La parrocchia dello Spirito Santo fu canonicamente
eretta il 14 maggio 1978, solennità della
Pentecoste, dall’arcivescovo mons. Settimio
Todisco (1975-2000). Il 22 novembre del 1979,
in locali del centro commerciale di via Bovio,
se ne avviava l’attività; nel febbraio
del 1981 il parroco don Rocco Ivone poteva trasferirsi
nel primo nucleo dei fabbricati, oggi adibiti
ad attività di catechesi, che dovevano
costituire la definitiva sede e i cui lavori
avevano preso avvio con la deposizione della
prima pietra il 30 settembre 1978. Il 4 settembre
1984 veniva sottoscritto contratto di appalto
con l’impresa Marinò Eumeo
e F.lli S.a.s. di Oria; potevano così
prendere avvio i lavori di costruzione della
chiesa su progetto dall’arch. Fortunato
Pignatelli approvato con decreto del Provveditore
Regionale alle Opere Pubbliche di Bari in data
9 novembre 1983. Il 23 marzo 1986, nella domenica
di Palme, al termine di una processione, snodatasi
a partire dai locali sino a quel momento precariamente
utilizzati, l’edificio ecclesiale veniva
aperto al culto.

Chiesa dello Spirito
Santo - vista dall'esterno
L’altare (190x100x92), realizzato nel
1995 in marmo Bardiglio di Carrara,
è costruito in monoblocco sagomato a
forma di covone; spiccano, su tutti e quattro
i lati, spighe di grano ricavate in basso rilievo
che rappresentano, nell'espressione biblica,
il pane che dà la vita e per i fedeli
il corpo di Cristo. L’ambone (130x60x50),
realizzato nel 1995 in marmo Bardiglio
di Carrara, è anch’esso ricavato
da unico blocco, con facciata un taglio semisferico,
con rimando all'altare; sulla parete sinistra,
in basso rilievo, sono striature ad arco: rappresentano
una cascata d'acqua scaturente dalla roccia,
allegoria della limpida e viva voce di Dio.
La sede presidenziale (ciascun seggio 43x45x45),
realizzata nel 1995 in marmo Bardiglio di Carrara,
è formata dal seggio centrale, ricavato
anch’esso da blocco unico, con lo stesso
disegno frontale dell'ambone sullo schienale,
e da due laterali dove seggono i ministranti
o i concelebranti.
Intorno allo sferico della parete del presbiterio
sono le sedute, realizzate in pietra di Trani
da un artigiano di quella città, con
rimando all’universo allegorico dei dodici
apostoli; su tutte sono cuscini ricoperti di
velluto rosso. Come ha rilevato Frédéric
Manns, “la liturgia utilizza la simbolica
dei colori quando prega lo Spirito; La veste
liturgica secondo la tradizione armena richiama
che “il culto esteriore è l’immagine
di un ornamento spirituale luminoso” (Nerses
Shorali). Lo Spirito riveste colui che si avvicina
a Dio. Il cristianesimo medievale ha costruito
intorno al colore rosso una teologia popolare
dello Spirito. Il colore è anzitutto
luce tanto sul piano teologico che su quello
della sensibilità. Il rosso è
il colore del sangue e del vino, che è
il sangue della vite. È anche il colore
del fuoco che arde e divampa nella notte. Suggerisce
la passione di Cristo e insieme simboleggia
lo Spirito. In qualche modo è lo stesso
mistero che si comunica col colore rosso. Cristologia
e pneumatologia sono associate, benché
lo Spirito sia oltre il Verbo. “Il Cristo
si è offerto in uno Spirito eterno”,
afferma l’autore della lettera agli Ebrei
(9,14). Nel mistero della Pentecoste il rosso
evoca le lingue di fuoco che scesero sui discepoli.
Così lo Spirito li rende capaci di parlare.
Il rosso è insieme luce e soffio, potenza
e calore; brilla, illumina e purifica”.
Un plafone, realizzato dalla ditta La Veneziana
di Brindisi su progetto dell’arch. Fortunato
Pignatelli è stato applicato al soffitto
per migliorare l’acustica della chiesa;
si tratta di pannelli in forma scalare, quasi
una grande scala convergente al centro verso
il presbiterio. Alternate ad ogni due serie
di pannelli, sono incassate trentaquattro luci
al neon che illuminano tutta la chiesa.
Le vetrate realizzate dalla Picta Arte Snc
Di Vitto F.& C. di Triggianello nel
2004, ricorrendo il venticiquennale di fondazione
della parrocchia, propongono diretti riferimenti
allo Spirito Santo quali Pentecoste
(At 2, 1-4), Annunciazione (Lc 1, 26-38),
Battesimo nel Giordano (Mc 1, 9-11),
Gesù nella sinagoga di Nazareth
(Lc 4, 14-21), Mandato di Gesù agli
apostoli (Mt 28, 16-20), Ecclesia Mater
e parrocchia Spirito Santo; le altre vetrate,
con sviluppo verticale, rappresentano fiumi
d’acqua viva. Oscar Cullmann ha rilevato,
in merito all'espressione "acqua viva",
che il termine poteva avere quattro significati.
In senso profano, esso indica l'acqua di sorgente
in opposizione all'acqua stagnante; in senso
rituale indica l'acqua battesimale; in senso
biblico indica Dio come sorgente di vita. Infine
nel senso cristiano esso simbolizza lo Spirito
Santo.
Il crocifisso sul vano absidale, precedentemente
posto su un pilastro a lato dell'altare stesso,
è molto particolare in quanto il legno
della croce è realizzato da un solo tronco
d'albero, modellato da falegnami del quartiere.
La statua della Madonna, realizzata
anch'essa da un intero tronco d'albero, è
posta sul pezzo originale del tronco stesso;
è opera della Ferdinando Perathoner
Scultori, una famiglia di Ortisei da generazioni
impegnata per la produzione di opere artistiche
in legno.
Nel salone parrocchiale è una composizione
di icone, già nel vano absidale della
chiesa, sul registro inferiore con rappresentazioni
dell’Annunciazione, della Cresima,
della Pentecoste con memoria dell'invio
dello Spirito Santo da parte di Gesù
risorto su Maria e gli apostoli, del Battesimo
nel Giordano, su quello superiore, con
memoria delle chiese antiche di Brindisi, in
compensato telato, realizzata il 1993 dagli
studenti della classe IVB, coordinata dalla
professoressa Rosa Aquaro, del liceo artistico
Edgardo Simone di Brindisi.
Come rilevò la prof.ssa Rosa Aquaro,
“il progetto si è definito su soluzioni
formali scaturite da una ricerca di immagini
appartenenti alla coscienza religiosa collettiva,
calata nel territorio e da essa inseparabile.
Il possibile itinerario tematico a sfondo religioso
ha richiamato alla memoria simboli tradizionali,
capaci di offrire materia di meditazione. Le
immagini sono state mediate da una struttura
compositiva che definisce essa stessa, in un
impianto policromatico, un simbolo, al quale
si raccordano diversi altri simboli, secondo
un personale codice di lettura visiva”.
Le vetrate
della chiesa
Clicca sulle immagini
per ingrandirle |
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