«La maturità di
una persona consiste nellaver trovato di nuovo
la serietà che aveva da bambino, quando giocava»
Friedrich Nietzsche
Venerdì 17 febbraio, con inizio alle
ore 17.00, a iniziativa della sezione di Brindisi della Società
di Storia Patria per la Puglia, in uno con History Digital Library,
col patrocinio del comune di Brindisi e ladesione di In_Chiostri
e Medieval Fest, nella Casa del Turista si discuterà del
gioco e dei suoi significati declinati, in particolare, di quella
che è la tradizione locale. Dialogheranno e approfondiranno
largomento Antonio Mario Caputo, Giuseppe Marella ed Emanuele
Amoruso. Introduce e coordina i lavori Giacomo Carito. Nell'occasione
si presenteranno i giochi prodotti dalla Compagnia Teste di Legno
di Galatina acquisiti grazie al contributo di Rotary Club Brindisi
Appia Antica, Titi Shipping, Carmelo Grassi, SAR Costruzioni e
alla consulenza storica e divulgativa della Società di
Storia Patria per la Puglia. La History Digital Library, biblioteca
di comunità con sede sul lungomare di Brindisi, il 18 febbraio
2023 inaugurerà infatti il reimpostato percorso medievale
arricchito con ventiquattro postazioni dedicate al gioco antico.
Il gioco esiste dalla notte dei tempi, attraversa
tutta linfanzia e accompagna ogni fase della crescita creando
un ponte fra la realtà e la fantasia. Contribuisce a sviluppare
lemotività, la consapevolezza di sé e delle
proprie capacità, la creatività, lautostima
e aiuta i bambini a crescere sotto il profilo cognitivo, relazionale,
sociale e affettivo. In Homo Ludens, Johan Huizinga, uno degli
storici più importanti del secolo scorso, divideva i giochi
in due grandi gruppi: la lotta per qualcosa ossia la competizione
e la gara fra chi rappresenta meglio qualcosa vale a dire la rappresentazione.
Roger Caillois è ancora più sottile e ha diviso
i giochi in quattro categorie corrispondenti ognuna a un preciso
e proprio bisogno psicologico: Agon (competizione), Alea (caso),
Mimicry (travestimento, mimica, finzione), Ilinx (vertigine e
terrore).
Di sicuro, il gioco è un bisogno primario
delluomo; come ancora rileva Huizinga «Si possono
negare quasi tutte le astrazioni: la giustizia, la bellezza, la
verità, la bontà, lo spirito, Dio. Si può
negare la serietà ma non si può negare il gioco».
Lallestimento progettato vedrà
una serie di giochi da tavolo e da strada e sarà fruibile
da classi scolastiche, famiglie, cittadini e turisti.
Saranno organizzati laboratori con lassistenza
di istruttori interni ed esterni per stimolare linventiva,
la manualità, lingegno. I ragazzi potranno coinvolgere
scuole, associazioni e famiglie, sempre con particolare attenzione
alle realtà territoriali che si occupano di disabilità.
I partecipanti ai laboratori si confronteranno
con diverse tipologie di fonti anche intervistando i rappresentanti
di più generazioni iniziando dal loro nucleo familiare.
Le testimonianze dirette fatte da chi queste abitudini le ha vissute
consentirà uno scambio di informazioni che potranno incrementare
la curiosità dei bambini nei riguardi del patrimonio locale.
Per i ragazzi e le ragazze con bisogni educativi speciali sarà
un'occasione per socializzare e potenziare le abilità cognitive
e motorie in un contesto accogliente e inclusivo.
Verranno organizzati incontri di studio, laboratori,
pubblicazione e mostra fotografica a cura della sezione di Brindisi
della Società di Storia Patria per la Puglia.
Il gioco era attività diffusa, ovviamente,
anche nel medioevo anche perché allora il vivere era ben
spesso fatto di lunghe attese. Nobili e i mercanti resero taluni
giochi da tavolo parte della propria identità e contribuirono
grandemente alla loro diffusione. Tra i giochi preferiti sono
da annoverare gli scacchi, rappresentazione di una battaglia che
ha come esito cruento la cattura del re avversario; il 1008, il
conte di Urgell in Catalogna, lasciò in eredità
a una chiesa locale i pezzi da lui posseduti. Alfonso X, re di
Castiglia, volle la redazione di un trattato sul gioco degli scacchi,
sullattuale backgammon e sui dadi. Lo stesso imperatore
Federico II, suo contemporaneo, sfidava a scacchi i campioni musulmani
a Palermo. Anche i giovani protagonisti del Decameron amano gli
scacchi, insieme a un altro dei giochi da tavolo molto diffuso
nel Medioevo, oggi meno praticato ma altrettanto affascinante:
la tavola reale, più nota come backgammon o tric-trac diffuso
già nellAntica Roma come ludus duodecim scriptorum,
gioco delle dodici linee, lo stesso numero di punte
che ci sono ancora oggi su ogni lato della tavola che si prestava
a simboliche interpretazioni: le punte su ogni lato sono dodici,
come i mesi dellanno, per un totale di ventiquattro, come
le ore del giorno; le pedine sono trenta, come i giorni del mese,
le due facce opposte del dado sommate danno sette, i giorni della
settimana. Del gioco, è memoria sia in Canterbury Tales
che nel Decameron. L'Alquerque o Quirkat è un antichissimo
gioco da tavolo; la prima descrizione delle regole appare nel
Libro de los juegos commissionato da Alfonso X di Castiglia nel
XIII secolo.
Nel piano superiore dedicato allinnovazione
si sta invece progettando uno spazio denominato The game. Storie
del mondo digitale. Lesposizione sarà un percorso
didattico che prende spunto dal libro The game di Alessandro Baricco.
In una sorta di caccia al tesoro, seguendo una linea temporale,
il visitatore potrà orientarsi nel meraviglioso ma anche
complesso mondo digitale.