Intervento del Prof. Hubert Houben (Università
di Lecce)
Dopo il discusso bestseller di
Dan Brown “Il Codice da Vinci”, da
qualcuno malignamente, ma non senza ragione apostrofato
come “Il Codice della bufale” (F.
Cardini), vanno di modo i Templari. Come osservò
già Umberto Eco nel suo romanzo “Il
pendolo di Foucault” “i Templari c’entrano
sempre ...”. E dopo film come “Le
crociate” anche il Medioevo e le crociate,
malintese come guerre di religione, trovano l’interesse
di un pubblico più vasto.
Meno conosciuto dei Templari è un’altro
Ordine religioso-militare, ispiratosi proprio
al modello di questi cavalieri-monaci. Si tratta
dell’Ordine Teutonico fondato nel 1190 da
cavalieri tedeschi in crociata in Terra Santa.
Questo Ordine, in modo simile a quello dei Templari,
ottenne poi numerose donazioni di terre e di denaro,
ed istituì delle commende in tutta l’Europa.
Un ruolo di primo piano giocarono naturalmente
le commende pugliesi, essendo la Puglia all’epoca
sia una delle regioni preferite per l’imbarco
di pellegrini e di crociati diretti in Terra Santa,
ma anche la regione fornitrice di prodotti alimentari
(grano duro, olio, vino e legumi) e di cavalli
per i cavalieri attivi nella lotta contro i musulmani.
La più antica commenda pugliese dell’Ordine
Teutonico fu quella di Brindisi, seguita poi da
Barletta, Bari, Corneto-Torre Alemanna (Cerignola)
e S. Leonardo di Siponto (Manfredonia) per menzionare
soltanto quelle che sopravvissero fino al sec.
XV, mentre meno longeve erano le commende di Mesagne,
Trani, Ginosa ed altre. L’Ordine aveva anche
una casa a Lecce, ubicata vicino a quella dei
Templari, la quale ha dato il nome all’attuale
Via Templari nel centro storico. Fu inoltre presente
a S. Maria al Bagno, a Nardo, a Ugento e altre
località del Salento.
La maggior parte dei membri dell’Ordine
erano cavalieri che avevano fatto i voti monastici
di povertà, castità ed obbedienza,
poi c’era un gruppo piuttosto ristretto
di sacerdoti, e infine dei fratelli laici, i cosiddetti
familiari. Tra questi c’era anche un celebre
salentino, Raimondo del Balzo Orsini (†
1406), conte di Soleto e di Lecce nonché
principe di Taranto. Del resto, già Roberto
di Biccari, conte di Lecce e di Ostuni, nel 1221,
aveva donato ai Teutonici diversi beni ubicati
a Torre S. Sabina, tra cui oliveti e vigneti nonché
28 buoi e 80 pecore. Mentre Roberto di Biccari
era soltanto un benefattore dell’Ordine,
Raimondo del Balzo Orsini entrò in rapporti
più stretti con l’Ordine diventando
un suo confrater, cioè un suo affiliato
laico. Raimondo, personaggio in cerca di avventure
e di fortuna, nella gioventù si recò
con altri cavalieri meridionali in Prussia per
combattere, insieme ai cavalieri dell’Ordine
Teutonico, contro i Lituani, che erano ancora
pagani.
Una peculiarità dei Teutonici, che li distingueva
dai Templari e dai cavalieri giovanniti, era infatti
il fatto che essi, sin dal Duecento, oltre in
Terrasanta combattevano i pagani anche nel Baltico.
Dopo la caduta dell’ultima roccaforte cristiana
in Terrasanta, Acri, caduta nel 1291 in mano dei
musulmani, i Teutonici trasferirono la loro sede
centrale prima per alcuni anni a Venezia, e poi
nel 1309 definitivamente in Prussia, nel castello
di Marienburg (oggi Malbork in Polonia).
