.:. CHIESE

SANT'ANNA
Mesagne

IL TITOLO
Sant’Anna è la madre di Maria Vergine secondo un dato offerto dall’apocrifo Protovangelo di San Giacomo, risalente al secondo secolo dopo Cristo e particolarmente diffuso nelle regioni orientali.
Sant’Anna, figlia del sacerdote betlemita Mathan, andò in sposa a Gioacchino. La maternità giunse in età avanzata e la Vergine avrebbe perso entrambi i genitori quando era ancora una bambina. A dare impulso al culto di sant’Anna fu l’imperatore Giustiniano, cui si deve la realizzazione di una chiesa in onore della Madre della Vergine intorno alla metà del VI secolo nella città di Costantinopoli. Nel mondo latino la festa in onore della santa ricade il 26 luglio e tale è rimasta fino ai nostri giorni. Solo nel basso medio evo, col pontefice Urbano VI, il culto si diffuse anche nel nord Europa con la bolla Splendor Aeternae Gloriae del 21 giugno 1378. Nei secoli successivi, in piena controriforma, il pontefice Gregorio XIII inseriva nel messale la sua celebrazione. Da quel momento si moltiplicarono i santuari e gli appellativi in onore della santa protettrice della famiglia, delle partorienti e delle donne desiderose di maternità. Sul piano dell’iconografia la santa non mostra di possedere alcun attributo particolare, eccezion fatta per il colore verde del suo mantello. Dagli artisti è sempre stata raffigurata in sembianze di donna matura ed è posta in compagnia della Vergine Maria.

La documentazione archivistica
L’intero complesso fu voluto dalla principessa Vittoria Capano moglie del feudatario Nicola de Angelis, per sciogliere un voto a sant’Anna alla cui intercessione attribuiva la guarigione del figlio Carmine. Questi, ultimo feudatario di casa de Angelis della città di Mesagne, morì a Napoli il 26 settembre 1729, dopo che il Sacro Regio Consiglio di Napoli gli aveva sequestrato tutti i beni e revocato i titoli.
Due anni dopo la sua morte, il Regio Tavolario Pietro Vinaccia venne in Mesagne per stimare il feudo, Nell’occasione fornisce la prima minuziosa descrizione della chiesa di Sant’Anna. Il regio ingegnere cosi scrisse nel suo apprezzo: “Attaccata al palazzo baronale risiede la venerabile chiesa sotto il titolo di Sant’Anna, precedendovi avanti un bel lungo e spazioso largo, la di cui facciata viene costruita da due ordini di architettura, il primo corintio, il secondo composito, guarnito il primo di due colonne e pilastri con mano di porta in mezzo ornata di cornici ed intagli per la quale si entra nella detta Chiesa com’a suo luogo, da sopra le dette colonne e pilastri, sussiegue il suo arcotrave, fregio, cornicione, al quale primo ordine siegue il secondo composito, siccome di sopra si è cennato, similmente composto di due colonne e due pilastri con nicchie, e finestrone, che dà lume alla detta Chiesa e cornicione, e frontespizio dì sopra guarnito con divers'intagli, et ornato di pietra scolpita, avanti la porta della sudetta Chiesa vedesi sollevato dal pian terreno un lungo e largo ballatojo al quale vi si impiana con tre scalini in testa de' quali stavvi la cennata porta, per cui si entra nella detta Chiesa ad una nave coverta la medesima da lamia a botte, astricata nel suolo con quattro finestroni per ogni suo lato, con un altro in testa, li quali illuminano la sudetta nave. Consistente la sudetta poi a sinistra, entrando in essa dopo del fonte dell'Acquasanta in un vano di porta, per ove con gradetta di fabrica si sale al coretto, il di cui parapetto è di legname intagliato, scomiciato, sotto del quale vi sta altro vano di porta che ha l'uscita alla strada. Indi siegue in detta porta una cappella dì poco fondata sotto il titolo di S. Oronzio vescovo, con altare di fabrica, e quadro ad olio con imagine di detto Santo. A destra poi della detta nave vi sta il simile descritto dì sopra, con altra cappella sotto il titolo del SS.mo Crocifisso. In testa della detta Chiesa per mezzo di uno scalino si sale ad altro piano, ove in testa vedesi eretto l'altare di fabrica con gradino di legname e quadro ad olio, che rappresenta la nascita di Nostro Signore. Vedonsi poi a destra e a sinistra del detto Altare, seu cappellone maggiore due porte, per quella a destra si entra nel confessíonario, e per quella a sinistra mediante gajfo a lamia si entra in una stanza a lamia per uso di sagristia, nella quale vi si conservano gli utensili de' quali ne sta scarsamente fornita, col comodo del campanile, ove sono due mediocri campane, e due porte in detta sacristia, per una si passa in un'altra stanza a lamia che corrisponde al confessionarío, in testa di quale stanza vi sta porta con gradetta di fabrica, per ove si ascende ad un picciolo giardinetto, che si descriverà col Palazzo Baronale. Per altra porta cennata nella detta sagristia, mediante grada di fabrica si ascende ad un'altra stanza coverta a lamia, che sovrasta la camera descritta dopo la Sacristia, e dalla descritta camera per altra grada similmente di fabrica si ascende ad un'altra consimile stanza, ed in questo consiste la sudetta Chiesa, la quale dicesi essere stata edificata dal quondam Illustre Principe per comodo, ed uso del Palazzo Baronale” [1].
Il sacro edificio fu fatto oggetto di alcuni interventi conservativi dopo il terremoto del 20 febbraio 1743 come attestato dai mastri Nicola Capozza, Leonardo Caroppo e Onofrio Leopardi in un atto dell’11 maggio 1746 [2]. Nel corso del XIX secolo gli arcivescovi di Brindisi, Diego Planeta (1841-9), Giuseppe Rotondo (1850-5) e Luigi Maria Aguilar (1875-92), nelle rispettive sante visite, forniscono dettagliate relazioni sulla chiesa di Sant’Anna, sugli arredi sacri e sul suo stato di conservazione.
Monsignor Rotondo scriveva:
“La cappella di Sant’Anna del principe di Francavilla, è a volta, di figura parallelogramma, fregiata tutto di stucco. In essa vi sono tre altari con due apparati, uno giornaliero ed uno festivo. Nell’ altare maggiore vi è un quadro della Sacra Famiglia, nell’altare a mano dritta quello di s. Oronzo, nel terzo a man sinistra vi è il quadro del s. Crocifisso” [3].
Monsignor Aguilar, osservando la chiesa, ritenne fosse indispensabile operare alcuni interventi per salvaguardare le strutture: “Nella chiesa di Sant’Anna trovammo il bisogno di varie riparazioni non che di ripulimento in tutta la medesima chiesa. E confidiamo perciò nel noto zelo del signor principe di Francavilla che n’è il patrono[4].
Degli interventi eseguiti all’interno della chiesa durante il ‘900 restano labili tracce nell’archivio capitolare. I lavori hanno comunque riguardato gli elementi decorativi interni con la certa eliminazione dei seicenteschi altari barocchi.

