Singolarissima
è, in Brindisi, la consuetudine per la
quale si svolge la processione del Corpus Domini.
La leggenda fondativa non manca di contraddizioni
e anacronismi già rilevati da Pasquale
Camassa nella sua Guida di Brindisi il 1897:
“A questo proposito così racconta
lo storico brindisino e noi lo riferiamo. Per
debito di cronista aggiungiamo che nella storia
delle crociate di questo fatto non si fa cenno.
Dell'anacronismo che altri può riscontrare
in questa leggenda lasciamo responsabile il Padre
A. della Monaca.
Si vuole che Ludovico IX di
Francia caduto nelle mani di Saladino, mentre
combatteva contro di lui a Damiata, nel recarsi
in Occidente per prendere gli 8oo.ooo bisanti
d'oro pel riscatto suo e dei fratelli, avesse
lasciato come pegno al Sultano un'Ostia consacrata.
Capitato a Brindisi, vi trovò Federico
II, che fece qui coniare monete d'oro e d'argento,
e 30.000 marche di questa moneta dette a Ludovico,
che partì tosto a Damiata per pagare a
Saladino il pattuito riscatto. Ma costui ammirando
la fede e la lealtà del re di Francia,
generosamente rifiutò il riscatto, restituì
il sacro pegno e fece con lui la pace. Tornando
dall'Egitto, spinto dai venti, Ludovico capitò
di nuovo a questi lidi, e non potendo prender
porto, si ancorò sulla spiaggia a scirocco
delle Pedagne. Volendo poi render grazie all'Altissimo
per gli scampati pericoli, fece chiamare da Brindisi
l'Arcivescovo e il suo clero a rilevare processionalmente
il Corpo di N. S. che egli, per privilegio accordatogli
dalla Santa Sede, portava sulla nave, dov'era
pure un Legato pontificio. L'Arcivescovo Pietro
III, essendo molto vecchio, vi si recò
cavalcando un bianco cavallo, e preso il Santissimo,
tornò in paese sullo stesso cavallo, facendo
da palafrenieri lo stesso Ludovico e Federico
II. Ciò avveniva nell'anno 1252. Istituitasi
poi da Urbano IV la festa del Corpus Domini nel
1264, pare che, volendosi serbare memoria di quell'avvenimento,
si ottenne dalla città di Brindisi un tale
privilegio, che costantemente si è conservato.
È fama che nel punto della spiaggia, dove
il cavallo pose i piedi, mentre l'Arcivescovo
prendeva dalla nave il Corpo di G. C , sgorgasse
acqua dolce; e si mostrano anche oggi alcune fossette,
che si vuole fossero state le orme del cavallo.
Gli è certo però che sin da quel
giorno quella spiaggia, che dista circa tre miglia
da Brindisi, s'intitolò dal cavallo, e
Torre del Cavallo si chiamò la torre, che
fu ivi eretta per iniziativa di Pasquale Faccirosso.
Anzi sulla torre primitiva, sostituita poi da
quella, dove oggi soggiorna la brigata doganale,
a memoria dell’avvenimento, si sicorgeva
un bassorilievo lapideo rappresentante un ostensorio
coll’Ostia. Quel bassorilievo si conserva
nel museo della biblioteca pubblica”.
Il bassorilievo, che da Giovanni Tarantini era
stato recuperato, non è più in pubbliche
collezioni.
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