Nell’occasione del suo viaggio in Prussia
(intorno al 1377 circa), Raimondo del Balzo Orsini
avrebbe ricevuto l’investitura come cavaliere
e sarebbe diventato confrater dell’Ordine.
Tornato nell’Italia meridionale avrebbe
sempre portato al collo la croce dei Teutonici,
come sappiamo da una lettera inviata dal procuratore
generale dell’Ordine presso la Santa Sede
inviata al Gran Maestro. Sul modello della croce
teutonica fu “inventato”, all’inizio
dell’800, la croce di ferro, prima una onorificenze
militare per i soldati tedeschi nella guerra di
liberazione dal dominio di Napoleone, poi usata
anche come decorazione militare per i soldati
tedeschi della prima e seconda Guerra mondiale.
Fu quindi suggerito, sul piano simbolico, una
continuità tra cavalieri teutonici medievali
e soldati tedeschi dell’età moderna.
Il fatto che Hitler abbia portato con orgoglio
questa onorificenza, conferitagli durante la prima
guerra mondiale, ha fatto poi sì che fu
inoltre suggerito una linea di sviluppo ideali
tra Teutonici, Prussiani e Nazisti. In una recensione
a un libro sull’Ordine Teutonico, apparsa
nel 1971 sul “Corriere della Sera”,
si parlò infatti dei cavalieri teutonici
come “i bisnonni di Hitler”. Qui influì
certamente anche la tradizione storiografica polacca,
ostile ai “crociferi”, e, inoltre,
il mito negativo dei Teutonici, rappresentato
in un celebre film del regista sovietico Sergej
M. Ejzenstein dal titolo “Alessandro Nevskij”
(1938). In questo film, influenzato direttamente
da Stalin, i cavalieri teutonici furono raffigurati
come i campione dell’aggressivo mondo germanico
in contrapposizione al mondo slavo difeso dall’Unione
Sovietica.
Non è però corretto associare l’Ordine
Teutonico al Nazismo, perché esso, nel
secolo XX si era già trasformato in un
Ordine religioso legato alla Chiesa cattolica.
È significativo il fatto che Hitler, nel
1938, ne decretò la soppressione per poter
strumentalizzare i suoi simboli, tra cui la croce
teutonica, in un senso che non aveva nulla da
fare con i principi cristiani a cui si ispirò
l’Ordine. L’uso degli antichi castelli
dell’Ordine Teutonico in Prussia come centri
di formazione dell’elite nazista contribuì
ulteriormente ad associare nell’opinione
pubblica l’immagine dei Teutonici a quello
dei nazisti.
Nel secondo dopoguerra, e particolarmente dopo
la nuova Ostpolitik, concretizzatasi nel trattato
di Varsavia stipulata nel 1970 tra Germania e
Polonia, si è avviata una profonda revisione
delle posizione storiografiche tedesche e polacche,
fino ad allora contrapposte. Dopo la svolta del
1989 anche in altri paesi dell’Europa dell’Est
la storia dei cavalieri teutonici fu vista in
una luce diversa. A ciò ha anche contribuito
che particolarmente negli anni Novanta sono aumentate
le ricerche sulla presenza dei cavalieri teutonici
nel Mediterraneo. Divenne sempre più evidente
che era sbagliato giudicare l’Ordine Teutonico
soltanto per le sue vicende nel Baltico, mentre
emergevano sempre nuove conoscenze sulla presenza
dell’Ordine ai confini della cristianità
e proprio nel Mediterraneo, dove ebbe delle commende
non soltanto in Puglia e in Sicilia, ma anche
in Grecia, Turchia (nella cosiddetta Piccola Armenia
in Cilicia), a Cipro, in Spagna e in Francia.
Proprio nel Mediterraneo l’Ordine Teutonico
dimostrò una straordinaria capacità
di adattarsi ad ambienti geografici diversi e
a convivere con religioni, popoli e culture diverse.
