3 ottobre 2021. Inizio ore 17.90.
Brindisi, Appia Day 2021
Percorsi di conoscenza della Brindisi romana
Brundisium longae finis chartaeque
viaeque est
Orazio
La citazione di Orazio non si riferisce alla
Regina Viarum che nellultimo tratto congiungeva Taranto
a Brindisi ma al tracciato su cui poi, almeno nel tratto da Egnazia
a Brindisi, si sarebbe costruita la Traiana. Riassume tuttavia
essa molto bene la funzione della città, terminale rispetto
alle vie doccidente; oltre Brindisi erano e sono il mare
e loriente. Qui si giugeva per andare oltre dando al viaggio
senso non solo reale ma anche esistenziale.
La giornata nazionale Appia Day, evento previsto per
domenica 3 ottobre 2021, vede realizzazione in Brindisi grazie
allAps Brindisi e le Antiche Strade, in collaborazione con
la sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per
la Puglia Brigata Amatori Storia e Arte, il museo archeologico
Ribezzo, Brindisi,-Infopoint Brindisi - HDLibrary - Associazione
Le Colonne, Collezione Archeologica Faldetta - Comune di Brindisi
- Appia Day, il patrocinio dellamministrazione comunale,
dellAppia Day Nazionale e della società partecipata
Multiservizi-Energeko.
Si propone nella circostanza alla cittadinanza e ai visitatori,
un itinerario alla scoperta della Brindisi romana. Come per le
passate edizioni, le Colonne del Porto si coloreranno per l'Appia
Day dal I al 3 ottobre; dal calar del sole il complesso colonnare,
considerato nei cantari popolari sostegno del cielo, verrà
illuminato con i colori ocra e blu a simboleggiare la terra e
il mare che legano la Regina Viarum e il nostro porto ove i viaggiatori
intraprendevano la rotta del mare, proseguendo verso l'oriente.
Nello stesso luogo, da oltre tremila anni, si costruiscono e decostruiscono
città che si sovrappongono e si ridefiniscono tracciando
la possibilità di un viaggio nello spazio che è
anche un percorso nel tempo. Giuseppe Rollo, della Società
di Storia Patria per la Puglia, illustrerà, nella circostanza,
relativamente a Brindisi, la forma urbis in età romana
Litinerario ha come punto di partenza ledificio che
fu dei templari prima e degli ospitalieri poi che qui ebbero le
darsene in cui, durante linverno, sinterveniva sulle
grandi navi che proteggevano le rotte verso il levante.
Lazzurro del mare di Brindisi è segnato da unalta
colonna; al sommo di unalta scalinata realizzata nella prima
metà del XX secolo con funzione di raccordo fra il piano
del lungomare e il medievale quartiere di Santo Stefano, sono
le colonne del Porto che la fantasia popolare immaginò
poste a sostegno della volta celeste. In esse sidentificavano
fortune e progressi della città che le volle comprese nella
sua arma araldica. LAdriatico, si direbbe, si definisce
nei suoi limiti attraverso le colonne che vi si specchiano a Brindisi,
erte sullapula riva e a Venezia, città-
porto che condividono il comune culto per san Teodoro dAmasea.
I sentieri urbani del centro cittadino sono definiti da quinte
scenografiche costituite dai palazzi gentilizi, cortina che impediva
allo sguardo losservazione delle case minime in cui aveva
dimora la manodopera bracciantile. Il palazzo voluto dalla famiglia
Granafei, che si considerava originaria di Costantinopoli, ha
il suo fulcro nel portale di gusto catalano-durazzesco, raffrontabile
allaltro di palazzo Rollo su via Lata. Ledificio è
chiaro indicatore di ricchezza e prestigio sociale con sintesi
efficace fra esigenze residenziali e di difesa. Nel complesso
attiguo, già sede della Corte dAssise, sono conservati,
in una sala dedicata, elementi della colonna del porto; il capitello,
databile ai primi del III secolo, documenta il legame fra città
e mare col chiaro riferimento a divinità che proteggevano
dai rischi connessi al navigare.
