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.:. CHIESE
SANTISSIMA
ADDOLORATA (La PIETA')
Brindisi
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La
chiesa della Pietà fu nel 1566 assegnata
dall’arcivescovo Giovanni Carlo Bovio
(1564-70) ai Cappuccini che vi eressero l’adiacente
convento dell’Annunziata. Nel 1577 i padri
“mal soddisfatti del sito del lor monastero,
che come dentro la città era lor cagione
di molti scandali nell’osservanza della
regola, se ne partiro”. Subentrarono,
nel 1579, i Minimi di San Francesco di Paola.
La loro permanenza fu resa difficile dall’insalubrità
del sito; i frati lasciarono il convento nel
1669 per farvi ritorno il 1687 e abbandonarlo
definitivamente il 1712.
Il 30 marzo 1713 Pietro Falces,, vicario generale
dell’arcidiocesi, affidò la chiesa
alla appena costituita confraternita della Pietà.
In quanto rappresentativa dei ceti popolari,
la confraternita crebbe notevolmente e ciò
rese necessaria la trasformazione della piccola
chiesa in edificio di rappresentanza adeguato
alle esigenze di un ceto che voleva avere un
ruolo meno marginale nella gestione della città..
I primi lavori di ampliamento vennero promossi
nel 1724; altri ne sarebbero seguiti fra XVIII
e XX secolo lasciando ben poco dell’edificio
originario. Il 2 luglio 1938 fu posta la prima
pietra del costruendo Collegio Missionario Etiopico.
Il 27 novembre del 1938 la chiesa fu concessa
dall'arcivescovo mons. Tommaso Valeri (1910-42)
ai frati minori che stipulavano convenzione
con la confraternita dell'Addolorata approvata
il 26 dicembre 1938 dall'ordinario diocesano.
Durante il secondo conflitto mondiale la chiesa
fu gravemente danneggiata dai bombardamenti
aerei alleati; restaurata, fu riaperta al culto
il 4 dicembre 1944. Nell'occasione, l'arcivescovo
mons. Francesco De Filippis (1942-53) affidò
ai frati minori la totale conduzione e amministrazione
della chiesa.
Dal 13 giugno 1948 è sede parrocchiale
tuttora commessa alla cura dei frati minori.
Il 30 ottobre 1960 l'arcivescovo di Brindisi
mons. Nicola Margiotta decretava che la chiesa
fosse elevata alla dignità di santuario
mariano "col preciso intento di intensificare
sempre più il culto e la devozione verso
la Vergine dei Dolori". Il presule rilevava
come la chiesa fosse già "centro
di culto verso la Vergine Santissima invocata
sotto il titolo dell'Addolorata" facendo
riferimento anche alla presenza del ligneo simulacro
"ispirante pietà e devozione".
Precisava come il culto per la Madre dei dolori
risalisse in questa chiesa "ad oltre quattro
secoli dal presente" e avesse determinato
"pellegrinaggi di fedeli di Brindisi e
forestieri" almeno dal 1660. Il 2 aprile
1968 la Sacra Paenitentieria Apostolica
concesse indulgenza plenaria a quanti, in "in
die festo titulari", "si
praedictum sanctuarium devote visitaverint ibique
orationem Dominicam (Pater) et fidei symbolum
(Credo) recitaverint".
La facciata si presenta suddivisa in due ordini.
La parte inferiore è tripartita da due
coppie di grosse colonne ioniche; le parti laterali,
delimitate dai pilastri angolari con capitello
ionico, hanno al centro una nicchia decorata
superiormente con una testa di cherubino su
piccole volute.
La trabeazione fortemente aggettante e due grandi
volute raccordano i due livelli della facciata.
Il superiore, delle stesse dimensioni della
parte centrale inferiore, è delimitato
da due gruppi di tre lesene scanalate con capitelli
corinzi. Al centro è una finestra con
doppia cornice e ricca decorazione scultorea.
Al di sopra della cornice, arricchita da una
testa di cherubino e motivi floreali, è
un timpano triangolare spezzato, con cornice
fortemente aggettante e una croce al centro
su basamento.
Lateralmente la chiesa presenta una finestra
con vetrata policroma e un campanile a tre piani
con cella campanaria superiore. Questa ha un’apertura
ad arco ogivale per lato e lesene scanalate
con capitelli corinzi agli angoli.
Nel corso dei secoli l’interno della chiesa
è notevolmente cambiato: quella che inizialmente
era l’unica navata è oggi il transetto
di una chiesa a croce latina suddivisa in tre
navate.
