Grande è la considerazione
che il pontefice Benedetto XVI ebbe verso san Lorenzo da Brindisi,
al secolo Giulio Cesare Russo. Riassumendone la biografia ricorda
che “Sin dalla fanciullezza fu attratto dalla famiglia di
san Francesco d’Assisi. Infatti, orfano di padre a sette
anni, fu affidato dalla madre alle cure dei frati Conventuali
della sua città”. Qualche anno dopo si trasferì
a Venezia, e proprio nel Veneto conobbe i Cappuccini. “Nel
1575 Lorenzo, con la professione religiosa, divenne frate cappuccino,
e nel 1582 fu ordinato sacerdote. Già durante gli studi
ecclesiastici mostrò le eminenti qualità intellettuali
di cui era dotato. Apprese facilmente le lingue antiche, quali
il greco, l’ebraico e il siriaco, e quelle moderne, come
il francese e il tedesco, che si aggiungevano alla conoscenza
della lingua italiana e di quella latina, un tempo fluentemente
parlata da tutti gli ecclesiastici e gli uomini di cultura”.
“Predicatore efficace, conosceva in modo così profondo
non solo la Bibbia, ma anche la letteratura rabbinica, che gli
stessi Rabbini rimanevano stupiti e ammirati, manifestandogli
stima e rispetto. Teologo versato nella Sacra Scrittura e nei
Padri della Chiesa, era in grado di illustrare in modo esemplare
la dottrina cattolica anche ai cristiani che, soprattutto in Germania,
avevano aderito alla Riforma. Con la sua esposizione chiara e
pacata egli mostrava il fondamento biblico e patristico di tutti
gli articoli di fede messi in discussione da Martin Lutero”.
Soggiunge il pontefice: “Il successo di cui Lorenzo godette
ci aiuta a comprendere che anche oggi, nel portare avanti con
tanta speranza il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra
Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un
elemento irrinunciabile e di fondamentale importanza, come ho
voluto ricordare nell’Esortazione Apostolica Verbum Domini
(n. 46)”. È sorprendente “che san Lorenzo da
Brindisi abbia potuto svolgere ininterrottamente l’attività
di apprezzato e infaticabile predicatore in molte città
dell’Italia e in diversi Paesi, nonostante ricoprisse altri
incarichi gravosi e di grande responsabilità. All’interno
dell’Ordine dei Cappuccini, infatti, fu professore di teologia,
maestro dei novizi, più volte ministro provinciale e definitore
generale, e infine ministro generale dal 1602 al 1605. In mezzo
a tanti lavori, Lorenzo coltivò una vita spirituale di
eccezionale fervore, dedicando molto tempo alla preghiera e in
modo speciale alla celebrazione della Santa Messa, che protraeva
spesso per ore, compreso e commosso nel memoriale della Passione,
Morte e Risurrezione del Signore. Alla scuola dei santi, ogni
presbitero, come spesso è stato sottolineato durante il
recente Anno Sacerdotale, può evitare il pericolo dell’attivismo,
di agire cioè dimenticando le motivazioni profonde del
ministero, solamente se si prende cura della propria vita interiore”.
“Sia i Sommi Pontefici sia i principi cattolici gli affidarono
ripetutamente importanti missioni diplomatiche per dirimere controversie
e favorire la concordia tra gli Stati europei, minacciati in quel
tempo dall’Impero ottomano. L’autorevolezza morale
di cui godeva lo rendeva consigliere ricercato e ascoltato. Oggi,
come ai tempi di san Lorenzo, il mondo ha tanto bisogno di pace,
ha bisogno di uomini e donne pacifici e pacificatori. Tutti coloro
che credono in Dio devono essere sempre sorgenti e operatori di
pace. Fu proprio in occasione di una di queste missioni diplomatiche
che Lorenzo concluse la sua vita terrena, nel 1619 a Lisbona,
dove si era recato presso il re di Spagna, Filippo III, per perorare
la causa dei sudditi napoletani vessati dalle autorità
locali. Fu canonizzato nel 1881 e, a motivo della sua vigorosa
e intensa attività, della sua scienza vasta e armoniosa,
meritò il titolo diDoctor apostolicus, “Dottore apostolico”,
da parte del Beato Papa Giovanni XXIII nel 1959, in occasione
del quarto centenario della sua nascita. Tale riconoscimento fu
accordato a Lorenzo da Brindisi anche perché egli fu autore
di numerose opere di esegesi biblica, di teologia e di scritti
destinati alla predicazione. In esse egli offre una presentazione
organica della storia della salvezza, incentrata sul mistero dell’Incarnazione,
la più grande manifestazione dell’amore divino per
gli uomini”. Rilevava ancora il pontefice: “Vorrei
completare questa breve presentazione della vita e della dottrina
di san Lorenzo da Brindisi sottolineando che tutta la sua attività
è stata ispirata da un grande amore per la Sacra Scrittura,
che sapeva ampiamente a memoria, e dalla convinzione che l’ascolto
e l’accoglienza della Parola di Dio produce una trasformazione
interiore che ci conduce alla santità”.
PROGRAMMA
Indirizzi di Saluto
Fr. Francesco Monticchio ofm cap. Superiore del convento di
Alessano
Giacomo Carito - Responsabile Cattedra Laurenziana
Interventi
Fr. Alfredo Di Napoli ofm cap.
San Lorenzo da Brindisi maestro spirituale di fr. Valeriano
Magni da Milano e la riforma ecclesiastica in Boemia attraverso
la corrispondenza della Congregazione de Propaganda Fide (1626-1651)
Conclusioni
S.E. Mons. Domenico Caliandro Arcivescovo di Brindisi - Ostuni
Coordina e introduce i lavori
Antonio Mario Caputo
Al termine delle relazioni,
i lavori proseguiranno presso l'Open Club (vico Tarantafilo, 10),
locale posto nella suggestiva cornice degli scavi romani sotto
il Teatro Verdi, dove il dr. Giuseppe Maddalena Capiferro (Società
di Storia Patria per la Puglia) si soffermerà sulla Brindisi
dell'età vicereale ossia quella conosciuta e vissuta da
san Lorenzo da Brindisi. Nel corso dell'informale, conviviale
e originale incontro, Giancarlo Cafiero (Società di Storia
Patria per la Puglia) darà lettura di brani laurenziani.
Sarà disponibile il volume
di Fr. Alfredo Di Napoli ofm cap., Valeriano Magni da Milano
e la riforma ecclesiastica in Boemia attraverso la corrispondenza
della Congregazione de Propaganda Fide (1626-1651), Milano:
Edizioni Biblioteca Francescana, 2015.