INTERNO DELLA CHIESA

Le Tele
La chiesa conserva le tele aventi a soggetto: l’Adorazione dei pastori sull’altare maggiore, la Crocifissione con San Francesco e Santa Caterina in adorazione sull’altare del Santissimo Crocifisso; la Deposizione sull’altare di Sant’Oronzo.
L’Adorazione dei pastori, [230x167] quadro “della tarda maniera veneteggiante non privo di qualche inflessione nordica” [5] è segnalato nel 1731 dal Vinaccia come Nascita di Nostro Signore [6]. Per anni la lettura del dipinto era rimasta incentrata solo sul tema dell’adorazione dei pastori, perché il cattivo stato di conservazione non permetteva una chiara identificazione dei soggetti. Il restauro effettuato nel 2000 porta alla luce la scena originale che si svolge all’interno di una capanna con il Bambino, al centro, in una cesta; ai lati, oltre alle consuete figure dei pastori, di Maria e Giuseppe, in questa adorazione compariva, come si leggeva in un inventario [7] pubblicato da Domenico Urgesi, anche Sant’Anna, riconoscibile nell’anziana donna posta sul lato destro con San Gioacchino alle sue spalle. In secondo piano, nella penombra, si scorgono le sagome del bue, dell’asino e di pastori che assistono all’evento. Sullo sfondo si apre una porta su un paesaggio naturale, con fronde d’alberi e cielo azzurro. In alto angeli fanno da corona recando un cartiglio con la scritta Gloria in Altissimis Dei. La tela secondo studi recenti è quasi certamente da attribuire al pittore–sacerdote di Scorrano Giuseppe Andrea Manfredi e non, come pure si era ritenuto, al pittore lequilese Oronzo Miccoli. Dall’analisi stilistica dell’opera se ne desume una probabile esecuzione tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.
Sull’altare di Sant’Oronzo nella cappella sinistra dell’aula è la Deposizione dalla Croce [230x175] . Contemporanei dovevano essere i due altari delle cappelle di Sant’Oronzo e del Santissimo Crocifisso. Entrambi gli altari furono dotati d’iscrizioni sul bordo frontale del lastrone di marmo che costituiva il piano dell’altare. Sul primo si leggeva: in devozione di Anna Perrucci in memoria della sorella Albertina; sull’altro: in devozione di Prudenziana in memoria dei suoi cari defunti.
Il Cristo dai lineamenti sereni e maestosi occupa la parte centrale della composizione mentre intorno Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, la Vergine e san Giovanni gli fanno da cornice sorreggendolo. In alto due putti reggono la croce. L’opera risulta essere una copia, forse realizzata da Andrea Cunavi, dell’originale di Paolo Caliari, detto il Veronese, tuttora conservata nella chiesa della Santissima Annunziata di Ostuni. La tela fu sostitutiva di altra raffigurante Sant’Oronzo, segnalata da Pietro Vinaccia nell’Apprezzo del feudo di Mesagne del 1731.

