|
|
Giovedì 15 dicembre 2016.
Ore 19.00
Hotel Palazzo Virgilio – Brindisi
XLVIII Colloquio di studi e
ricerca storica
Dal conflitto alla comunione. Note
sul quinto centenario dell’inizio della Riforma
«Ciò che ci unisce
è molto più di ciò che ci divide»
Giovanni XXIII
Come Madre di Dio è elevata
sopra tutti gli uomini, eppure rimane sì semplice e modesta
che a questo riguardo non potrebbe tenere sotto di sé una
piccola ancella.
O poveri noi uomini, che quando abbiamo qualche bene, potere od
onore,
anzi se soltanto siamo un po' più belli degli altri, non
possiamo stare
a fianco di uno minore di noi e le nostre pretese divengono smisurate,
che cosa faremmo se ricevessimo dei beni tanto grandi e sublimi?”.
Martín Lutero
Il dibattito sulla riforma coinvolse
pienamente il mezzogiorno d’Italia anche sull’eco
delle tesi di Juan de Valdés (1505 1541); la sua casa alla
Chiaia divenne un circolo letterario e religioso, e le sue conversazioni
e le sue opere, che circolarono manoscritte, stimolarono il desiderio
di una riforma spirituale della Chiesa. Tra i frequentatori della
sua casa si ricordano, fra i tanti, l'arcivescovo di Otranto Pietro
Antonio di Capua, Galeazzo Caracciolo, Caterina Cybo, il vicario
generale dell'ordine dei cappuccini Bernardino Ochino, il vescovo
di Bergamo Vittore Soranzo, Bartolomeo Spadafora, il vescovo di
Cheronissa Giovanni Francesco Verdura, Pietro Martire Vermigli.
Secondo la testimonianza resa il 7 marzo 1564 da Francesco Alois,
condannato come luterano, fra i simpatizzanti di Juan Valdés
bisogna includere anche Nicola Maria Caracciolo (1512-1568), vescovo
di Catania, che nel testo del suo sinodo diocesano, scritto in
lingua volgare, dimostra una spiritualità vicina agli "alumbrados".
Dalle armi della critica non di rado si passò alla critica
delle armi, con uso della forza; nota è, ricorrendo l’anno
1561, la persecuzione dei valdesi in Calabria, lì insediati
da circa duecentocinquant’anni. Si trattò di provvedimenti
che miravano allo sradicamento culturale di queste comunità
cui s’imposero matrimoni misti con cattolici e la proibizione
dell’uso della lingua occitana. I seguaci di Pietro Valdo
(1140-1206), erano giunti in Calabria circa il 1315 per sfuggire
alle persecuzioni di cui erano fatti oggetto nelle valli piemontesi
e nella Francia Meridionale. La situazione mutò quando
si pose in Europa la questione protestante e vi fu il timore di
una deriva calvinista della comunità. Nel Salento è
nota la vicenda del marchese di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio
(1517-1597), in gioventù tra i frequentatori della casa
napoletana di Giovanni Maria Bernardo, che formavano un circolo
valdesiano di letterati e colti gentiluomini. È ignota
la data della sua partenza da Oria: nell'ottobre 1556 si trovava
ancora nei suoi feudi, ma già pensava di stabilirsi definitivamente
a Venezia. Soggiornò effettivamente sulla laguna, ma nell'estate
del '57 raggiunse Basilea insieme con due schiave berbere che
lo servivano, due ex monaci, l'uno nativo di Oria, l'altro di
Sicilia o di Puglia, e un francese che viaggiava anch'egli al
suo seguito; il 15 agosto interveniva a un banchetto offerto dall'università
di Basilea. Era l’inizio di un peregrinare attraverso l’Europa
che l’avrebbe infine fatto approdare a Danzica ove terminò
i suoi giorni. Il 1591, donò al Senato di Danzica la sua
biblioteca, comprendente 1.043 opere in 1.161volumi, ricevendone
in cambio un vitalizio di un fiorino d'oro mensile e un'abitazione
nell'antico monastero francescano. La biblioteca, che rifletteva
gli interessi religiosi e umanistici del marchese di Oria, fu
aperta ufficialmente al pubblico il 1596.
Indirizzi di saluto
Corrado Nicola De Bernart
Presidente Rotary Club Brindisi Appia Antica
Interventi
Dario Stomati
Rotary Club Brindisi Appia Antica
Pastore Bruno Gabrielli
Chiesa Evangelica Valdese
Alfredo Di Napoli ofm cap
Storico della Chiesa
Giacomo Carito
Società di Storia Patria per la Puglia
Organizzazione:
Rotary Club Brindisi Appia Antica
Società di Storia Patria per la Puglia – Sezione
di Brindisi
|
|