.:. CHIESE

MADONNA DELLA GRECA
Locorotondo

La chiesa della Madonna della Greca si vuole costruita fuori le mura di Locorotondo, per quel che asserisce Angelo Convertini, nel 1481 a iniziativa di Pirro de Balzo. Questi, secondo la ricostruzione fatta da Giovanni Liuzzi, dopo aver combattuto valorosamente contro i turchi nella guerra d’Otranto nel 1480, si sarebbe ritirato in Locorotondo, feudo del fratello Angilberto. Si pensa che Pirro del Balzo abbia preso sotto la sua protezione la comunità degli esuli greco-albanesi rifugiatisi in Locorotondo, così come in tanti altri comuni pugliesi, sotto il progressivo incalzare delle armate turche. L’intitolazione della chiesa a Santa Maria della Greca suggerisce la presenza a Locorotondo del rito greco-ortodosso; la dedicazione è memoria di culto mariano proprio dei paesi di provenienza dei profughi. Altre chiese esistenti nel territorio hanno analogo titolo: la più antica pare l’ecclesia Sancte Marie Grece di Mesagne, menzionata in un documento del I ottobre 1260.
Affresco della Beata Vergine AssuntaIl rito orientale in Santa Maria della Greca, di cui è prima menzione in un documento del 1520, cessò fra il 1564 e il 1578, epoca in cui fu vescovo di Ostuni Vincenzo Cornelio che decretò il passaggio della chiesa alle dipendenze del locale capitolo. Di essa è menzione nel 1558 in un’annotazione contenuta negli atti della Santa Visita compiuta nel 1558 dal vescovo di Ostuni Giovanni Carlo Bovio; due inventari, uno datato 1595 e l’altro 1603, rendono memoria della sua ricca dotazione.
Santa Maria della Greca fu costruita extra moenia, per mancanza di suolo edificatorio nel recinto urbano di per sé molto ristretto, su uno slargo del declivio del colle sul cui cucuzzolo era arroccato il paese. Su quello slargo, dinnanzi alla chiesa, cominciò a svolgersi la fiera del 15 agosto, coincidente con la festività dell’Assunta. Festeggiamenti vi si avevano anche il 15 aprile per ricordare i miracoli, consistenti in guarigioni da malattie o disabilità, .ottenuti grazie alla Madonna della Greca. Ha un impianto a tre navate; la centrale appare slanciata per i suoi arconi ogivali, sostenuti da pilastri poliscili, ricavando l’impressione di stare in una cappella tardo romanica con stilemi goticizzanti. Nelle decorazioni dei capitelli regna un’impronta prettamente rinascimentale, anche se la composizione architettonica risulta essere un’imitazione di prototipi romanici: collarini di forme semplici, di forme intrecciate e ondulate, al di sopra dei quali si elevano forme coniche, formando capitelli ornati con figure, conclusi nella parte superiore da cornici concave su cui posano doppi echini ornamentali e ricoperti da un semplice abaco.
Luigi Russo sostiene che la chiesa della Greca “non ha stile definito, ma la torre campanaria, gli arconi ogivali, i pilastri polistili, lo slancio della navata centrale, riportano ad una tradizione romanica che si attarda accogliendo stilemi goticizzanti. Nei capitelli alita già lo spirito della Rinascenza.”
L’attuale aspetto della chiesa è ben diverso da quello originale. I primi interventi su di essa si sono presumibilmente avuti già nei primi anni del 1600; dagli atti di santa visita del 1608 si evince che la chiesa, ancora ad una sola navata, ha tre porte, un altare maggiore, due laterali; nell’ala sinistra c’era la sacrestia e l’altare della Beata Vergine protetto da un’inferriata.
