirana-Salonicco;
Brindisi-Atena-Rodi-Haifa; Roma-Brindisi-Bagdad; Brindisi-Durazzo-Lagosta-Zara-Lussino-Pola-Trieste.
L'idroscalo militare
era stato intitolato a Orazio Pierozzi, comandante della
Squadra Idrovolanti di Brindisi durante la prima guerra
mondiale, e con la stessa denominazione venne inizialmente
indicato anche il nuovo aeroporto, che era militare
e civile allo stesso tempo. Poi nel 1938 l'aeroporto
civile ebbe la sua intitolazione ad Antonio Papola,
mentre il militare conserva a tutt´oggi l´intitolazione
originale a Orazio Pierozzi. Il 15 marzo del 1937 si
formó sull´aereoporto militare di Brindisi
il 35° Stormo con aerei SM.55 e l´anno seguente
1938, si formarono i Gruppi 95° e 86° con aerei
idrovolanti CANT Z.606.
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1: Trimotore Savoia Marchetti S.73
dell´Ala Littoria sulla linea Roma-Brindisi
- 1937
2: Idrivolanti SM.55 del 35° Stormo schierati
di fronte agli hangars Savigliano - 1937
3: 1938 Ala Littoria e un idrovolante S66 della
rotta per Haifa e Rodi
4: Hangar Savigliano: Bimotore Breda 44 dell´Ala
Littoria sulla linea Roma-Brindisi-Tirana Salonicco
- 1938
5: Idrovolanti CANT Z.506 dei Gruppi 95°&
86° schierati sull´Idroscalodi Brindisi
- 1938 |
Con la seconda guerra
mondiale fu realizzata dai tedeschi una nuova pista
di 1500 metri e si intensificó l´attivitá
militare a scapito di quella civile, fino a quando questa
si esaurí del tutto nel settembre del '43 con
l´ultimo idrovolante civile di linea che decolló
il 9 settembre alla volta di Ancona. L´attivitá
civile fu infatti sospesa totalmente giá che
l´aeroporto divenne base dei reparti aerei alleati
di occupazione, sotto comando inglese e nel 1944 gli
alleati costruirono una terza pista di 1800 metri in
terra stabilizzata con l´olio bruciato degli aerei.
CANT z 506: sullo sfondo il Collegio
Navale il Monumento al Marinaio le navi scuola Vespucci
e Colombo - 1943
Dopo la seconda guerra
mondiale, l´attività civile dell´aeroporto
di Brindisi riprese con regolaritá nel maggio
del 1947 con la nuova compagnia di bandiera Alitalia
e si ripristinó la linea Roma-Brindisi alla quale
si affiancó la linea Brindisi-Catania.
Ma l´epoca gloriosa
delle idrolinee da e per l´idroscalo di Brindisi
era ormai finita per sempre: quell´epopea dell´aviazione
civile italiana e brindisina in particolare, durata
per all´incirca una ventina di anni, si era definitivamente
conclusa.
Gli idrovolanti militari
invece continuarono a scivolare sullo specchio del porto
medio per un pó di anni ancora, fino a tutti
gli anni ’60, e molti di noi meno giovani ce li
ricordiamo ancora identificandoli chiaramente sull´orizzonte
dalle rive delle nostre spiagge interne al porto (Sant´Apollinare
- Fiume piccolo - Fiume grande - Marimisti e Fontanelle),
con il loro coinvolgente rullare e con le lore sagome
un pó goffe dalle estremitá arancione
fosforescente, fino a farsi sempre piú radi prima
di svanire anch´essi nelle pieghe della storia
della cittá e del suo porto: ben piú di
cinquant´anni di storia brindisina.
Anche l´attivitá
militare riprese finalmente autonoma dall´occupazione
militare dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1947 a
Brindisi fu destinato l´83° Gruppo Soccorso
Aereo con idrovolanti CANT Z 506 sostituiti a partire
dal 1958 con idrovolanti HU 16 A-Albatross. Poi, con
l´entrata nel 1949 dell´Italia nella NATO,
arrivarono in dotazione all´aeroporto militare
di Brindisi i primi aerei militari americani.
