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IL RESTAURO DELLA CHIESA
DELL'IMMACOLATA IN MESAGNE

Sono stati ultimati il 6 luglio 2011 i lavori di restauro delle facciate e del campanile a vela della chiesa dell’Immacolata che è in Mesagne.
Ad appena due mesi dall’inizio dei lavori, avviati nello scorso mese di maggio, il compendio si presenta finalmente pienamente leggibile per chi si fermi in piazza Vittorio Emanuele su cui prospetta.
Il progetto di recupero è stato finanziato dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. I lavori sono stati realizzati grazie ai fondi dell’otto per mille e appaltati dall’arcidiocesi di Brindisi- Ostuni alla ditta C & G S.r.l. di Mesagne.
Le opere conservative sono state eseguite grazie al progetto realizzato dall’ing. Luigi D’Amato, dello studio D’Amato Engineering di Veglie, con la consulenza statica del giovane ing. Luca D’Amato e storica del prof. Giacomo Carito.
L'inizio dei lavori è avvenuto lo scorso 11 maggio e la scadenza contrattuale era prevista al 9 maggio del 2012.
Il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, nei giorni immediatamente successivi all’inizio dei lavori chiese un incontro al geometra Angelo Contessa, amministratore unico della C & G e al direttore dei lavori ing. Luigi D'Amato, per sollecitare una rivisitazione del crono programma in vista delle festività patronali. La ditta appaltatrice insieme al progettista, per soddisfare il desiderio dello stesso primo cittadino, ha triplicato le squadre di operai, specializzate nelle opere di restauro, per arrivare in poco tempo allo splendido risultato previsto e ottenuto in questi giorni. In media hanno operato in cantiere diciotto unità lavorative al giorno per due mesi.
Durante i lavori particolare attenzione è stata rivolta alla pulizia e al consolidamento delle molteplici ed evidenti lesioni presenti sulle facciate che sono state eliminate con visibile successo. È stata sperimentata una nuova tecnica per riparare il monumento dai volatili, in particolare i famigerati piccioni con l’applicazione di una rete protettiva in polietilene che resiste ai raggi ultra violenti e scoraggia lo stazionamento dei colombi.
In questo modo le facciate e il campanile a vela della chiesa dell’Immacolata potranno rimanere in ottime condizioni molto a lungo.
Questo metodo innovativo è utilizzato da qualche tempo in molte città d’arte; la stessa basilica cattedrale di San Marco a Venezia è protetta da una simile rete.

Relazione tecnica

La chiesa dedicata alla Madonna Immacolata, costruita nei primi decenni del XV sec., è stata interamente realizzata con materiali tipici dell’edilizia locale quali calcareniti compattizzate qui denominate tufo.
Il campanile secentesco campanile a vela è stato eretto utilizzando grandi blocchi di carparo, probabilmente provenienti dalle antiche mura della città.
Si tratta di pietre che raccontano una storia plurimillenaria; basti osservare quei fossili incastonati come gemme nella parete laterale del campanile. L’intera fabbrica ha subito vari interventi d’integrazione; basterà qui ricordare che le campane sono state sostituite nel 1846 e che la parte laterale del campanile è aggiunta seriore.
Scopo dell’intervento è stato quello di eseguire un restauro conservativo nel rispetto della reversibilità dei materiali utilizzati e compatibilità con quelli esistenti.
L’intervento si è articolato nelle seguenti fasi: pulitura, sigillatura, stuccatura, consolidamento, sostituzione e protezione finale.
La pulitura è stata fatta mediante un primo lavaggio con acqua deionizzata per la rimozione dello sporco più, decoeso. In seguito è stato necessario un secondo intervento di pulitura per la rimozione di croste nere mediante il metodo IOS. Si è poi proceduto alla rimozione meccanica di scialbo a base di calce presente su tutto il campanile e di uno strato d’intonaco aderente e compatto presente su tutta la zoccolatura.
Terminata la fase di pulitura, sono state accuratamente controllate le sigillature dei giunti provvedendo al rifacimento di quelle deteriorate. Le sigillature e le stuccature sono state eseguite impiegando materiali di tipologia simile al litoide esistente con l’impiego di polveri di pietra e calce idraulica. Le sigillature sono state eseguite scrupolosamente anche sulle fessure più piccole.
È stato eseguito un controllo statico degli elementi aggettanti e delle mensole: le parti che hanno presentato perdita d’adesione alla superficie portante sono state fissate con iniezioni di resina epossidica e perni di acciaio inox.
La sostituzione mediante il metodo del “scuci e cuci” ha interessato quelle zone talmente deteriorate, quali la zoccolatura, da non poter ottenere risultati soddisfacenti mediante un consolidamento.
Ultima operazione è stata l’applicazione su tutta la superficie lapidea di trattamento resinoso a base organica.

     
 
1. Mesagne. Chiesa dell'Immacolata. I lavori di restauro
2. Mesagne. Chiesa dell'Immacolata. 1846. Campana
3. Mesagne. Chiesa dell'Immacolata, Campanile. Fossili nella muratura

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