A diverse fasi di costruzione dell’edificio fanno pensare anche altri elementi. Sulla navata centrale sono volte a crociera costolonate, mentre le due navatelle sono coperte da semibotti. C’è differenza di altezza fra le due campate all’ingresso e le due verso l’altare maggiore ciò che fa presupporre vi siano state due fasi di costruzione ravvicinate nel tempo con l’intento di mantenere il medesimo stile. Questa ipotesi è confermata anche dal dislivello esistente tra le basi dei pilastri posteriori e di quelli anteriori.
Va aggiunto che i capitelli presenti nelle navate laterali risultano di stile completamente differente e di minore qualità artistica rispetto a quelli della navata centrale. L’iscrizione esistente sulla facciata della chiesa potrebbe testimoniare che la chiesa abbia avuto un ampliamento nel 1630.
Negli atti della visita del 1617, studiati da Vittorio De Michele, si riferisce sulla presenza di undici altari dei quali nove lungo le pareti laterali, uno sulla parete di fondo della navata centrale, l’ultimo sul tratto murario della navata centrale. Dietro quest’ultimo era stata ricavata una stanzetta, adibita a sacrestia, dalla quale si entrava nell’orto adiacente alla chiesa attraverso una porticina sulla parete perimetrale. Per un’altra porta si entrava nel coro, corrispondente all’attuale braccio destro voltato a botte.
Degli antichi altari il primo sulla destra dell’ingresso era dedicato alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, con l’immagine dipinta sulla parete; gli altri cinque sulla sinistra erano spogli e presentavano diverse immagini di santi; il polittico in fondo alla navata centrale, fatto costruire da Ottaviano Loffredo, con stemma di famiglia, si lascia ammirare per la bellezza delle statue di fattura cinquecentesca.
L’aspetto della chiesa pare notevolmente diverso nel 1666; le porte sono ora due e non più tre; la porta a destra di chi entrava, in fondo alla chiesa, che conduceva sulla via, non esisteva più.
In una platea del 1728 sono descritti gli spazi esterni con il cimitero, l’orto, il campanile.
Un altro altare e la terza porta compaiono in una relazione del 1851: “Questa chiesa, che in tempo della edificazione della Matrice (1790-1828) dette ricovero al clero, è una delle più spaziose del paese. si entra per tre porte ed è divisa in tre navi… Dieci altari sono eretti in questa chiesa…”.
Sul tratto murario della navata centrale era posizionato l’altare della Beata Vergine Assunta: “questo altare, messo in una cappella di ferro lavorato e chiusa da porta similmente a ferro con sopra una cupola di pietra sostenuta da quattro colonne intiere e dal fabbrico della chiesa di dietro. Dietro la mensa in faccia al muro è dipinta in affresco l’Effige della Beata Vergine con in braccio il bambino ed al loro fronte vi sono due mezze corone d’argento… Dintorno a questo quadro in faccia al muro sono scolpite in basso rilievo dorato vari fatti della Scrittura, sicché questa seconda cornice fissa va divisa in tredici quadretti ed i cinque che sono al di sopra denotano i Misteri Dolorosi… Una statua così vestita, di seta, di manto e che ora si conservano in uno stipo nuovo posto nella matrice, si appartiene a questa cappella. È vestita la B.V. della Greca di una veste di seta bianca, con fiori e manto celeste…”
Questa stessa statua è stata oggetto di restauro tra il 2001 e il 2002 per volontà di don Piero Suma, già parroco di San Giorgio Martire in Locorotondo, ad opera del sig. Domenico Argese che ha ricostruito al computer tutti i particolari del vestito della Madonna della Greca e fatto realizzare l’opera seguendo questa ricostruzione. Attualmente è esposta nella nicchia a destra dell’altare maggiore della chiesa di San Giorgio.
