La
chiesa di Sant'Anna è ubicata sulla sommità
della collina su cui è sorta la città
di Carovigno. Eretta tra la fine del seicento
e gli inizi del secolo successivo rappresenta
uno delle strutture più significative della
città, proponendosene quale luogo ad alta
valenza simbolica. Originariamente a un'unica
navata centrale, nel diciannovesimo secolo venne
ampliata sul lato sinistro, verso la facciata
di ingresso e sul lato del castello.
Primo proprietario della chiesa si presume sia
stato Michele Imperiali, feudatario di Carovigno.
Ciò è attestato dall' aquila di
nero coronata dello stesso caricante un palo d'oro
in un campo d'argento che spicca fra le decorazioni
dell'altare maggiore, sotto il paliotto. Tale
feudatario a sua volta concesse l'uso di questo
luogo sacro alla confraternita del Santissimo
Sacramento che, ne1779, ebbe riconoscimento giuridico
da Ferdinando IV.
Alla morte dell' Imperiali la chiesa di Sant'Anna,
come tutti i beni feudali dello scomparso, venne
assorbita dalla corona per mancanza di successori.
In nome del re, dal 1782 il Regio Fisco Allodiale
si trovò ad amministrare tutto quel patrimonio;
in quest'anno il priore della confraternita, d.
Felice Cavallo, adducendo la richiesta di una
continuità di fruizione di tale luogo da
parte del sodalizio, riottenne dalla Regia Camera
della Sommaria l'uso della chiesa.
Non mancarono azioni di disturbo da parte di eredi
che avevano chiesto, tramite un loro agente, la
restituzione degli arredi sacri che non vennero
loro consegnati in quanto il re nel 1785, ne dichiarò
il "pacifico e legale possesso" da parte
della confraternita.
Nel 1791 venne dato il possesso dei beni esistenti
nel feudo di Carovigno al principe di Frasso,
c. Gerardo Dentice, che ne era stato l'acquirente
e che, grazie al dr. Ignazio Del Prete, fece inventariare
quanto ricevuto dal Fisco. La chiesa di Sant'Anna
rimase di proprietà, o almeno di patronato,
dei Dentice di Frasso per molto tempo. Nel 1804
si incominciò a progettare l'ingrandimento
di quel luogo sacro con la fabbrica del cappellone
e più tardi, della navata che si incontra
entrando a sinistra. Nel 1864 viene compiuto un
primo intervento di restauro diretto dall'architetto
locale D. Vincenzo De Vita con la costruzione
di un'altra navata simmetrica alla prima dalla
parte del Castello.
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Le condizioni dell'edificio,
per cause a noi ignote divennero tali che nel
1870 mastro Francesco Sgura di Ostuni venne invitato
a fare un sopralluogo; ne seguì, col maestro
Giovannino Sasso da Ostuni che vi lavorò
dal 16 ottobre 1887, il restauro che interessò
le volte delle navate, la cupola e la facciata
laterale oltre la stuccatura delle pareti interne.
Nel 1902 su disegno dell' arch. d. Vito Felice
De Vita, fu ampliato il coro.
Tali integrazioni del vecchio con il nuovo, troppo
spesso ripetute sulla base di esperienze non certamente
positive realizzate nel passato, furono tali da
generare l'idea di un nuovo intervento che concorresse
a rendere alla chiesa di Sant'Anna, dal punto
di vista architettonico, caratteristiche raffrontabili
al Castello che da poco si era cominciato a restaurare
e ingentilire per mezzo dell'arch. Gaetano Marschietzek
di Lecce cui nel 1911 si affidava il compito della
ridefinizione della chiesa. Fu smontato il vecchio
campanile che si trovava sulla facciata a filo
della porta d'ingresso e ripristinato nella parte
posteriore della chiesa: nel 1912 si incominciò
a lavorare sulla facciata di ingresso, più
propriamente sul portale che per disegno ed ornamentazione
si riallaccia a quello della chiesa dei Santi
Nicolò e Cataldo di Lecce. L'altare maggiore
venne modificato e ingentilito secondo le forme
proposte dallo stesso Marschietzek; lo stesso
avvenne per il pavimento realizzato in cemento
con il sistema Peluso a mosaici ornamentali, a
somiglianza della pavimentazione del salone di
rappresentanza del Castello Dentice. Il 20 Marzo
del 1913, fu dato incarico all'artista Pietro
Stano da Manduria perché dipingesse i quattro
evangelisti sui pennacchi che sorreggono la cupola
centrale, anch'essa dipinta a motivi floreali
e geometrici dallo stesso Stano. Questi rifece
le cornici delle due grandi tele ora mancanti
e il resto delle dorature e pitture presenti nella
chiesa. Con il collaudo effettuato il 14 Maggio
del 1913 la ristrutturazione della chiesa si poteva
ritenere conclusa. Con l'intervento dell'arch.
Marschietzek la chiesa di Sant'Anna fu plasmata
da quell'esprit de finesse che è tipicamente
leccese e che non si limitò a investire
l'esterno, ma anche l'interno; mantovane a coreografare
l'altare maggiore, grigliati, separé di
divisione tra il coro e la restante parte della
chiesa, coro impreziosito da un organo a due tastiere
acquistato in sostituzione del vecchio dalla casa
canadese Beli.
Testo dell'arch.
Domenico Sasso
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la
cupola |
la
volta |
il
portale |
l'interno |
il
rosone |
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Foto di Alessandro Guarino
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