Le
vicende della chiesa di Santa Maria del Soccorso
in Carovigno, il cui titolo rimanda a precedenze
cultuali proprie degli Agostiniani, si legano
a quelle dell'attiguo convento dei carmelitani
fondato, previo assenso del vescovo Giulio Cesare
Carafa (1578-1603) e seriore conferma di Vincenzo
Meligne (1606-1639), il 1588. La fondazione carbinate
seguiva le altre del XIII secolo in Brindisi,
1486 in Ostuni, 1500 in Francavilla Fontana, 1521
in Mesagne, 1568 in Nardò, 1583 in Noicattaro.
Nel 1625 il convento di Nostra Signora del
Soccorso sarebbe stato abbandonato col trasferimento
all'altro detto del Carmine Maggiore;
la zona dove era stato costruito il primo risultava
malsana essendo soggetta agli scoli dell'acqua
provenienti dalla collina. Qui rimase solo un
converso pur continuando visi a celebrar messa
quotidianamente. Nel 1649 alcuni cittadini “fecero
donazione di alcuni beni stabili di considerazione
col patto espresso che di nuovo vi collocassero
religiosi sacerdoti e conversi per officiarvi,
e se mai per qualche nuovo incidente, o per ordine
de’ superiori, si volesse abbandonare in
tal caso le predetti beni dovessero ritornare
alli Padroni, o alli loro eredi, e successori”.
Da allora al Soccorso, fino alla sua soppressione
nel 1809, considerato grancia dell’altro
convento carmelitano in Carovigno, furono quattro
sacerdoti e due conversi.
Il convento era stato costruito
sulla strada che oggi da Ostuni porta a Brindisi,
in località Pacifico, ai piedi
del colle di Carovigno, al di fuori delle mura;
tale collocazione rendeva alla struttura anche
funzione di stazione di sosta per i pellegrini
diretti a Brindisi. Esso si articolava in luoghi
per la meditazione e la preghiera, dormitori al
primo piano, chiostro con il pozzo, la chiesa
e il campanile.
Soppresso nel periodo post-unitario,
il convento rimase inutilizzato fino al 1920 allorché
vi ebbe sede la manifattura tabacchi della famiglia
Dentice dei principi di Frasso; per un certo periodo
la struttura è stata abitata da famiglie
bisognose. Attualmente essa è disabitata
perché pericolante.
La chiesa del Soccorso
era in diretta comunicazione col convento tramite
una porticina che dall'attuale sagrestia portava
al chiostro. La cappella è piccola, con
volte a botte e piccole velature laterali. Sul
suo portale d'ingresso è un dipinto cinquecentesco
raffigurante la Vergine del Monte Carmelo,
sostenuta da due Angeli, fra i santi Elia ed Eliseo.
A lungo abbandonata dopo la soppressione
dell'ordine, adoperata come deposito del tabacco
che veniva lavorato nei locali del convento, solo
nel 1961 la chiesa fu riaperta al culto, come
ricorda l'epigrafe posta all'interno della chiesa,
"per iniziativa e cura di Antonio Perrino
e di altri benemeriti cittadini". Sarà
sede della parrocchia con lo stesso titolo, canonicamente
eretta il 01.09.1977, sino al 27 gennaio 2005
allorché verrà consacrata da mons.
Rocco Talucci una nuova sede, meglio rispondente
alle esigenze di un quartiere in forte crescita.
Testo di Francesco Lanzillotti
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Chiesa e
Convento
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Convento |
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Interno |
Foto di Antonio Carlucci
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