Storia Patria per la Puglia - Brindisi
 
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LXVI Colloquio di studi e ricerca storica
26 novembre 2021. Inizio ore 17.30.
Brindisi, Sala convegni della History Digital Library
(Casa del Turista, lungomare Regina Margherita, 44, Brindisi)

Dante Alighieri: i riflessi nella storia e nella cultura del Salento

IV sessione
26 novembre 2021
Dante attraverso i suoi personaggi.
Letture a cura di Ettore Catalano

Accesso con green pass. Prenotazione inviando mail a fondazione.digiulio@gmail.com

Fantasie telluriche di Dante: il cataclisma che si porta via Buonconte;
i monti Tambura e Pietrapana immaginati a precipizio sulla crosta di Cocito,
la Capraia e la Gorgona a far da siepe omicida sull’Arno..
Presunzione sua, bellissima, di farsi padrone e domino dei quattro elementi;
come, altrove, regista di miracoli e metamorfosi.
Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

Unico personaggio salentino citato nella Divina Commedia è il brindisino Bartolomeo Pignatelli 1200 circa-1272 circa), designato dapprima alla cattedra di Amalfi, poi vescovo di Cosenza (1254-1266) che, passato il regno di Sicilia nelle mani degli Angiò, fu nominato arcivescovo di Messina (1266-1272). Nel Canto III del Purgatorio, Dante incontra le anime degli scomunicati, tra cui Manfredi, che, nei vv. 124-132, dice: "Se 'l pastor di Cosenza, che alla caccia/ di me fu messo per Clemente, allora/ avesse in Dio ben letta questa faccia,/ l'ossa del corpo mio sarìeno ancora/ in co del ponte presso a Benevento,/ sotto la guardia della grave mora./ Or le bagna la pioggia e move il vento/ di fuor dal regno, quasi lungo il Verde,/ dov'è le trasmutò a lume spento".

Manfredi (1232-1266), figlio di Federico II di Svevia, Sseguita la morte del padre, il 1250, appena diciottenne, assunse di fatto il governo del regno di Sicilia fino all'arrivo del fratello Corrado IV, legittimo erede. Quando questi morì, Manfredi, col pretesto di tenere la reggenza per il piccolo Corradino, si fece incoronare a Palermo (1258) re di Sicilia e diventò punto di riferimento per le forze ghibelline italiane; per contrastarlo il papa francese Urbano IV chiamò in Italia Carlo I d'Angiò, affinché ne occupasse il regno. Carlo, sceso in Italia, il 26 febbraio 1266 affrontò e sconfisse a Benevento l'esercito di Manfredi che morì in battaglia. Notevole fu il ruolo del Pignatelli nella vicenda; col consenso di papa Clemente IV, profanò il cadavere di Manfredi e dissotterrò il corpo dello sfortunato sovrano dal tumulo di pietre sotto il quale i soldati francesi lo avevano sepolto per onorarne l'eroismo; del cadavere, trasportato a candele rovesciate e spente, come di prassi con gli scomunicati, disperse i resti probabilmente presso il fiume Liri, detto il Verde.

Dante colloca Manfredi nel Purgatorio, mentre l'opinione comune riteneva dovesse trovarsi senza dubbio tra i dannati, essendo egli morto scomunicato. Nel dialogo col poeta, Manfredi prega Dante, quando ritornerà sulla terra, di riferire a sua figlia Costanza che egli è salvo: per le scomuniche non si perde la possibilità della salvezza, sostiene l'anima del re, perché, spesso, neanche la chiesa arriva a immaginare e concepire l'infinita bontà divina.

Simonetta Saffiotti Bernardi (in Enciclopedia Dantesca) avanza dubbi sull’episodio descritto da Dante: “Sul dissotterramento del corpo di Manfredi e sulla sua traslazione non si hanno testimonianze documentarie: l'episodio è tramandato, oltre che da Dante, da Ricordano Malispini (Hist. Flor. CLXXX) e Villani (VII 9), i quali espongono il fatto con parole simili, in forma dubitativa, come frutto di una diceria (" si dice... ma noi non l'affermiamo " conclude il Villani), senza far il nome del vescovo. Egualmente i più antichi commentatori non danno un nome al pastor di Cosenza, parlando genericamente del legato papale presso l'Angioino; storici più recenti hanno cercato di puntualizzare la questione proponendone l'identificazione con il Pignatelli o con Tommaso d'Agni”.

L’ostilità di Pignatelli verso Manfredi aveva radice in concreti interessi materiali: lo svevo aveva infatti privato di tutti i suoi beni Cesaro, fratello di Bartolomeo. L’ecclesiastico non aveva esitato a imbracciare le armi contro Manfredi combattendo al fianco di Pietro Ruffo; in seguito era stato tra i delegati papali inviati da Urbano IV in Provenza per offrire la corona di Sicilia a Carlo d'Angiò.

Programma

Indirizzi di saluto
Riccardo Rossi Sindaco di Brindisi
Raffaella Argentieri Presidente della Fondazione Di Giulio
Teresa Nacci Presidente del Comitato di Brindisi Società Dante Alighieri

Interventi
Ettore Catalano Professore onorario di letteratura italiana - Università del Salento

Organizzazione
Comune di Brindisi
Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Brindisi
Fondazione “Tonino Di Giulio”, Brindisi
Società “Dante Alighieri”, Brindisi
History Digital Library, Brindisi

Adesioni
In_Chiostri, Brindisi
Adriatic Music Culture, Brindisi

Prenotazione inviando mail a fondazione.digiulio@gmail.com

 
       

Società di Storia Patria per la Puglia - Sezione di Brindisi - Lungomare Regina Margherita, 44 - Brindisi