Tra il 15 ed el 18
settembre 1950 la portaerei americana Mindoro sbarcó
i primi 40 aerei Curtiss Helldiver 52-C, per armare
la ricostruita Aeronautica Militare. E nel giugno del
1952 dalla portaerei americana Corregidor furono sbarcati
i primi aviogetti da caccia, gli aeroplani a reazione
F-84G thunderjet, protetti da uno speciale rivestimento
plastico detto ‘cocoon’.
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1: USAAF intelligence aerodrome chart
of Brindisi Camp showing the position of the seaplane
base - 1943
2: Dalla nave americana Mindoro sbarcano per l´aeroporto
di Brindisi gli aerei Curtiss 52C - 16 settembre
1950
3: Aviogetti caccia F-84G thunderjet sbarcarti dalla
portaerei americana Corregidor - Giugno 1952
4: Fiat G 59 B per addestramento schierati davanti
agli hangars Sevigliano - 1957
5: G.Perri (autore del testo) con il padre, il Maresciallo
Settimio Perri, nel cielo dell´aeroporto di
Brindisi - 1957
6: Sottufficiali dell´Aeronautica, colleghi
del Maresciallo Settimio Perri al centro con la
sciabola Aeroporto Militare Orazio Pierozzi di Brindisi
nella festa della Madonna di Loreto - 12 Dicembre
1957 |
Il 10 settembre 1967
sull´aeroporto militare di Brindisi fu ricostituito
con il 13° Gruppo caccia borbandieri e ricognitori
quel 32° Stormo che era stato originalmente costituito
l´1 dicembre 1936 e poi sciolto il 27 gennaio
1943. Il velivolo in dotazione fu il Fiat G.91R, in
dotazione anche alla gloriosa pattuglia acrobatica delle
Frecce Tricolori, e nel 1974 lasció spazio al
bireattore G.91Y. Dal 1993 peró, lo Stormo non
ha piú sede a Brindisi ed opera dall´aeroporto
Amendola, in Foggia. Finalmente, nel 2008 l’aeroporto
di Brindisi ha perso lo status di scalo militare aperto
al traffico civile ed ha acquisito la semplice denominazione
di aeroporto civile.
E quell´idroscalo,
sorto quasi cento anni or sono nel porto medio di Brindisi,
è anche stato il luogo d’origine dell’industria
aeronautica brindisina che lí nacque e quindi
vi prosperó per quasi ottant’anni: gli
idrovolanti infatti avevano bisogno non solo di uno
scalo posto vicino ad uno specchio d’acqua, ma
anche di assistenza e manutenzione. La Societá
Anonima Cantieri d´Aeroporto SACA entró
in attività nel 1934 e sotto la guida dell´ingegnere
Michele Dell’Olio divenne rapidamente la principale
industria della provincia.
Nel dopoguerra la
SACA, con la nuova denominazione di Societá per
Azioni Costruzioni Aeronavali, fu rinnovata ed ampliata
tanto che negli anni ’60 il personale raggiunse
le mille unità. Imperdonabilmente nel 1977, dopo
un continuo decadimento aziendale, si giunse alla penosa
dichiarazione di fallimento. La Industria Aeronautica
Meridionale IAM ne rilevò le maestranze, gli
impianti e le attività. In seguito a ristrutturazione,
la IAM divenne Agusta e questa, nel 1999, cedette ad
Alenia Aeronautica il sito dell’idroscalo: 3 degli
hangars Savigliano sono attualmente officine della societá
Alenia Aeronavali.
Gli hangars Bresciani e Savigliano
- 2010
Ma quella della SACA
e di tutta l´industria aeronautica brindisina
é tutta un´altra lunga gloriosa e, per
certi versi, triste storia alla quale bisognerá
dedicare molto piú di un capitolo.
Testo di Gianfranco
Perri
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