La chiesa di Santa Maria degli
Angeli, santuario cittadino, fu voluta da
Giulio Cesare Russo, cappuccino col nome di fra'
Lorenzo da Brindisi, beatificato nel 1783 da Pio
VI, canonizzato nel 1881 da Leone XIII" proclamato
dottore della chiesa universale, con il titolo
di doctor apostolicus nel 1959 da Giovanni
XXIII. Su quel sito, nel vicinato di San Martino,
insisteva la casa in cui egli, il 22 luglio 1559,
era nato da Elisabetta Masella e Guglielmo Russo.
Assente da Brindisi dal 1573, Lorenzo vi fece
ritorno, per pochi giorni, nel 1604; fu allora
che considerò l'opportunità di una
presenza ecclesiale che fosse segno esplicito
della nuova spiritualità post-tridentina.
La chiesa, per la quale il santo propose nel 1607
di considerare modello quella dello Spirito
Santo in Napoli, si iniziò a costruire
nel 1609 con facciata rivolta a ponente ossia
sull'attuale via San Lorenzo. In corso
d'opera, su progetto proveniente da Monaco di
Baviera, si ripensò l'intera fabbrica ora
orientata a nord e riutilizzante, nell'area del
transetto, la primitiva navata.
In uno con la chiesa si costruì un monastero
per le clarisse cappuccine in cui furono ospitate
dal 14 febbraio 1619 trenta delle quaranta monache
che erano in Santa Chiara. Le altre vi si trasferirono
il 4 febbraio 1622, al termine di una controversia
decisa dalla Sacra Congregazione. Esempi
di vita spirituale furono, nel XVII secolo, suor
Magnifica, morta a 55 anni nel 1638, suor Maddalena,
morta nel 1644 e suor Lucrezia Mariella scomparsa
nel 1646. Dal 24 maggio del 1744 la guardiana
del monastero muta il proprio titolo in quello
di abbadessa. Il 10 marzo 1862 il monastero, che
era sotto l'alto patronato della casa di Baviera,
è preso in consegna dall'ufficio del registro
di Brindisi. La morte dell'ultima claustrale,
Cristina Arsenio, ai primi del secolo, segna la
fine di quest'esperienza religiosa; nel 1914 il
monastero sarà infine demolito per dar
luogo ad un edificio per scuole elementari.
La facciata della chiesa, articolata su due piani
raccordati da volute, è coronata da un
timpano con apice interrotto. Nel piano inferiore,
tripartito da lesene, si apre l'ingresso rettangolare
scolpito in pietra bianca e chiuso dalla porta
lignea del XVII secolo con rappresentazioni in
bassorilievo di San Francesco d'Assisi,
Santa Chiara, i Santi Evangelisti Giovanni
e Matteo. Al di sopra del portale è
lo stemma dei duchi di Lorena che sono da annoverarsi
fra i principali finanziatori di questa iniziativa
laurenziana. Sulla cornice partipiano si innalza
il secondo ordine, limitato da due lesene con
capitelli corinzi, decorato al centro da una grande
finestra con immagine su vetro di San Lorenzo
da Brindisi dipinta da Tommaso Sardelli agli
inizi del secolo e sormontato da un timpano spezzato.
La facciata della prima chiesa, su via San Lorenzo,
ha frontone triangolare scorniciato, ai cui estremi
sono due doccioni zoomorfi, finestrone rettangolare
delimitato da cornice scolpita con altorilieví
a motivi vegetali, semplice portale rettangolare.
Il campanile che, secondo fonti non documentate,
l'arcivescovo Giovanni Pedrosa (1598-1604) aveva
già pensato di erigere facendone anzi iniziare
i lavori, sembra assai vicino, per le linee architettoniche
a quello, medievale, di San Benedetto.
L'interno, a croce latina, è ad unica navata
con profonde cappelle laterali; la prima a destra,
sotto il titolo di Sant'Anna, conserva
un Crocefisso in legno laccato qui traslato da
Santa Maria del Casale nel 1886 ed attribuito
al riformato fra' Angelo da Pietrafitta (m. circa
1699) che dovrebbe averlo eseguito negli ultimi
anni del XVII secolo. Sull'altare è la
Sacra Conversazione, olio su tela eseguito
post mortem per suor Camilla Serrati (1576-1672),
sulla parete sinistra la Madonna coi santi
Francesco di Sales e Rosa, dipinto attribuito
al pittore locale Barnaba Zizzi (1762-1828) e
collocabile nella fase di produzione dell'artista
compresa fra 1780 e 1790. Nella successiva cappella
di San Francesco è la tela rappresentante
San Francesco in estasi consolato da angelo
musicante, commissionata ancora da suor Camilla
Serrati; un'epigrafe qui ammurata ricorrendo nel
1926 il settimo centenario della morte dell'assisiate
costituisce anche la prima pubblica memoria dell'elevazione
di Brindisi a capoluogo di provincia. La terza
cappella, dedicata a Sant'Antonio da Padova,
ha una tela d'analogo soggetto eseguita dal pittore
ateniese Giovanni Papagiorgio nel 1641. La quarta
ed ultima, dedicata all'Immacolata, con
tela d'artista locale collocabile cronologicamente
a metà del XVII secolo, conserva un dipinto
rappresentante la Madonna del Latte, eseguito
fra XVI e XVII secolo anch'esso da bottega locale.
