Giovanni
Tarantini
note biografiche
Giovanni
Tarantini (1805-89) si addottorò in teologia
e diritto canonico a Napoli. Arciprete e canonico
teologo della chiesa di Brindisi, docente di teologia
al locale seminario sino al 1851, fu bibliotecario
della "Annibale De Leo" e iniziatore
delel civiche raccolte d'antichità. Dal
1875 ispettore degli Scavi e monumenti,
promosse il restauro di San Giovanni al Sepolcro
che, pur ideale "luogo di deposito degli
oggetti di antichità che si rinvengono",
nel 1879 era "in stato di deplorevole e minacciante
rovina". Nel 1883 fu incaricato, in uno con
Giovanni Nervegna, "di prestare l'opera sua
per l'ordinamento degli oggetti di antichità"
nella sede designata.
Fu oggetto di attenzione da parte
della Sottoprefettura che in un rapporto del 17
gennaio 1880 rileva: "La sola associazione
politica presente in questo circondario è
quella sedicente Associazione liberale costituzionale,
volgarmente qui chiamata Associazione cattolica.
Essa è capitanata dal prof. Raffaele Rubini
e sostanzialmente dal vicario capitolare canonico
Tarantini già molto protetto dai Borboni
e clericale antico ed attivo". In realtà
il grande studioso, come il matematico Rubini,
non aveva intenzioni eversive e non era stato,
come l'altro, molto protetto dai Borboni; entrambi,
invece, avevano sostenuto con il vecchio e nuovo
regime la necessità di cambiamenti sostanziali
che rendessero a Brindisi dimensione europea.
Nel campo della tutela dei beni
culturali Giovanni Tarantini ebbe il merito, ben
spesso contro la volontà della civica amministrazione,
oltre che di aver reso a Brindisi una civica istituzione
museale, d'ottenere la salvaguardia del chiostro
e della chiesa di San Benedetto; delle vasche
limarie che si volevano distruggere per dar luogo
a una strada; di Santa Maria del Casale; della
cripta di San Nicola nella Santissima Trinità;
delle chiese in grotta di San Giovanni a Cafaro
e San Biagio a Jannuzzo cui pure dedicò
attente monografie.
Collaborò al IX volume: Inscriptiones
Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni
del Corpus Inscriptionum Latinarum di Theodor
Mommsen (1817-1903.
Immagine: Anonima bottega locale.
Giovanni Tarantini. Museo diocesano
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