Secondo la descrizione del Convertini nella Chiesa della Greca “nella navata di sinistra entrando vi sono più altari: Sant’Antonio, l’Addolorata, San Francesco da Paola, San Vincenzo Ferreri, il Crocifisso. Nella navata di destra la Madonna del Carmelo, l’Immacolata con San Gaetano. Nella navata di mezzo vi è l’altare maggiore della Vergine con varie effige di scultura. Prima di giungere a detto altare a destra vi è la bella ed antica e miracolosa immagine della Madonna della Greca, fatta sulla pietra da mano ignota, chiusa con lastra di cristallo, ove ancora vi è un dente di pesce, mandato dalle Indie, e propriamente da Goa nel 1794 dal missionario D. Francesco Saverio Convertini…”.
Proviene in parte dalla Chiesa Madre il ricco apparato scultoreo in pietra, tra cui spiccano il polittico dell’altare maggiore e il gruppo scultoreo di san Giorgio.
Un’epigrafe, risalente al 1794, murata al lato dell’altare di San Giorgio, lungo la parete sinistra della chiesa, informa che il cinquecentesco gruppo scultoreo del santo, al momento della demolizione della cappella in cui era collocato, all’interno della Matrice, venne integralmente ricollocato nella chiesa della Madonna della Greca:
DEO MAGNO AETERNO SACRUM IN MEMORIAM GEORGII MARTYRIS CUSTODIS URBIS ORDO ET POPULUS LOCOROTUNDI OB AMPLA BENEFICIA A FORTISSIMO MARTYRUM IN SE COLLATA STATUAM EQUESTREM QUAE IN PERVETUSTA AEDE AB ANNO ML IMMERITO SQUALEBAT NOVE TEMPLO A FUNDAMENTIS ERECTO ELEGANTIORI ORNATIS HEIC PONENDAM CURAVIT FERD. IV FELICITER REGNANTE A.D. MDCCXCIV
Rilevante, al suo interno, il polittico che ha come elemento centrale la statua della Vergine sedente con il Bambino: la Madonna delle Rose. Al lato sinistro, sono raffigurati Santa Lucia e San Pietro. A destra San Paolo e Sant’Oronzo. Immediatamente sotto l’architrave e sopra le nicchie in cui sono collocati questi santi, sono rappresentati i quattro evangelisti in bassorilievo. Nel punto medio dell’architrave, sopra la statua della Vergine, è scolpita la l’arma dei Loffredo; la parte mediana del timpano, infine, è occupata da un bassorilievo riproducente l’Eterno Padre. Nella navata di sinistra, in fondo, c’è l’altare di San Giorgio. La navata di destra è interrotta da un locale adibito a sagrestia. Oltre questo locale, a destra dell’altare maggiore, sul sito del coro, è un altare moderno che riutilizza un paliotto, rinascimentale, forse della mensa sottostante il polittico, che riproduce, a bassorilievo, un Cristo giacente fra figure di angeli. L’altare della Madonna della Greca non esiste più; si intravedono però delle tracce di affresco proprio nel luogo dov’era collocato. Infisse nella parete, immediatamente a sinistra di chi entra, si possono ancora ammirare alcune formelle raffiguranti Scene delle Sacre Scritture. Tali formelle rappresentano ciò che resta dei tredici quadri che fungevano da cornice dell’affresco della Madonna della Greca e di cui si fa cenno nella relazione del 1851. A fianco dell’altare di San Giorgio vi è la statua del guerriero genuflesso sulla cui base è riportata la scritta PIRRUS TARENT. PRINC. P.S.D. F.F. Verosimile è che rappresenti Ottaviano Loffredo poiché negli atti della Santa Visita compiuta dal vescovo Magnesio nel 1642 si legge che l’arciprete, a precisa domanda del vescovo, risponde che è stato Ottaviano Loffredo a far erigere l’inferriata che protegge l’altare della Madonna della Greca così come lo stesso Loffredo era stato il committente dell’altare maggiore, con il polittico, ed egli era rappresentato nella statua del guerriero genuflesso. Probabilmente avrà fatto scolpire la statua intitolandola a Pirro in segno di ringraziamento. L’anacronistica designazione di principe di Taranto è anche in una lapide ubicata presso la chiesa di Santa Chiara a Napoli; qui i del Balzo sono indistintamente considerati principi di Taranto.