Dall’intersezione fra transetto e navata
centrale si sviluppa la cupola ottagonale ricoperta
esteriormente da tessere policrome e sormontata
da una lanterna.
La navata centrale, più alta rispetto
alle laterali, è separata da esse tramite
ampie arcate e termina nell’abside sormontata
da un arco a tutto sesto. Nel catino absidale
è un mosaico raffigurante la Pietà,
San Francesco d’Assisi e Brindisi
eseguito dalla ditta veneziana Bruno Ortes negli
anni ’60.
Veneratissima è la statua lignea della
Vergine Addolorata, realizzata da Giacomo
Vincenzo Müssner di Ortisei, benedetta
dall’arcivescovo Tommaso Valeri (1910-42)
l’8 settembre 1937 e inizialmente collocata
sull’altare maggiore.
Di particolare bellezza è la struttura
in marmo rosa che sovrasta il fonte battesimale,
le cui quattro colonne con capitello corinzio
sostengono una copertura tripartita decorata
con immagini pittoriche.
Nella chiesa è un pregevole organo a
canne, costruito dalla ditta Mascioni il 1947,
a 19 registri, per un totale di 1292 canne.
Testo di Elisa Nudo e Valentina
Cucinelli
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Part.
Campanile |
Campanile |
Facciata |
Addolorata |
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Testimonianza
sul fonte battesimale
Progettata da Salvatore Scoditti
(Mesagne 1906), fu l’opera completata il
1947 destando la viva ammirazione dei contemporanei.
Scrisse, sul periodico brindisino “La Freccia”,
Antonio Fornaro:
“Tra la viva attesa di quei pochi che in
precedenza conoscevano la laboriosa preparazione,
è stata terminata la costruzione del nuovo
fonte battesimale nel nostro bel santuario dell'Addolorata.
Ho visitato l'opera d'arte nelle prime ore d'una
plumbea mattinata primaverile e ne ho riportato
una profonda, incancellabile impressione: il primo
sentimento che aleggia imprescindibile sull'animo
del visitatore alla presenza dell'opera è
quello d'un'euritmia armonica, una sobrietà
e compostezza di luce, che, pur nella forma della
poligonale aperta, arieggiano il motivo circolare
della vasca che occupa, imponente, lo spazio centrale
di tutta la costruzione.
La
novità della concezione architettonica,
consiste nell'abbandonare decisamente gli schemi
ormai triti della rituale pisside, per riferirsi
all'originario concetto della tradizione cristiana
(la vasca d'immersione).
L'intonazione fondamentale di tutto il complesso
architettonico si armonizza a tutto quello che
è lo stile dell'architettura della chiesa,
la riuscita fusione infine di un sano gusto moderno
innestantesi sopra una rigorosa tradizione di
stile occidentale e classico, sono gli elementi
fondamentali che maggiormente risaltano all'osservazione
del visitatore e che concorrono non poco a formare
quell'aura sacra di profondo e sentito misticismo
di cui è impregnata tutta l'opera.
Si ha netta impressione che un momento felice
di ispirazione geniale e feconda sia stato il
movente animatore di questo lavoro in cui l'elezione
delle forme architettoniche e pittoriche son messi
sul piano della sintesi e monumentalità.
Non vorremmo passare sotto silenzio, infine il
pannello centrale, dell'edicola, ove la figura
ascensionale di Gesù, pur nella posa raccolta
ed orante, sembra perpetuare in ogni istante la
discesa della candida colomba sul Giordano.
Vogliamo sperare che quanto prima venga inaugurata
quest'opera, con la consacrazione dell'acqua battesimale,
nel mentre esortiamo l'autore, il prof. Salvatore
Scoditti, ordinario di disegno nel nostro Istituto
Magistrale perché voglia donarci un cliché
ritratto sull'opera, in modo di avere opportunità
di lumeggiare sul fonte con più abbondanti
e precisi particolari.
Auguriamoci infine, che anche la cantoria di cui
abbiamo ammirato il progetto dello stesso prof.
Scoditti, esposto in chiesa, possa quanto prima
essere realizzata con l’intensità
di concezione e larghezza di mezzi di cui non
si è potuto disporre pel battistero: l'arte
è passione profonda che investe tutta la
personalità dell'artista inesauribile e
travolgente anche contro le ineluttabili realtà
che molto spesso si oppongono alla concretizzazione
di un'immagine tanto tormentosamente vagheggiata”.
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l'utilizzo non autorizzato delle immagini e dei
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Altre
foto della chiesa (Brindisiweb.com) |
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