Sulla sinistra si susseguono le cappelle di San
Pasquale Baylon, con tela rappresentante il
dedicatario; di San Lorenzo da Brindisi,
con dipinto attribuito ad Oronzo Tiso (c. 1726-1800);
di Santa Maria Margherita Alacoque, con
tela dipinta nel 1950 da Salvatore Scoditti e
del Crocefisso. In quest'ultima è
il Crocefisso d'avorio, inviato da san Lorenzo
alla sua chiesa nel 1615 ed opera della scuola
di tornitura eburnea di Monaco di Baviera. Il
telo di fondo, in seta con ricami in oro, è
tardo settecentesco. Qui sono anche le sacre memorie
donate da Lorenzo alla sua chiesa; i ventisei
reliquiari costituiscono e delineano la funzione
che la chiesa doveva avere di nuovo pantheon cristiano
di Brindisi. Nel transetto sono quattro tele:
Adorazione dei pastori, Adorazione dei
Magi, Circoncisione, Fuga in Egitto,
attribuite a Diego Oronzo Bianco (1683-1767) ed
eseguite nel terzo decennio del secolo decimoottavo.
La grande macchina scenografica che definisce
l'area della celebrazione liturgica, fiancheggiata
dalle due statue in pietra di San Francesco
d'Assisi e Santa Chiara, inquadrata
dalle quattro colonne tortili e parzialmente occupata
dal seriore altar maggiore , in marmo policromo,
può ritenersi eseguita nella seconda metà
del `600. La grande tela rappresentante l'Immacolata
tra Angeli è stata convincentemente
attribuita a Pietro Candido ossia Pieter De Witte
(1548 - 1628), di cui è noto il lungo soggiorno
in Monaco di Baviera, da Nuccia Barbone Pugliese
[La ritrovata Assunzione di Aert Mytens,
in "Napoli Nobilissima", 1991, pp. 161-71].
Gli stemmi posti l'uno a sinistra e l'altro a
destra dell'altar maggiore si riferiscono, rispettivamente,
a Massimì1iano di Baviera e ai duchi di
Lorena, finanziatori munifici della fabbrica del
convento e della chiesa. L'area del transetto,
che una tradizione orale vuole coincidente con
quella della casa natale di Lorenzo, non manca
di memorie relative al santo: in una nicchia sotto
un fastigio in cui è lo stemma del qui
sepolto arcivescovo Francesco De Filippis (1942-53),
è una statua lignea sostitutiva dell'altra,
in cartapesta, ora nella sagrestia. Da segnalare,
ancora, il secentesco pulpito in legno dorato
con rappresentazione dei Santi Pietro e Paolo.
Le tele riportate sul soffitto ligneo: sulla navata
l'Apparizione alla Porziuncola, sul transetto
il Martirio di Sant'Orsola e delle sue compagne
e il Miracolo di Santa Chiara sono inseribili
nel contesto degli interventi settecenteschi,
avvertibili pure nella decorazione degli altari,
che valsero per un breve periodo, nel quarto decennio
del secolo, la funzione di cattedrale alla chiesa
e giustificano la consacrazione del 9 ottobre
1746. L'altra tela, sulla controfacciata, rappresentante
la Visitazione, è attribuita ad
ambito di Domenico Carella (1721-1813). In sagrestia
sono conservati paramenti sacri dei secoli XVII-XIX,
i più antichi di supposta provenienza bavarese.
Qui è altresì il reliquiario argenteo
con particola del cuore di san Lorenzo; la croce
che questi utilizzò nella battaglia di
Albareale ad incitamento dei militari cristiani
è invece conservata nella cappella del
santo. In attesa di restauro è la tela
rappresentante Cristo ai piedi della Croce,
tardo seicentesca, già nella chiesa e sostituita
con quella prima segnalata da Salvatore Scoditti.
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Adorazione
dei pastori |
Crocefisso
in avorio |
Immacolata |
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Madonna
del Latte |
Passione
di Gesù |
Pulpito |
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San
Pasquale Baylon |
Santa
Maria
degli Angeli |
Sepolcreto |
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Planimetrie
e disegni degli architetti Cosimo Contaldo
e Luidi Dell'Atti |
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Sezione
est-ovest |
Sezione
nord-sud |
Planimetria
piano terra |
Controfacciata |
Documenti correlati:
- Depliant
della Soprintendenza relativo alla campagna di
scavo
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