Sui pianori di ponente sono ampie tracce delle città che
qui si svilupparono in età romana e medievale; possono
scoprirsi in San Pietro degli Schiavoni importanti frammenti della
Brindisi romana. Ben visibile è uno dei cardini, conservato
per circa sessanta metri, a suo tempo certamente percorso da quanti
resero grande Roma: Giulio Cesare, Marco Antonio, Augusto, Cicerone,
Virgilio. Un grande rocchio scanalato, parte di una colonna in
pietra, segnala la presenza, su via Casmiro, di unimportante
area archeologica con resti di un edificio pubblico risalente
a epoca imperiale (prima metà del II sec. d.C.), pavimenti
di nuclei abitativi di epoca repubblicana (I-II sec. a.C.), frammenti
relativi alla basilica di San Pelino. A questa fanno riferimento
il sarcofago vetero-cristiano in pietra locale di
tipo palestinese, con croci in rilievo a braccia uguali e la lastra
votiva con rappresentazione del volatile che becca il ramo di
un vegetale, riferibili al tardo VII secolo e conservati nel museo
provinciale Ribezzo. In sito sono resti marmorei attribuiti
a un porticato appartenuto a un edificio monumentale, probabilmente
un teatro; per la sua costruzione, in età traianea, da
inserire in una più ampia ridefinizione urbanistica della
città in senso monumentale, fu necessario abbattere edifici
civili detà repubblicana di cui permangono i notevoli
pavimenti musivi.
Lo sguardo si apre infine su piazza Duomo, uno spazio su cui prospetta
la medievale Cattedrale completata entro il 1143.. È qui,
come rilevò Romano Guardini che noi sperimentiamo
con penosa vergogna l'immensa superiorità di quest'epoca
che solo la presunzione illuministica ha potuto chiamare oscura
e nel cui contesto si determina la costruzione della Ecclesia
Mater brindisina Oggi, come scrisse Ennio Flaiano, le città
sconosciute appaiono al viaggiatore come quartieri della sua stessa
città mai visitati e di cui vale soltanto controllare le
risorse di ospitalità e le offerte di piacere, non essendoci
quasi mai tempo per vederle come mondi nuovi, per accostarvisi
con una carica di meraviglia e di amore. Gli aeroporti sostituiscono
le cattedrali, gli alberghi le abbazie, e lo shopping la conoscenza.
Nella cattedrale, prossima alle banchine del porto, si riunivano
in preghiera, pellegrini e milites prima di salpare verso Terra
Santa: Brindisi è campo di raduno già dei partecipanti
alla I crociata. I segni della secolare presenza della basilica
cattedrale nella via dei pellegrini, da Roma a Gerusalemme, sono
nelle reliquie che allora arricchiscono il suo tesoro: il braccio
di San Giorgio, l'idria delle nozze di Cana, le reliquie di san
Teodoro d'Amasea rendono alla sede metropolitica brindisina prestigio
e alla città flusso ininterrotto di pellegrini. Teodoro
era ed è grandemente venerato nel Mediterraneo orientale;
protettore dell'esercito bizantino, dedicatario di numerose città,
per secoli, dal IV sino alla traslazione delle sue reliquie a
Brindisi nel XIII, aveva avuto in Eucaita, nell'attuale Turchia,
il fulcro del suo culto.
Adiacente è il museo archeologico Ribezzo nel cui fabbricato
è inglobato il portico già parte del palazzo dei
Cateniano; Scriveva Pietro della Valle, a proposito della città
di Isfahan, che la piazza maggiore di quella città,, era
caratterizzata da portici grandi e pieni sotto di botteghe
con diverse mercanzie disposte per ordine a luogo a luogo; e sopra,
con balconi e finestre, con mille ornamentini molto vaghi.
Questa descrizione illustra con efficacia la funzione dei portici
urbani, raccordi tra edifici e strada in continuità con
lo spazio urbano di cui sono estensione e parte, in questo caso
piazza Duomo. Nel portico e in ogni sua singola campata ogni edificio
tende a connotarsi come luogo dincontro, scambio commerciale,
deposito di merci, rivestendo un suo ruolo nella definizione del
pubblico decoro. Nel portico dei De Cateniano si ripete
lapparente contraddizione delle ... colonne poste
a reggere arcate, quella confusione muro-colonna segnalata
da Leon Battista Alberti che nella città storica si confronta
direttamente coi diversi sensi iconografici legati alla costante
dialettica tra i due elementi. A questo elemento centrale di piazza
Duomo può ben riferirsi quanto scriveva Francesco Milizia
sulla funzione dellarchitettura che, poiché fondata
sul necessario segue chiaramente [... ]: che tutto il suo bello
prenda carattere dalla necessità stessa [... ] che gli
ornati hanno da derivare dalla natura stessa dell'edificio e risultare
dal suo bisogno [... ], niente perciò è da vedersi
in una fabbrica che non abbia il suo ufficio e che non sia parte
integrante della fabbrica stessa.