Possibili precedenze cultuali potrebbero identificarsi nel tratto murario della campata centrale, sopravvissuto perché ospitava l’antico altare dell’Assunzione. Vi si intravede un frammento d'affresco, una Madonna con Bambino, forse fulcro della primitiva costruzione; la statua lapidea posta sotto l’arcata della retrostante parete è della Madonna delle Grazie e proviene dall'omonima cappella esistente nella distrutta Chiesa Madre.
Occorre ricordare la presenza di una finestra murata sullo stesso tratto murario, emersa dopo i restauri, che ora si affaccia sulla navata laterale destra dove non ha ragione di essere e che, invece, viene giustificata se si suppone che questo muro sia stato un tempo parete di fondo della primitiva cappella della Beata Vergine dell’Assunta. L’altare doveva sicuramente essere il maggiore che, secondo la tradizione costruttiva del tempo, era posto di fronte all’ingresso principale che si apriva su importanti strade, in questo caso quella per Cisternino e per Francavilla.
Alla fine degli anni ’50 del XX secolo con un ultimo intervento di restauro-oltraggio furono rimossi gli altari laterali e le suppellettili, insieme al pavimento di basole in pietra locale, sostituito da lastroni di finto marmo, così come il Calvario che si trovava alle spalle della chiesa.
Giuseppe Baccari informa che durante il colera del 1867, la chiesa della Greca era stata adibita a cimitero. In quell’occasione ne vennero murate porte e finestre. Fu riaperta solo nel 1893 e dal Comune fu offerta alla confraternita di San Rocco che vi operò una serie di interventi senza obiezioni da parte di alcuno. Distrusse il grande cortile con l’annessa scalinata all’ingresso della chiesa; disfece i due pilastri che esistevano all’ingresso della scalinata stessa su cui erano le statue in pietra dei Santi Apostoli Pietro e Paolo; alterò la prospettiva e ne disfece il grande rosone in pietra a lavori intagliati che formava la grande finestra centrale di prospetto. All’interno dipinse a colore le antiche statue e i bassorilievi dell’altare maggiore, nonché la statua in memoria di Pirro del Balzo. Coprì di stucco le colonne in pietra che formano i pilastri alla volta. Venne distrutto l’altare votivo con l’antichissima cancellata in ferro battuto che lo custodiva. Alla distruzione del rosone si pensò di porre in parte rimedio, grazie all’opera in pietra di un artigiano locale Domenico Rosato che, su disegno di Vito Giuseppe Curri, fu artefice di una riproduzione posta in opera nel 1981.

BIBLIOGRAFIA
BACCARI G., Memorie storiche di Locorotondo, Locorotondo, biblioteca del lavoratore, 1968
AA.VV., Ricerche per una storia di Locorotondo, Fasano: Grafischena 1990.
GUARELLA G., La Chiesa della Madonna della Greca, Locorotondo 1983.
RUSSO L., Antonio Bruno. Medico e filosofo locorotondese, Bari: Grafica Bigiemme, 1980
SAMPIETRO G., Fasano. Indagini storiche. Fasano: Nunzio Schena editore, 1979
SEMERARO HERRMANN M. L. , I capitelli della Chiesa della Madonna della Greca a Locorotondo in “Locorotondo” 20 (2003), Locorotondo: Banca di Credito Cooperativo, 2003

Foto nel testo: Affresco della Beata Vergine Assunta

Non è consentito l'utilizzo non autorizzato delle immagini e dei testi

Documenti correlati
Disegni della chiesa Madonna della Greca di Locorotondo - opere dell'arch. Domenico Sasso
Prospetti
Piante
Sezioni

Arch. Domenico Sasso, Relazione sul recupero della chiesa Madonna della Greca in Locorotondo

<- indietro