L’Arcidiocesi
di Brindisi-Ostuni - Ufficio per i Beni Culturali
Ecclesiastici, in collaborazione con la società
di Storia Patria per la Puglia sezione di Brindisi,
presenta la seconda edizione della rassegna La
Girolmeta, musica d’organo nell’arcidiocesi
di Brindisi-Ostuni, sotto la direzione artistica
della maestra Giovanna Tricarico. Si prevedono
tre appuntamenti nei giorni 15, 19 e 25 settembre,
sempre con inizio alle ore 19.30, presso la chiesa
del Sacro Cuore dei Salesiani in Brindisi. Si
alterneranno musicisti dall’indiscussa professionalità,
quali Wolfgang Seifen (organo), Graziano Semeraro
(organo) Giovanna Tricarico (clavicembalo e organo).
Il costume ebraico di accompagnare il canto all’esercizio
del culto passò quasi intatto ai primi
cristiani sicché fin dal primo sorgere
dell’èra cristiana la musica ebbe
nella vita della chiesa particolare importanza.
e il canto sacro venne acquistando una posizione
indipendente, pur conservando notevoli elementi
di derivazione delle melodie ebraiche, greche,
gnostiche e una funzionalità liturgica
che ne faceva l’anima orante del rito. Il
canto nella chiesa ha avuto originariamente lo
scopo di rendere più solenne la preghiera
pubblica; è quindi eminentemente liturgico,
poiché la liturgia è nata con il
canto. Cantico, in greco ,
si dice in genere una composizione poetica, destinata
al canto, per lode e ringraziamento a Dio. San
Paolo, parlando dei canti eucologici dei primi
cristiani, ricorda espressamente i cantici insieme
ai salmi e agli inni. La tradizione ecclesiastica
non ci ha conservato elementi sufficienti per
distinguere con precisione queste tre categorie
di canti, e specialmente i cantici in confronto
dei salmi e degli inni. Però la disciplina
liturgica seguendo i testi paolini classifica
con gli stessi termini i canti poetici in uso
nella chiesa: salmi sono i testi poetici
contenuti nel Salterio davidico; cantici
invece quelli contenuti nella Bibbia fuori del
salterio, e questo è ormai il senso specifico
del vocabolo in liturgia. I primi a essere adoperati
nella liturgia furono il cantico detto di Mosè
al mar Rosso (Ex. 15, I sgg.) e quello
dei tre fanciulli nella fornace (Dan.
3,52 sgg.) che sono, si può dire, i cantici
tipici. In seguito se ne aggiunsero altri e in
particolare i cantici evangelici Benedictus,
Magnificat, Nunc dimittis, i
quali, soprattutto per opera di san Benedetto,
divennero di uso quotidiano. Per quasi tutto il
primo millennio il canto liturgico cristiano,
nei suoi vari aspetti, derivanti da ricche e antiche
tradizioni di canto ambrosiano, gallicano, mozarabico
e bizantino, si mantenne rigidamente monodico,
anche se qualche accenno lascia intendere, nella
Schola cantorum di Roma o altrove un
inizio di polifonia. Codificato da san Gregorio
Magno il canto latino si diffuse per tutto l’Occidente,
costituendo così il sostrato di ogni musica,
la fonte prima a cui l’arte europea dei
suoni attinse per parecchi secoli. Sulla trama
infatti delle melodie gregoriane, furono intessute,
verso il Mille, le prime incerte polifonie, e
sul loro ricco sfondo tematico vennero costruite,
nel sec. XVI, le grandiose architetture della
polifonia palestriniana. Subito dopo il Mille
va rilevato il sorgere, con il formarsi dei linguaggi
nazionali o volgari dal ceppo latino,
di nuove forme musicali a carattere popolano e
profano che pendono sviluppi e lineamenti diversi
da paese a paese; allo stesso modo delle lingue
romanze nei rispetti della lingua madre latina,
si diramarono dal ceppo del gregoriano le forme
derivate e affini, in certo senso, a un volgare
musicale, dei tropi, delle sequenze, del dramma
sacro. Alle soglie del 1600 prevale la monodia;
del tessuto connettivo della polifonia non rimane
ora che uno sfondo armonico, stratificato nell’accompagnamento
strumentale da cui viene detta monodia accompagnata,
con il sorgere di forme tipiche quali l’aria,
la cantata, il melodramma, l’oratorio. Generi
della musica sacra sono il canto gregoriano e
popolare, la polifonia classica della musica moderna.
Le forme della musica liturgica sono principalmente
la messa nelle sue parti fisse e mobili e la salmodia
nei suoi vari elementi: salmo, antifona, inno,
versetto. Le forme della musica extra liturgica
sono le composizioni corali di vario genere, che
interpretino testi riferentesi alle diverse funzioni
extra liturgiche. La musica religiosa è
invece la libera interpretazione vocale e strumentale
del sentimento religioso individuale mo collettivo:
tali sono gli oratori, le cantate, le sinfonie
sacre, le passioni.
La rassegna La Girolmeta propone una
ricognizione della musica religiosa che costituisce
un unicum per la Puglia.
-> Locandina
Ufficio
dei Beni Culturali Ecclesiastici – Arcidiocesi
di Brindisi - Ostuni
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