.:. CHIESE

SAN GIUSEPPE LAVORATORE
San Pancrazio Sal.no

Eretta su progetto dell'arch. Antonio Manni del 1996, la chiesa di San Giuseppe Lavoratore sorge nella Zona Artigianale, poco distante dalla strada provinciale 7/ter che conduce a Taranto.

Dopo la benedizione della prima pietra, il 16 dicembre 1996, dell'Arcivescovo Settimio Todisco, il 13 gennaio 1997 l'impresa Perrone Pierino da Veglie diede inizio ai lavori.
Il 23 gennaio 2000 la chiesa, parroco della suddetta era don Pierino Manzo, venne dedicata a San Giuseppe Lavoratore.

L'uso di materiali diversi sia all'interno che all'esterno, quali il carparo, la pietra leccese e la pietra di Trani bocciardata, conferiscono alla chiesa un aspetto semplice ma elegante inserendosi senza contrasto con le strutture che costituivano l'iniziale complesso parrocchiale.

Alla sinistra della facciata si eleva la torre campanaria lungo la quale in ordinata progressione si aprono finestre dalle dimensioni diverse che, oltre a essere funzionali, conferiscono alla struttura un gradevole effetto visivo e un aspetto slanciato; il piccolo portico, sorretto da quattro colonne, copre il sagrato sopraelevato di 4 gradini rispetto al piano dell'ampia piazza prospiciente.
Tra la candida pietra di Trani che riveste la facciata si apre il portone centrale sormontato da un mosaico con l' immagine di San Giuseppe.

L'ampia sala interna, abbellita e illuminata da vetrate artisticamente decorate con scene della vita di Gesù, stringe verso il presbiterio, al centro del quale è posto un altare in marmo e a sinistra l'ambone in legno.

L'abside, dalla cupola semicircolare realizzata con pietre a vista e illuminata dalla luce che si effonde dalle differenti quote delle volte, è impreziosita da una composizione di vetri decorati raffiguranti l'Ultima Cena che interrompe l'uniformità della parete rivestita in pietra leccese.

Al termine della navata, alla destra del presbiterio, si presenta il fonte battesimale con la parete rivestita da un mosaico con la maestosa figura di San Giovanni Battista che battezza il Salvatore.

Da un'arcata del lato sinistro si accede alla cappella feriale ove è custodito il Santissimo Sacramento.
Alcune statue antiche in cartapesta, donate dai fedeli, sono conservate nella sagrestia.

Testo di Pancrazio Stridi

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