.:. CHIESE

ANNUNZIATA
Locorotondo

Le fonti bibliografiche e documentarie attestano che la chiesa dell’Annunziata, a Locorotondo, fu eretta nel 1633 nell’antica strada dell’hospitale, l’attuale via Giannone, con il contributo dell’omonima confraternita, istituita nel 1632, e quello dei cittadini, venendo a costare 1000 ducati.
La pianta era a navata unica e misurava 40 piedi di lunghezza e 30 di larghezza; confinava con la cappella di San Giorgio, poi demolita sul declinare del XVIII secolo per costruire l’attuale Chiesa Madre, la sagrestia dell’antica chiesa madre e l’ospedale.
In asse con il portale principale d’ingresso si trovava un unico altare sul quale vi era un dipinto raffigurante l’Annunciazione della Beata Vergine; lungo le pareti erano collocati numerosi sedili utilizzati durante le adunanze dai confratelli.
Le fonti (Cfr. G. LIUZZI, V. DE MICHELE, P. CORDASCO 1990, pp. 65-66) riportano che “nella Santa Visita del 1666, monsignor Personè menziona un secondo oratorio, costruito sopra al primo, che si raggiungeva per una porticina posta vicino l’altare che contemporaneamente immetteva anche nella strada posteriore detta sotto la Passata. Questo vano superiore era simile all’inferiore con l’unica eccezione che l’altare era stato montato al contrario. L’intento era quello di permettere contemporaneamente la congregazione degli uomini sopra e delle donne sotto”. Si doveva trattare di una struttura che prevedeva due livelli per consentire l’accesso a più persone in uno spazio visibilmente ristretto.
Alla fine del XVIII secolo o inizi del XIX l’oratorio venne abbattuto per consentire la costruzione dell’attuale Chiesa Madre; al suo posto sorge ora una moderna chiesa anch’essa sotto il titolo dell’Annunziata.
La pianta della nuova chiesa è sempre a navata unica, ha un unico ingresso laterale e all’interno il soffitto presenta una decorazione molto simile a quella del soffitto della coeva Chiesa Madre; si tratta di un soffitto cassettonato con decorazioni in stucco che rivelano la loro natura ottocentesca.
All’interno sono due altari. Il primo, in marmo, è in asse con l’ingresso alla chiesa ed è dedicato al Crocifisso: una grande statua in cartapesta raffigurante il Crocifisso è posta sull’altare; sotto lo stesso, al posto del paliotto, è un Cristo morto, in cartapesta, coperto da un sottile velo bianco. Sul lato destro dell’altare è una nicchia contenente la settecentesca statua lignea dell’Addolorata. Queste statue vengono portate in processione il Venerdì Santo. Nella nicchia a sinistra di questo altare è allocata la statua in cartapesta della Madonna del Carmine attribuibile al XIX-XX secolo; la Madonna e il Bambino portano sul capo due corone settecentesche in argento.
Lungo le pareti dell’unica navata si aprono delle nicchie dove sono allocate varie statue: un manichino vestito raffigurante San Giuseppe, un ligneo Sant’Antonio con il Bambino, un manichino vestito con rappresentazione di Santa Lucia e un santo vescovo.
Nella zona presbiterale la pala d’altare è l’antico dipinto tardo seicentesco, di cui è menzione nelle fonti, raffigurante l’Annunciazione della Beata Vergine. La Vergine, illuminata dal raggio di luce che proviene dalla colomba dello Spirito Santo, si gira verso l’Angelo che le annuncia la sua maternità; è inginocchiata mentre l’Angelo si posa pesantemente su un gruppo di nubi porgendole il giglio, simbolo della purezza. Un gruppo di angioletti fanno da contorno alle due figure in primo piano disposte simmetricamente.
Nella nicchia a sinistra dell’altare maggiore è una novecentesca scultura in cartapesta raffigurante il Sacro Cuore di Gesù; nella nicchia di destra è allocato il gruppo scultoreo raffigurante l’Annunciazione. La composizione, insolita, perché non molti sono gli esempi di sculture lignee raffiguranti l’Annunciazione della Vergine, è costituita dalla statua della Vergine e da quella dell’Angelo adulto, entrambi manichini vestiti. L’impostazione del gruppo scultoreo è quella solita: la Vergine inginocchiata e l’Angelo sulle nubi che le porge il giglio, in argento, simbolo di purezza.
Questo gruppo scultoreo fu commissionato direttamente dalla confraternita dell’Annunziata nel 1798 e fatto arrivare da Napoli (G. BACCARI 1968, pp. 49-50). La confraternita fu istituita nel 1632 (G. BACCARI 1968, pp. 49-50; L. BERTOLDI LENOCI, Le Confraternite in Puglia in età moderna, Fasano 1988, p. 188) dal sacerdote locorotondese don Leonardo Spagnolo, dopo che questi era stato per ben due anni nella capitale ospite della congregazione dell’Assunta dove aveva ricevuto gli insegnamenti di padre Francesco Pavone della Compagnia di Gesù. In una Visitatio del 1642, conservata nell’Archivio Diocesano di Ostuni, è riferimento all’istituzione della congregazione, alla costruzione dell’oratorio, alla presenza del dipinto, ancora oggi ammirabile, dell’Annunciazione presso la chiesa omonima, al rapporto della congregazione locorotondese con quella dell’Assunta di Napoli (Cfr. G. LIUZZI, V. DE MICHELE, P. CORDASCO 1990, pp. 94-95). Il compito della confraternita consisteva nell’insegnamento della dottrina cristiana, differendo in questo moltissimo dalle altre congreghe locali. Il pio sodalizio, dopo aver inizialmente svolto la sua attività presso varie chiese della città, sentì la necessità di avere un proprio oratorio. Fu così che, nel 1633, iniziarono i lavori di costruzione dell’oratorio dell’Annunziata, poi distrutto alla fine del XVIII secolo per costruire l’attuale Chiesa Madre ed erigere l’attuale chiesa dell’Annunziata, terminati nel 1636 con la benedizione del vescovo Vincenzo Meligne (1606-39). La confraternita era retta da un priore che raccoglieva attorno a se sia confratelli laici che preti.

Testo di Marianna Saccente

Bibliografia
G. BACCARI, Memorie storiche di Locorotondo, Locorotondo 1968.
G. GUARELLA, La storia di Locorotondo nel manoscritto di Angelo Convertini, Locorotondo 1985.
G. LIUZZI, V. DE MICHELE, P. CORDASCO, Ricerche per una storia di Locorotondo, Locorotondo 1990.
P. MONTANARO, G. TURSI, Guida di Locorotondo, Locorotondo 1991.
M. PASCULLI FERRARA, V. CAZZATO, M. FAGIOLO, Atlante del Barocco in Italia. I. Terra di Bari e Capitanata, Roma 1996 (II edizione 2002, III edizione 2008).
G. LIUZZI, Monaci e Baroni. Storia dei feudi del territorio di Locorotondo con riferimenti a Monopoli, Fasano e Martina, Fasano 1998.
A. MARTELLOTTA, La Guida della Valle d’Itria, Capone Editore 1999.

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Foto (Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici):
1 - Locorotondo. Chiesa dell’Annunziata, facciata
2 - Locorotondo. Chiesa dell’Annunziata, interno, presbiterio
3- Locorotondo. Chiesa dell’Annunziata, L’Annunciazione della Vergine, dipinto su tela, sec. XVII
4 - Locorotondo. Chiesa dell’Annunziata, L’Annunciazione, sculture lignee, 1798

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