LA STATUARIA

Sant’Anna
Il gruppo statuario in cartapesta rappresentante Sant’Anna [150x56] che istruisce la Vergine bambina [98x35] ha collocazione in una nicchia al di sotto del matroneo ligneo. La madre è avvolta da una tunica verde e coperta da un ampio mantello marrone. Dal capo, illuminato da un ampia raggiera dorata, cade un velo bianco con decorazioni floreali. Appoggia la gamba sinistra su uno sgabello e tiene tra le mani una pergamena dove si legge: “Egredietur virga de’ radice jesse”. Maria, con lo sguardo rivolto a sant’Anna, indossa una veste bianca e una tunica celestina stretta in vita da una fascia colorata con frangia. Il capo libero da veli è circondato da un’aureola a raggiera. Il manufatto fu ordinato da mons. Epicoco a un noto cartapestaio dell’epoca, Salvatore Sacquegna (1877-1955) discepolo di Achille De Lucrezi (1827 - 1913).

Dormitio Virginis
La statua in cartapesta policroma della Dormitio Virginia [85x32], di ignota bottega salentina, di piccole dimensioni, è disposta all’interno di un’urna collocata sotto l’altare di Sant’Oronzo. Di proprietà della famiglia del medico mesagnese Mario Ronzini, fu donata, negli anni compresi tra il 1940 e il 1945, alle suore di San Camillo dell’Ospedale Civile di Mesagne. Alcuni anni dopo, la Madonna fu notata da mons. Epicoco che la richiese e la collocò lì dove ora si trova.

Gesù Morto
Il simulacro in cartapesta di Gesù morto [85x32], di ignota bottega salentina, collocato sotto l’altare del Santissimo Crocifisso, è riposto all’interno di un’urna di vetro. La figura del Cristo appena deposto dalla croce, è adagiata su un cuscino ed è ricoperta da un velo bianco. La statua fu posta nella chiesa di Sant’Anna prima della Dormitio Virginis.

Matronei lignei restaurati
L’anonimo artefice di tali opere lignee fu partecipe delle migliori istanze del gusto barocco e rococò talentino. I due matronei della chiesa di Sant’Anna ricalcano nel gusto decorativo temi rinascimentali, anzi bramanteschi, ma i motivi architettonici si adeguano alla linea ondulata spezzata di gusto borrominiano, cui s’ispira tutto il rivestimento in stucco delle pareti che si riferisce ad un aggiornamento tardo-settecentesco della chiesa. Il matroneo era il loggiato interno riservato alle donne o al coro. La chiesa di Sant’Anna è fornita di due matronei, l’uno sulla destra, l’altro sulla sinistra.

[1] PIETRO VINACCIA, L’apprezzo del feudo di Mesagne, a cura di A. SCONOSCIUTO, D. URGESI, M. VINCI, Fasano: BIBLIOTECA COMUNALE “Ugo Granafei”, 2002, pp. 25-6.
[2] Archivio di Stato, Brindisi. Fondo notarle di Mesagne. Notar Passante Dello Diaco Francesco Tommaso, sub data.
[3] Archivio Storico Diocesano, Brindisi. Fondo Curia Arcivescovile. Serie Sante Visite Pastorali, Cart . 237.
[4] Archivio Storico Diocesano, Brindisi. Fondo Curia Arcivescovile. Serie Sante Visite Pastorali, Cart . 237.
[5] M. GUASTELLA, Inventario della pittura sacra di età moderna nelle chiese di Mesagne, Latiano 1993, p.11.
[6] VINACCIA, cit., , p. 25.
[7] D. URGESI , Il castello di Mesagne , Mesagne 1998, p.81

Scheda di approfondimento: descrizione architettonica della chiesa

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1: Piazza Orsini del Balzo
2: La facciata prima dei restauri
3: La facciata dopo il restauro
4: Altar maggiore
5: Matroneo di destra
6: Adorazione dei pastori
7: La deposizione
8: Salvatore Sacquegna. Sant'Anna
9: Dormitio Virginis
10: Gesù morto

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