La chiesa oggi sotto il titolo
della Santissima Annunziata si sa eretta nel 1197
con la denominazione di Santa Maria della Carnara.
Nelle sue adiacenze è ubicabile il sito di svolgimento del Panaro
dell'Annunziata, fiera che si vuole istituita da Federico II
il 1220. Persistenza della chiesa medievale è stata considerata la
volta della cappella del Crocifisso, che si sa
eretta nel 1558, affrescata con le immagini dei quattro evangelisti e
dei dottori della Chiesa, tra i quali san Gregorio Magno e
sant'Ambrogio.
Il 1499 il breve In eminenti del pontefice
Alessandro VI sancisce l'atto di fondazione della dimora minoritica di
Ostuni; la civica amministrazione si assumeva l'onere di costruire
presso la concessa chiesa della Santissima Annunziata il convento su
suolo donato dalla famiglia Palmieri. La chiesa fu ricostruita nel XVI
secolo sotto il vescovo Francesco de Rizzardis, unitamente al convento
dei Minori Osservanti Francescani. Il tempio si sviluppò su pianta
basilicale, diviso in tre navate, privo di crociera, col prospetto
verso ovest. La facciata sorge allineata col convento e il chiostro
quadrato dei primi del XVI secolo; monocuspidata, ha un piccolo portale
sormontato da una lunetta su cui aggetta lo stemma civico di Ostuni.
Questi massicci interventi si possono pensare conclusi,
nell'essenziale, intorno al 1560; si erano protratti a lungo perché se
nel 1525 un'epigrafe in sito informa che la costruzione della cappella
principale era in quell'anno terminata per le altre occorerà attendere
ben oltre la metà del XVI secolo. Persistenza di questa fase sono da
considerarsi i pannelli del coro cinquecentesco, scolpiti in legno e
laccati, con rappresentazione dell'Annunciazione e dei santi Antonio da
Padova e Francesco d'Assisi, utilizzati per formare il paliotto del
recente altar maggiore. Notissima è la Deposizione,
attribuita a Paolo Caliari detto il Veronese, realizzata il 1574. Alla
fase in cui la chiesa era dell'Osservanza, ossia al XVI secolo, vanno
pure riferiti il bassorilievo in pietra che riproduce la Risurrezione
di Cristo e la statua pitrea di San Marco
Evangelista. Il convento si articola in un quadriportico con
possenti colonne strutturate su semplice pietra quadrata su cui
impostano i ventiquattro archi a tutto sesto, sei per lato, che reggono
l'edificio. Al piano superiore è il grande dormitorio.
Nel
1594 la Santissima Annunziata passò ai Minori Osservanti Riformati che
vi permasero fino al 1870. Presto diedero avvio a modifiche tese alla
trasformazione degli ambienti del convento; coprirono con volte di tufi
l'ambulacro e le celle, rinnovarono i pavimenti, completarono il piano
elevato. Seguirono gli interventi sulla chiesa; già nella prima metà
del '600 innalzarono ex novo la sagrestia, la sala del coro superiore
e, al piano terra, un secondo vano denominato Oratorio.
Sulla vecchia sagrestia , trasformata in coro inferiore, i religiosi
costruirono l'ampia sala del coro superiore o di notte. Questa prima
parte di lavori può ritenersi completata il 1668 quando il guardiano p.
Teodoro da Cassano Murge fece consacrare tempio e altare da Carlo
Personé, vescovo di Ostuni. Altre modifiche intervennero nel secolo
successivo; nel 1753 fu chiesto il permesso alla Santa Sede di dotare
la chiesa di un organo, nel 1782 le superfici murarie interne furono
coperte da nuovi intonaci, le colonne trasformate in pilastri, il vano
centrale fu cinto da un cornicione. Si realizzarono allora gli altari
in pietra gentile fra cui il maggiore con le statue di San
Marco Evangelista e San Francesco Solano,
a opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco cui si deve la guglia di
Sant'Oronzo innalzata fra il 1669 e il 1671. I riformati arricchirono
la chiesa di pregevoli opere d'arte; fra Giacomo da San Vito (+1667) è
l'autore dell'Annunciazione collocata sull'altar
maggiore, e dell'Adorazione dei pastori; non si sa
quanto sostenibile possa essere l'attribuzione, allo stesso fra
Giacomo, del San Bonaventura e del San
Ludovico da Tolosa che sono sulla controfacciata. Copia di
un'opera del molfettese Corrado Giaquinto, eseguita forse dalla bottega
di Domenico Carella, deve ritenersi la Natività di Maria
collocata sulla destra del presbiterio. Nel coro inferiore, oggi
sagrestia, sono i dipinti parietali eseguiti da Barnaba Zizzi il 1785;
si tratta di un'Ultima Cena e de l'Incoronazione
di spine, la Terza caduta di Gesù, la Crocifissione,
Gesù innanzi a Caifa, Gesù
innanzi a Pilato, la Flagellazione.
Notevole è il tabernacolo dell'altar maggiore, intagliato da fr.
Giuseppe da Soleto (+1667); anonimi legnaiuoli
riformati elaborarono il retablo dell'altare di San
Francesco d'Assisi. Frate Angelo da Pietrafitta (+1699) è autore del
calvario francescano, composto dal Crocefisso e
dalle statue di Maria Addolorata e San
Giovanni. Fra gli argenti è da segnalare l'ostensorio, con
puttino trionfante a tutto tondo che regge la teca con la testa,
realizzato in Napoli nella seconda metà del diciottesimo secolo.
Celebre fu il convento ostunese in cui operarono sant'Egidio da Taranto
(1729-1812) e il servo di Dio frate Paolo Grasso da Salice che vi morì
il 1615. Nel 1835 divenne studio generale per colore che aspiravano a
conseguire il titolo di lettori emeriti di teologia; nel 1845 vi fu
trasferito l'archivio della provincia di San Giuseppe divenendo così
sede principale della serafica Riforma nel mezzogiorno d'Italia.
Seguita la soppressione in forza della legge 21 agosto 1862, il
convento rimase comunque attivo sino al 1870 quando era già
intervenuta, nel 1868, la cessione dello stesso al comune di Ostuni.
La chiesa, elevata a parrocchia il 1919 per decisione già assunta il
1915, rimarrà affidata, in successione, ai parroci don Giovanni
Antelmi, don Vincenzo Marseglia e don Pietro Calamo.
Foto nel testo:
in alto a destra - esterno della chiesa
in alto a sinistra - il convento
Foto di Umberto de Vitti per Ufficio Beni
Culturali Ecclesiastici
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1:
Adorazione dei pastori
2: Altare di San Francesco
3: Calvario francescano
4: Tabernacolo
5: Veronese. Deposizione
6: Ostensorio |
Foto dell'arch. Vincenzo Lorusso
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1 e 2: Interno
3 e 4: Calvario Francescano
5: Esterno. Stemma della città di Ostuni
6: Chiostro del Convento
7: Veronese. Deposizione
8: Tabernacolo
9: Coro ligneo rinascimentale. Foto ante 1958
10: Interno. Ante 1933 |
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