Per fare solo un esempio significativo, e fino
a qualche anno fa sconosciuto, in Sicilia i cavalieri
teutonici collaborarono particolarmente con gli
ebrei ed altre minoranze etniche come immigrati
lombardi e catalani. E in Puglia l’Ordine
ebbe ottime relazioni con la società locale.
Le ricerche sulla dimensione mediterranea dell’Ordine
Teutonico sono state intensificate nell’Università
di Lecce in seguito alla fondazione, nel 2001,
del “Centro di Studi sulla Storia dell’Ordine
Teutonico nel Mediterraneo” che ha già
organizzato tra convegni internazionali (tra il
2003 e il 2006 e pubblicati tre volumi nell’apposita
collana “Acta Theutonica” (Congedo
Editore, Galatina).
Il quarto di questi Convegni, che si tiene ora
il 14 e il 15 settembre a Bari, Lecce e Brindisi,
è stato organizzato in collaborazione con
la Commissione Storica Internazionale per le ricerche
sull’Ordine Teutonico (Internationale Historische
Kommission zur Erforschung des Deutschen Ordens).
Questa commissione, la cui finalità è
la ricerca interdisciplinare e internazionale
sulla storia dell’Ordine, è stata
fondata nel 1985 a Vienna da storici austriaci,
italiani, polacchi e tedeschi ed è attualmente
composta da 27 Studiosi provenienti da 10 paesi.
Essa organizza, con scadenza biennale, convegni
internazionali in paesi, dove in passato è
stato presente l’Ordine. I Convegni più
recenti si sono tenuti a Klaipeda/Memel in Lituania
(2002) e a Utrecht in Olanda (2004), mentre è
la prima volta che la Commissione si riunisce
nell’Italia meridionale.
Mentre i Templari furono soppresso all’inizio
del Trecento, i Teutonici riuscirono a superare
anche i periodi di crisi. A Lecce, nel Quattrocento,
la chiesa di S. Maria degli Alemanni era tra quelle
che dovevano contribuire alla manutenzione delle
mura, come si evince dal cosiddetto “Codice
di Maria d’Enghien”. La presenza dell’Ordine
in Puglia e nel Mediterraneo terminò nella
seconda metà del ‘400, mentre a nord
delle Alpi la Riforma protestante segnò
la fine di molte commende teutoniche. In alcune
zone rimaste cattoliche l’Ordine riuscì
però a sopravvivere, sopratutto nell’Impero
asburgico alla cui casa regnante era legato, tanto
che nell’800 divennero Gran Maestri dell’Ordine
Teutonico membri della casa di Habsburg.
Nel Novecento l’Ordine si trasformò
da Ordine cavalleresco in Ordine religioso, e
in questa veste esiste ancora oggi. Sacerdoti
e suore dell’Ordine sono attivi sopratutto
nel campo sociale e ospedaliero in molti paesi
europei. Per fare solo un esempio, in Germania
l’Ordine Teutonico è l’ente
che gestisce il maggior numero di centro per il
ricupero di alcoolisti e drogati. Ciò è,
in un certo senso, un ritorno alle origine dell’Ordine
Teutonico che era nato come Ordine ospedaliero,
cioè per dare assistenza ai pellegrini,
ai poveri e agli ammalati - il concetto medioevale
di ospedale è infatti più ampio
di quello moderno - , e che si era soltanto in
un secondo momento trasformato in un Ordine religioso-militare.
Come l’imperatore svevo Federico II, grande
sostenitore dei cavalieri teutonici e grande estimatore
della Puglia, così anche l’Ordine
Teutonico costituisce un importante elemento della
storia pugliese. Propria per la sua presenza tra
Mediterraneo e Baltico, zone geografiche di “incontri
e scontri tra religioni, popoli e culture”,
come recita il sottotitolo del Convegno. Si tratta
di un tema oggi più attuale che mai in
un Mediterraneo, dove le popolazioni di Israele,
Palestina e Libano vengono confrontate ogni giorni
con i problemi della convivenza tra religioni,
popoli e culture diverse.
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