Da Brindisi, navigando verso
oriente, i Romani mossero per la conquista dei Balcani. Per raggiungere
lo scopo non bastava un punto di partenza, era necessario che
questo luogo fosse facilmente raggiungibile ed è probabile
che il prolungamento dell’Appia sino a Brindisi e seriormente,
dopo il crollo della potenza macedone, sull’altra sponda
su una direttrice transbalcanica quale l’Egnazia, lungo
la quale i prodotti dell'Adriatico penetravano nell'interno della
penisola balcanica e nell'Oriente, e quelli d'Oriente a loro volta
scendevano verso l'Adriatico e l'Occidente, sia stato dovuto a
tale circostanza. Gli stati o gli imperi in ascesa o all’apice
della loro potenza costruiscono strade e ponti, mentre quelli
in declino o in pericolo innalzano mura e barriere.
Naturalmente diveniva inevitabile, per giungere a una nuova sintesi,
il confronto con la potenza egemone in quell’area: il regno
di Macedonia. L’obiettivo militare della guerra era quello
di impedire a quella potenza di minacciare Roma e alterare gli
equilibri geopolitici; le offensive lanciate prima contro Filippo
V e poi contro Perseo, sono motivate dall’accusa di agire
da fiancheggiatori dei nemici di Roma. Di fronte ad una minaccia
con queste caratteristiche le tradizionali strategie della politica
estera romana, ovvero il contenimento e la deterrenza, si rivelano
inadatte. La deterrenza, ovvero la promessa di una rappresaglia
massiccia contro un aggressore, rischia di essere un’arma
spuntata in quanto basata su assunti non applicabili a governi
assoluti. Essa presuppone, infatti, che un eventuale confronto
militare coinvolga comunque attori dotati di razionalità,
in grado di soppesare i rischi connessi alle diverse ipotesi strategiche,
di scendere a patti e tra i quali, quindi, possa alla fine nascere
una - sia pure forzosa - fiducia. Il contenzioso con la Macedonia
fu risolto in ultimo con la guerra preventiva; l’intervento
armato è giustificato da una diversa percezione della minaccia,
che in questo caso è stimata come imminente e di entità
crescente, quasi prossima ad essere attivata. Non esistono quindi,
alla luce di questi presupposti di necessità ed urgenza,
altre alternative se non quella dell’azione militare. Nella
visione dei più influenti pensatori neoconservatives, la
preemptive war viene definita come “anticipatory self-defence”,
nella quale si mira addirittura a colpire anche le intenzioni
dell’avversario, e non solo gli atti preparatori a un eventuale
attacco. Quando si adotta una strategia basata sulla guerra preventiva
si ritiene che l’attacco immediato sia meno costoso di quello
futuro, perché nel frattempo il nemico si rinforzerebbe,
rendendo così più difficile e sanguinoso il successo.
In tutto il lungo conflitto grande fu il ruolo di Brindisi e dei
cittadini di Brindisi uno dei quali fornì il pretesto per
l’ultima e decisiva campagna militare ai danni della Macedonia.
PROGRAMMA
Indirizzi di Saluto
Cosimo Cannone - Presidente Istituto Culturale Internazionale
Real Casa di Macedonia
Antonella Mastropaolo - Console onorario di Grecia per Brindisi,
Lecce e Taranto
Interventi
Giacomo Carito - Società di Storia Patria per la Puglia
Un brindisino alla corte di Perseo di Macedonia: Lucio Ramnio
Coordina e introduce i lavori
Antonio Mario Caputo - Società di Storia Patria per
la Puglia
Al termine delle relazioni,
i lavori proseguiranno presso l'Open Club (vico Tarantafilo, 10),
locale posto nella suggestiva cornice degli scavi romani sotto
il Teatro Verdi, dove Ioannis Davilis (Presidente della Comunità
Ellenica del Grande Salento - Brindisi, Lecce e Taranto e referente
regionale dei Greci di Puglia) si soffermerà sulla Controversia
tra Repubblica di Macedonia e Grecia. Nel corso dell'informale,
conviviale e originale incontro, Giancarlo Cafiero (Società
di Storia Patria per la Puglia) darà lettura di brani relativi
al porto di Brindisi. La scelta comprende versi di Franco Calderaro
(da Viersi ‘rranciati, Brindisi: Tipografia Roma, 1931),
Giovanni Guarino (da Puisii, Brindisi: Mealli, 1933 e Mellonata,
Brindisi: Tipografia Durano, 1933), Pasquale Camassa (Un brindisi
a Brindisi, pro manuscripto).