Contrastanti sono le immagini
di Federico II (1194 - 1250) che vengono rese dai contemporanei;
per il pontefice Gregorio IX era "…la bestia che sorge
dal mare carica di nomi blasfemi, e infuriando con la zampa dell’orso
e le fauci del leone, informata nelle restanti membra a guisa
di leopardo spalanca la bocca a offesa del Santo Nome senza cessare
di scagliare la stessa lancia sul tabernacolo di Dio e sui Santi
che abitano nei cieli…" mentre per Pier delle Vigne
era da considerarsi "il salvatore inviato da Dio, il principe
della pace, il messia-imperatore" . Nel regno di Sicilia
attuò una profonda opera di riordinamento: ristabilì
l'autorità regia contro i feudatarî, riorganizzò
i sistemi amministrativi e giudiziarî, instaurando un assolutismo
che, ben servito da una nuova classe di funzionarî fedeli
e capaci determinò, nonostante l'esosità di certi
monopolî, il benessere delle popolazioni governate. Creò
una monarchia feudale in cui l'equilibrio tra il re e i baroni
e tutta l'amministrazione furono assicurati da un forte apparato
burocratico alle dirette dipendenze della corona. Sul piano economico
creò un consistente demanio; impose un dazio fisso su tutti
i beni esportati e importati; creò alcuni monopoli statali
commerciali. Le forti entrate finanziarie gli permisero di realizzare
un esercito mercenario regolare alle sue dirette dipendenze. L'Apulia
fu particolarmente coinvolta dal piano di riorganizzazione dello
Stato, attuato attraverso una fitta maglia di controllo costituita
dal sistema castellare e dalla rete delle città e dei borghi,
anche ripopolati, se necessario, come nel caso di Altamura e Lucera.
Un ruolo fondamentale nella gestione dei vastissimi latifondi
demaniali svolsero sia le massarie regie, strutture produttive
agro-pastorali, che le foreste, da cui si ricavava il legname
impiegato nella costruzione dei castelli. Non minore cura fu dedicata
alle coste, inserite nel piano di revisione commerciale che riservò
molta attenzione ad alcune città, fra cui Brindisi, sede
di un importante cantiere navale e di una zecca. Molto esitò
nell’intraprendere una crociata; a metà agosto del
1227 Federico era pronto a salpare dal porto di Brindisi. Nell’immediato
entroterra erano accalcati al sole cocente ben 42.000 Crociati,
quando un’epidemia — almeno cosi sostennero le fonti
imperiali — impedì la partenza. Alla notizia il pontefice
Gregorio IX reagì scomunicando l’Imperatore assieme
coloro che avevano contribuito al fallimento della spedizione.
Federico decise ugualmente di partire l’anno successivo,
il 1228, ancora da Brindisi senza la benedizione papale. Iniziava
così quella che è passata alla storia come la Crociata
degli Scomunicati, l’unica spedizione in Terra Santa conclusa
vittoriosamente senza spargimento di sangue. Giunto in Oriente,
Federico II ottenne dal sultano al-Kamil Gerusalemme, di cui cinse
la corona di re il 18 marzo 1229 per i diritti venutigli da Isabella
di Brienne, che aveva sposato nella cattedrale di Brindisi il
9 novembre 1225. In Italia frattanto il papa aveva raccolto un
esercito che devastava il suo regno; solo dopo lo sbarco a Brindisi,
col suo ritorno riuscì a ristabilire la pace. Perfezionò
l'ordinamento legislativo mediante la promulgazione delle Costituzioni
melfitane nel 1231, che per certi aspetti anticipano di molti
secoli l'organizzazione degli stati moderni, poiché esse
miravano a trasformare lo stato feudale in una ordinata monarchia
assoluta, con la sudditanza di tutti i ceti a un unico potere
centrale.
La figura di Federico. è legata alla storia della letteratura
italiana per quella scuola siciliana che fu la prima palestra,
su temi provenzali, della nuova poesia volgare italiana; diede
impulso alla cultura, realizzando l'incontro fra tre civiltà,
la latina, la greca e l'araba, promuovendo versioni di opere ignote
ai latini e gli studî di filosofia naturale. Grandissima
l'influenza del suo pensiero e del suo mecenatismo sull'arte del
tempo. Nel campo politico la sua esperienza conclude in certo
senso l'impero medievale, alla cui tradizione universalistica
egli vincolò in qualche modo la sua geniale opera di organizzatore
del regno.Con la sua morte finisce per sempre l'idea di poter
una teocrazia universale guidata dall'Imperatore. Gli Stati centralizzati,
nazionali, da un lato, e lo sviluppo urbano e mercantile, dall'altro
-entrambi gelosi della loro indipendenza- erano realtà
irreversibili.
Interventi
Mattino. Hotel Palazzo Virgilio. Inizio ore 9.15
Giacomo Carito
Società di Storia Patria per la Puglia
Brindisi in età federiciana
Gabriele Mecca
Sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per
la Puglia
Note su un culto mancato. Il caso di san Teodoro d’Amasea
Dario Stomati
Rotary Club Appia Antica
Conclusioni
Pomeriggio. Palazzo Granafei-Nervegna.
Inizio ore 17.15
Pasquale Corsi
Università di Bari – Presidente della Società
di Storia Patria per la Puglia
Annotazioni sulla Puglia fridericiana
Cristian Guzzo
Società di Storia Patria per la Puglia
Multi Friderici post mortem imperatoris
Giuseppe Rollo
Sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per
la Puglia
La zecca in Brindisi in età sveva e la politica monetaria
federiciana
Coordina e introduce i lavori
Antonio Mario Caputo
Società di Storia Patria per la Puglia
Organizzazione
Società di Storia Patria per la Puglia –Sezione di
Brindisi
GRANAfertART
Rotary Club Brindisi Appia Antica
Patrocinio
Comune di Brindisi
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