Chiesa di San Sebastiano
o delle Anime. Prospetto principale (ph. G.Membola
2012)
La chiesa di San Sebastiano si
finì di costruire nel 1670 e fu aperta
solennemente al culto dell'arcivescovo Francesco
de Estrada (1659-71) il 13 agosto dell'anno successivo.
A promuoverne la costruzione, attraverso pubblica
sottoscrizione, era stata l'arciconfraternita
delle Anime del Purgatorio. Di essa si hanno notizie
nel 1648 ma la fondazione ufficiale è di
vent'anni successiva. Fu munita di regio assenso
il 2 dicembre 1776 e si qualificò sin dalle
origini come rappresentativa del patriziato brindisino.
Ad essa resterà poi commessa la cura dell'edificio.
Verranno promossi sostanziali restauri nel 1872,
una nuova pavimentazione in marmo sarà
posta in opera nel 1896. Un nuovo intervento di
restauro completo della chiesa sarà portato
a termine nel 1914 mentre si darà mano
al rifacimento della scalinata, della tettoia
e delle volte nel 1930; radicali ristrutturazioni
saranno infine promosse nel secondo dopoguerra
dall'allora priore Paolo Fischietto. Nel museo
diocesano "Giovanni Tarantini" è
l'epigrafe, già nella chiesa di San Sebastiano
o delle Anime, relativa a tali restauri, completati
il 1950, avviati per sopperire ai danni subiti
dall'edificio nel corso della seconda guerra mondiale
per i bombardamenti aerei alleati.
La confraternita, attiva sino al 1971, ricordava
con particolare solennità il giorno dedicato
alle anime purganti. Nel 1876, l'allora priore
Francesco De Marzo sostenne anzi che la funzione
doveva ritenersi esclusiva della chiesa di San
Sebastiano e non doveva darsi corso all'altra,
simile, che da qualche anno si celebrava nel cimitero.
La confraternita ogni anno promuoveva, il Giovedì
Santo, la processione dell'Addolorata con visita
ai Sepolcri simulando la ricerca del Figlio.
Dopo
la riforma liturgica fissata col decreto generale
Maxima Redemptionis nostrae mysteria del 16 novembre
1955 e le disposizioni dell'1 febbraio 1957, il
rito fu spostato al sabato. Sulla porta maggiore
della chiesa è l'arma araldica della città;
nell'interno, ad unica navata, è la statua
lignea della Vergine Addolorata, d'ambito veneziano,
creduto dono di Leonardo Montenegro. Fra le tele,
l'Adorazione dei Pastori (foto
a lato) è stata attribuita ad ambito
di Carlo Rosa, la Madonna con Bambino, ora nel
museo diocesano "Giovanni Tarantini",
a bottega locale del tardo '500 (foto).
La tela, restaurata il 1999, denota, nelle figure
irrigidite, negli effetti chiaroscurali sui visi
e sulle vesti, un linguaggio arcaico, tipico della
tradizione dei madonneri del secolo XVI. Il gusto
attardato ricorda, da un punto di vista compositivo,
modi tipici di Jacopo de Vanis che dovette esercitare
una certa influenza sulle botteghe brindisine
del secondo Cinquecento. Tali influssi stilistici
sono riscontrabili nella figura muliebre che reclina
leggermente il capo, in quei tipici morfemi delle
mani sproporzionate nel rapporto tra le dita e
il metacarpo, nei duri panneggi delle vesti. L'opera
può ricondursi a una bottega locale della
seconda metà del XVI secolo, vicina all'ambiente
del de Vanis.
Il patrimonio pittorico comprende la Pietà
ascrivibile ad ambito veneto, Sant'Emidio vescovo
di Ascoli protegge dal terremoto firmata dal pittore
locale Giovanni Scatigno che la dipinse nel 1747.
Nel 1703 un violento terremoto aveva sconvolto
le Marche ma non la città di Ascoli che
si disse salvata dal suo patrono, da allora invocato
a protezione in occasione di eventi sismici. Il
dipinto può esser interpretato quale rendimento
di grazie per lo scampo dal terremoto del 20 febbraio
1743. Umberto Colonna è l'autore, nel 1950,
delle grandi rappresentazioni del Martirio di
San Sebastiano e delle Anime Purganti.
Nel museo diocesano "Giovanni Tarantini"
sono conservate due statue in pietra provenienti
da questa chiesa aventi a soggetto l'una san Rocco
e l'altra san Sebastiano.
La prima fu voluta nel 1526 allorché, per
scampo dalla peste, fu eretta in Brindisi, nei
pressi di porta Mesagne, una chiesa in onore di
san Rocco, concessa nel 1529 in uso ai carmelitani;
nel tempo il culto per il santo, ancora invocato
durante la peste del 1656, non venne meno. Allorché
nello scorso secolo, nel decennio francese, fu
decisa la generale soppressione degli ordini religiosi,
con conseguente destinazione di convento e chiesa
a usi impropri, la statua del santo fu traslata
in cattedrale ove era stato un altare dedicato
a san Rocco prima della ridefinizione seguita
al sisma del 20 febbraio 1743. La statua, collocata
in fondo alla basilica, fu poggiata su una vera
di pozzo altomedievale ora conservata nel museo
provinciale di Brindisi. Nel corso dei lavori,
completati il 1923, voluti dall'arcivescovo Tommaso
Valeri (1910-42), la statua trovò nuova
collocazione e nuovo basamento nell'oratorio di
San Michele; i restauri del 1957 promossi dall'arcivescovo
Nicola Margiotta (1953-75) non previdero la conservazione
in sito della statua che fu allora traslata nella
chiesa di San Sebastiano o delle Anime.
La seconda è da ritenersi contestuale all'atto
per il quale il 13 agosto 1671 l'arcivescovo Francesco
de Estrada (1659 - 71) benediva la chiesa della
confraternita delle Anime del Purgatorio costruita
a spese dei fedeli brindisini e dedicata a San
Sebastiano. In essa aveva collocazione la statua
del santo titolare, opera verosimilmente di maestranze
leccesi attive in Brindisi sul declinare del XVII
secolo e primi del XVIII.
Nel novembre 2012 hanno avuto
compimento interventi di restauro e consolidamento
conservativo a vantaggio della chiesa condotti
su progettazione dello Studio D'Amato Engineering
di Veglie, diretti dall'ing. Luigi D’Amato
di Veglie, realizzati dall'impresa C. & G.
srl con sede in Mesagne (BR), resi possibili dal
contributo offerto, con i fondi dell’8x1000,
dall’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali
Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
Documentazione
fotografica dei lavori di restauro e consolidamento
Scheda descrittiva del fabbricato
Clicca sulle foto per
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Interno
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Particolare portale
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Martirio di
San Sebastiano
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