Unico personaggio salentino citato nella Divina Commedia è
il brindisino Bartolomeo Pignatelli 1200 circa-1272 circa), designato
dapprima alla cattedra di Amalfi, poi vescovo di Cosenza (1254-1266)
che, passato il regno di Sicilia nelle mani degli Angiò,
fu nominato arcivescovo di Messina (1266-1272). Nel Canto III
del Purgatorio, Dante incontra le anime degli scomunicati, tra
cui Manfredi, che, nei vv. 124-132, dice: "Se 'l pastor di
Cosenza, che alla caccia/ di me fu messo per Clemente, allora/
avesse in Dio ben letta questa faccia,/ l'ossa del corpo mio sarìeno
ancora/ in co del ponte presso a Benevento,/ sotto la guardia
della grave mora./ Or le bagna la pioggia e move il vento/ di
fuor dal regno, quasi lungo il Verde,/ dov'è le trasmutò
a lume spento".
Manfredi (1232-1266), figlio di Federico II di Svevia, Sseguita
la morte del padre, il 1250, appena diciottenne, assunse di fatto
il governo del regno di Sicilia fino all'arrivo del fratello Corrado
IV, legittimo erede. Quando questi morì, Manfredi, col
pretesto di tenere la reggenza per il piccolo Corradino, si fece
incoronare a Palermo (1258) re di Sicilia e diventò punto
di riferimento per le forze ghibelline italiane; per contrastarlo
il papa francese Urbano IV chiamò in Italia Carlo I d'Angiò,
affinché ne occupasse il regno. Carlo, sceso in Italia,
il 26 febbraio 1266 affrontò e sconfisse a Benevento l'esercito
di Manfredi che morì in battaglia. Notevole fu il ruolo
del Pignatelli nella vicenda; col consenso di papa Clemente IV,
profanò il cadavere di Manfredi e dissotterrò il
corpo dello sfortunato sovrano dal tumulo di pietre sotto il quale
i soldati francesi lo avevano sepolto per onorarne l'eroismo;
del cadavere, trasportato a candele rovesciate e spente, come
di prassi con gli scomunicati, disperse i resti probabilmente
presso il fiume Liri, detto il Verde.
Dante colloca Manfredi nel Purgatorio, mentre l'opinione comune
riteneva dovesse trovarsi senza dubbio tra i dannati, essendo
egli morto scomunicato. Nel dialogo col poeta, Manfredi prega
Dante, quando ritornerà sulla terra, di riferire a sua
figlia Costanza che egli è salvo: per le scomuniche non
si perde la possibilità della salvezza, sostiene l'anima
del re, perché, spesso, neanche la chiesa arriva a immaginare
e concepire l'infinita bontà divina.
Simonetta Saffiotti Bernardi (in Enciclopedia Dantesca) avanza
dubbi sullepisodio descritto da Dante: Sul dissotterramento
del corpo di Manfredi e sulla sua traslazione non si hanno testimonianze
documentarie: l'episodio è tramandato, oltre che da Dante,
da Ricordano Malispini (Hist. Flor. CLXXX) e Villani (VII 9),
i quali espongono il fatto con parole simili, in forma dubitativa,
come frutto di una diceria (" si dice... ma noi non l'affermiamo
" conclude il Villani), senza far il nome del vescovo. Egualmente
i più antichi commentatori non danno un nome al pastor
di Cosenza, parlando genericamente del legato papale presso l'Angioino;
storici più recenti hanno cercato di puntualizzare la questione
proponendone l'identificazione con il Pignatelli o con Tommaso
d'Agni.
Lostilità di Pignatelli verso Manfredi aveva radice
in concreti interessi materiali: lo svevo aveva infatti privato
di tutti i suoi beni Cesaro, fratello di Bartolomeo. Lecclesiastico
non aveva esitato a imbracciare le armi contro Manfredi combattendo
al fianco di Pietro Ruffo; in seguito era stato tra i delegati
papali inviati da Urbano IV in Provenza per offrire la corona
di Sicilia a Carlo d'Angiò.
Programma
Indirizzi di saluto
Riccardo Rossi Sindaco di Brindisi
Raffaella Argentieri Presidente della Fondazione Di Giulio
Teresa Nacci Presidente del Comitato di Brindisi Società
Dante Alighieri
Interventi
Ettore Catalano Professore onorario di letteratura italiana
- Università del Salento
Organizzazione
Comune di Brindisi
Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Brindisi
Fondazione Tonino Di Giulio, Brindisi
Società Dante Alighieri, Brindisi
History Digital Library, Brindisi
Adesioni
In_Chiostri, Brindisi
Adriatic Music Culture, Brindisi
Prenotazione inviando mail a fondazione.digiulio@gmail.com