Una chiesa
intitolata all’Addolorata, sita in prossimità
dell’oratorio dell’Annunziata, esisteva
a Locorotondo almeno dai primi dell’Ottocento;
era allora già sede della confraternita
dei Sette Dolori o dell’Addolorata, la cui
attività è documentata dal 1764.
Fu nel 1855 che il sacerdote Leonardantonio Curri
promosse l’abbattimento dell’antico
castello e l’edificazione in quel luogo
della nuova chiesa dell’Addolorata: tale
scelta voleva cancellare dalla memoria popolare
le atrocità commesse in quelle prigioni
dai duchi Caracciolo di Martina Franca, governanti
di Locorotondo fra XVII e XIX secolo. I lavori,
realizzati da Fabio Pentassuglia, furono ultimati
il 1858.
La facciata
è divisa in due ordini da una cornice marcapiano,
con la parte corrispondente alla navata centrale
leggermente avanzata. Nell’ordine inferiore,
tra due coppie di lesene decorate con capitelli
dorici, si apre il portale con architrave, su
cui corre l’iscrizione “REAL COLLEGIO
DEI SETTE DOLORI 1855”, decorato da una
cornice. L’ordine superiore è alleggerito
da una finestra che si apre tra due coppie di
lesene con capitello ionico. La facciata è
conclusa da un timpano, dalle forme classicheggianti
e croce apicale; al centro campeggia l’effige
del cuore trafitto, inserito in un’ arme
sormontata da una corona aggettante. La decorazione
esterna è impreziosita da due antiche statue
in pietra, collocate agli angoli dell’edificio,
raffiguranti le sibille Delfica ed Eritrea, probabilmente
provenienti dall’ecclesia mater.
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Chiesa di Maria SS Addolorata.
Esterno |
Chiesa di Maria SS Addolorata.
Interno |
All’interno
la chiesa è divisa in tre navate con transetto
e una piccola abside in corrispondenza della navata
centrale. Di notevole interesse è la copertura
con volte a stella della zona presbiterale al
cui centro è l’altare maggiore in
marmo dalle forme contemporanee. Il piccolo transetto,
rivestito da un coro ligneo, presenta una cantoria
nella zona absidale. Ai lati dell’ingresso,
la controfacciata presenta due nicchie i cui sono
le statue lignee di Sant’Antonio Abate
e del Cristo Risorto, datate 1888 e firmate
dal locorotondese Antonio Semeraro. Un pilastro
cruciforme, con alto basamento, separa le navate
laterali da quella centrale; la decorazione interna
si articola sia su due altari laterali, caratterizzati
da morbide forme barocche, che a statuaria inserita
in nicchie ed edicole. L’altare sinistro
è dedicato al Santissimo Sacramento,
soggetto dell’immagine al disopra della
mensa. L’altare destro, dedicato al Cristo
Morto, presenta, al posto del paliotto, il
simulacro del Cristo deposto e, al di
sopra della mensa, una nicchia con la statua lignea
del Cristo Crocifisso. Particolare interesse
riveste il corredo di statue; al XVII secolo paiono
riconducibili sia la piccola statua in pietra
di Sant’Antonio Abate che i manichini
vestiti aventi a soggetto San Gaetano con
il Bambino Gesù, l’Addolorata
e la Madonna della Croce.
Testo di Maria
Concetta Velardi
Si ringrazia
l’arch. Pasquale Montanaro per la consultazione
degli esiti delle proprie ricerche.
Bibliografia
G. BACCARI, Memorie storiche di Locorotondo,
Locorotondo 1968.
G. GUARELLA, La storia di Locorotondo nel
manoscritto di Angelo Convertini, Locorotondo
1985.
P. MONTANARO - G. TURSI, Guida di Locorotondo,
Locorotondo 1991.
G. GUARELLA, La Chiesa della Madonna della
Greca, Locorotondo 1983.
A. Campanella, Itinerari Locorotondo,
www.prolocolocorotondo.it
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