.:. STORIA

STORIA DELL’ARCIDIOCESI
4 - secoli XI e XII
a cura del prof. Giacomo Carito

Verso la fine del X secolo, durante l'impero di Basilio II (976 – 1025) la diocesi di Brindisi fu elevata ad arcivescovado. L’azione del basileus va ricompresa nella sua politica di ridefinizione della presenza di Bisanzio in Italia meridionale; nel 992 per fronteggiare gli attacchi degli Ottoni decise di stipulare un patto con Venezia la quale, in cambio di favori commerciali, avrebbe trasportato le truppe bizantine dalla Grecia in Italia. Nel 996, a Costantinopoli, arrivò un'ambasciata di Ottone III (996-1002), che chiedeva a Basilio la mano di una nobildonna bizantina. Basilio non chiedeva di meglio in quanto grazie a questo matrimonio, di breve durata perché la sposa morì poco dopo le nozze, almeno nelle intenzioni l'Italia del sud sarebbe stata finalmente pacificata.

Per le prerogative connesse al titolo, Giovanni, arcivescovo di Brindisi, nel 1033 consacrò Leone vescovo suffraganeo in Monopoli ed eresse un'altra sede suffraganea in Ostuni. È da credere che Giovanni sia stato elevato alla dignità di arcivescovo contemporaneamente alla sua nomina, avvenuta nel 996, come primo arcivescovo e metropolita di Brindisi. Sia Giovanni (996-1038), che i suoi successori, quali il greco Leonardo (1038-1050), il latino Eustachio (1050-1071) e l'altro greco Gregorio (1074 – 1080), continuarono a risiedere in Oria. Brindisi infatti giusto la testimonianza dell'Anonimo Tranese, nella prima metà dell’XI secolo non era ancora risorta dalle sue rovine. La ricostruzione sarà opera dei Normanni che occuparono Brindisi nel 1060 anche se ne divennero stabili possessori solo nel 1071. Nel secolo XII, un ultimo tentativo bizantino di riprendere il controllo delle coste pugliesi, si concluse nei 1156 con una grave disfatta sotto le mura di Brindisi che aveva appoggiato il tentativo eversivo. L'appoggio fornito a Bisanzio da Brindisi e da altra città costiere, va spiegato con l'instaurazione di un forte potere centrate. Le città marinare avevano allora perso gran parte della forza d'espansione commerciale. A tal fine, non costituì un efficace compensazione il compito, che la monarchia normanna s'assunse, d'indirizzare le energie del regno alle conquiste di oltremare.

Il nuovo clima politico determinatosi con la scomparsa dei domini greci in Italia, provocò il ritorno della diocesi di Brindisi alla Chiesa latina. L’arcivescovo Eustachio, infatti, nel 1071 partecipò alla solenne consacrazione della chiesa di Montecassino e, già nel 1059, aveva permesso un insediamento monastico benedettino sull'isola di Sant'Andrea. Vengono anche a cadere alcuni dei diritti concessi dall’autorità bizantina; nel 1091 Urbano II, con bolla dello stesso anno, dichiarò libera la diocesi di Monopoli dal vescovado di Brindisi, rendendola soggetta alla sola Santa Sede.

Nella seconda metà dell'XI secolo, i Normanni procurarono di ricostruire e ripopolare Brindisi e ottennero che l'arcivescovo Godino (1073-1100) tornasse a fissare la cattedra arcivescovile nella sede originaria. Nel 1089, il pontefice Urbano II nato Ottone o Oddone di Lagery (1088–1099), consacrò il perimetro della nuova cattedrale che sarà terminata entro il 1143. Fu poi ricostruita dopo il terremoto del 1743 e, in seguito, più volte restaurata. Della chiesa romanica è rimasta la planimetria basilicale, comune a quella della coeva basilica di San Nicola in Bari, a tre navate senza transetto, come è dimostrato dalle coincidenze dei limiti estremi della nuova chiesa con quelli dell’antica.

La visita di Urbano II in Brindisi è indizio del suo interesse per la ristrutturazione del Meridione come piattaforma logistica verso l'Oriente. In questa logica, che veniva a coincidere con la dinamica espansionistica propria dello stato normanno, fu favorito il ripopolamento di Brindisi e non furono molestati i cittadini di origine greca. Il rito greco continuò a coesistere con quello latino; sacerdoti greci sono menzionati in documenti dell'epoca e del resto, fra i dotti grecisti del XII secolo, è Theorido da Brindisi. Domenico, arciprete dei Greci di Brindisi, nel 1199, fu inviato da Innocenzo II in Bulgaria per una irroportante missione diplomatica presso lo zar Giovanni II Asen (Kaloyan 1197 - 1207). In questo stesso periodo, grazie alla vigorosa opera dei vescovi di origine francese che reggono la diocesi dal 1105 al 1216, per il rito greco comincia un lento ma irreversibile declino.
Accanto a Latini e Greci vivevano in Brindisi alcune famiglie di Ebrei; esse si occupavano di tintoria, arte in cui eccellevano. Gli Ebrei e i Greci di Brindisi furono esplicitamente tutelati dalla legislazione normanna. La comunità giudaica dovette assumere particolare importanza considerato che l'ebreo Isacco riveste la dignità di giudice e, nel 1199, è uno dei rappresentanti dell'intera cittadinanza in occasione della firma di un trattato di collaborazione politica e commerciale con Venezia.

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