LAppia nei secoli ha avuto funzione rilevantissima; non
causalmente è fra i luoghi più menzionati della
letteratura europea:basterà qui far riferimento a Dickens,
Roma splendori e miserie (Pictures from Italy, 1846): Prendemmo
la via Appia e cinoltrammo per miglia e miglia tra dirupati
sepolcri e mura infrante; Alexandre Dumas padre, Impressions
de voyages, 1833-1837 (Milano: Rizzoli, 1963): La strada
percorsa dalla carrozza era lantica via Appia, fiancheggiata
di sepolcri; W. Goethe, Viaggio in Italia (trad. Zaniboni),
Firenze, 1959, p. 184 [22-25 febbraio 1787: Goethe traversa la
Pianura Pontina]: All'alba ci trovammo tra le Paludi Pontine,
che non hanno poi quel triste aspetto.
Circa il tracciato dellAppia fra Taranto a Brindisi si propone
di seguito quanto ne scrisse Francesco Maria Paratilli (Della
via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, 1745):
Là del fiumicello Galeso , e nelle vicinanze del
castello di Civitella partivasi l'Appia in due rami, ?iccom'è
detto, uno de ' quali andava R99 dirittamente per sotto Oria;
l' altro piegando a destra verso mezzogiorno, menava dopo il brieve
spazio di miglia sei in circa a Taranto; e in esso oggidi non
truovasi cosa memorabile , a riserba di qualche picciol vestigio
dell'antica via munita di ghiaja, non molto lontano dal convento
ora disabitato de' padri olivetani circa a miglia due, o poco
più da Taranto. Lascia indi questa via al sinistro fianco
il monticello Aulone celebre presso gli antichi scrittori per
la copia de nobili , e spiritosi sini , di cui fece menzione
Marziale ed Orazio. Quanto alla città di Taranto, ella
è bene antica e celebre; e segno di sua molta antichità
si è l'incertezza del fondatore
Crebbe questa città
in ricchezza, e potenza col governo democratico, e non solamente
divenne terribile a' confinanti co fortissimi eserciti di
più di trentamila tra cavallieri, e fanti, ma ancora formidabile
per l'armata marittima, ch'ebbe nel proprio spazioso , magnifico
, e sicuro porto; la cui larghezza era ne' tempi antichi presso
a cento stadj, cioè più di dodici miglia nostrali:
benché al presente sia per la maggior parte chiuso, così
avendo richiesto il timore (siccome è fama) che altri non
l'occupasse ; o che servisse di ricovero a legni barbareschi
a . Di sotto la collina sulla quale poggia la città
d'Oria volgeva lAppia il suo corso alquanto a sinistra verso
il castello di Lezano , o sia Laziano
sotto il quale stendevasi
questa via per in camminarsi verso Melsagna. Tra questi due luoghi
distanti tra di loro circa miglia quattro, appariscono in due,
o tre parti alcune fabbriche con mura reticolate le quali sono
a mio credere frammenti di sepolcri; e in una di esse si riconoscono
le solite nicchie cinerarie, o sien colombarj
Da Messagna
menava dirittamente l'Appia a Brindisi, e benché per quel
tratto di miglia sette in circa non si riconosca, che qualche
vestigio dell'antica selciata, vedesi nondimeno in molti luoghi
la solita ghiaja: e così stimo che fusse stata ancora ne
tempi della repubblica, dapoicché per que' luoghi non vi
ha troppe ve?tigia di sparse selci: se pur queste non siano o
ne' vicini campi sotterrate, o altrove per abbellire le convicine
terre, castelli trasferite. Di antiche fabbriche altresì
non vi si vede cosa di ragguardevole né tampoco di antiche
inscrizioni , a riserba di un frammento di rustico marmo, in cui
poco lontano da Brindisi sulla strada regia, che colà mena,
poc'oltra del torrente, che chiamano volgarmente Masina, pericoloso
a guadarsi nell'inverno .
- Il servizio di TeleNorba (link)
Alcune immagini della
giornata (clicca per ingrandirle)
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