Maggio dei libri. Storie della
nostra storia
Società di Storia Patria per la Puglia
Sezione di Brindisi
Brigata Amatori Storia e Arte
Storie della nostra storia
31 maggio. Inizio ore 18.00. Accoglienza ore 17.45.
Sala convegni Coliving Nettare (Via Giudea 33 - 72100 Brindisi)
XIII Movimento
"Navigare è necessario, vivere non è
necessario!"
Antonio Mario Caputo e Giacomo
Carito, presenteranno il volume di
Marcello Cafiero
La prima traversata del Fanfulla…ed
altro
Brindisi: ed. la Concordia, 2018
Il bisogno di raccontare a chi non è
partito come si sia sviluppato il proprio il viaggio e come questo
abbia modificato chi lo ha vissuto si direbbe antico come il mondo.
Quella dell’autore e dei suoi due amici, impegnati il 1977
nell’attraversare l’Adriatico per raggiungere, muovendo
da Brindisi, la Grecia sembrerebbe un'avventura come tante ma
ciò che colpisce del racconto sono l'ironia e la leggerezza
dello stile e dei pensieri, resi come un vero e proprio taccuino
di appunti rubati al mare e al tempo. In realtà il libro
racchiude molteplici riferimenti venendosi a proporre quasi come
storia moderna a un tempo sia del diportismo salentino che delle
attività di pesca mantenendo vivo il ricordo dell’andar
per mare e aiutando chi non c'era a immergersi nell'atmosfera
e nella storia. Lo scritto ha un precedente nel Ricordo, pubblicato
il 1904, di una gita a Corfù che dal 24 al 27 maggio di
quell’anno aveva visto il concorrere di buona parte dell’alta
borghesia imprenditrice brindisina; l’idea di scoprire cosa
ci sia oltre il mare, sull’opposta sponda, accomuna, si
direbbe, la città caposcalo della Valigia delle Indie all’altra
dei collegamenti veloci con la Grecia. Nel racconto sono i dubbi
che assalgono in mare aperto; Cafiero pare quasi, in questo caso,
riecheggiare Joseph Conrad allorché questi scrive: “La
traversata era cominciata e la nave, come un frammento staccato
dalla terra, correva solitaria e rapida come un piccolo pianeta.
Intorno ad essa gli abissi del cielo e del mare si univano in
una irraggiungibile barriera. Una grande solitudine sembrava avanzare
tutt’intorno con la nave, sempre mutevole e sempre eguale
ed eternamente monotona ed imponente”. Al fondo rimane la
considerazione di Jorge Luis Borges: “Il mare è un
antico idioma che non riesco a decifrare”.