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DOCUMENTI
STEFANO TANISI
DI SGAMBETTANTI ANGELI
UN ITINERARIO NELLE CHIESE
SALENTINE PER FAR VISITA ALLE OPERE
DEL PITTORE MESAGNESE ANDREA CUNAVI*
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II pittore Andrea Cunavi (1586 - post 1628) nasce a Mesagne il I giugno
1586 da Angelo e Dianora Tabetta. Nella bottega dello zio materno, Gian
Pietro Zullo (1557-1619), apprende l'arte della pittura. Verso il 1613
si trasferisce a Ostuni, dove sposa Lucrezia Brandi [1].
La storiografia locale è «concorde nel dirlo degno scolaro di Jacopo
Palma il Giovane, a Venezia» [2].
Del Cunavi nella chiesa del Carmine di Grottaglie è conservata
un'autografa Pietà ai piedi della croce del 1614.
A seguito della morte dello zio Gian Pietro Zullo (1619) gli fu chiesto
di completare il dipinto dell'Adorazione dei pastori
della chiesa d'Ognissanti di Mesagne, inserendo «i pastori e i contorni
del presepe» [3].
Nel 1625 il marchese di Corigliano d'Otranto Girolamo de’ Monti
commissiona all'artista mesagnese il dipinto di Santa Maria
de finibus terrae per il santuario di Leuca, questo per
sostituire un'opera, con la stessa raffigurazione, di Jacopo Palma il
Giovane andata parzialmente distrutta nel 1624 a seguito della
scorreria dei turchi [4].
Del 1626 è l'autografo San Carlo Borromeo della
chiesa di San Francesco da Paola in Monopoli, opera ora conservata
nella locale Cattedrale; firmato e datato “ANDREAS CUNAVI F. 1628" è il
dipinto della Sacra famiglia che orna il maggior
altare della chiesa di San Giuseppe di Campi Salentina.
Un'indagine stilistica sulla pittura di Andrea Cunavi ha permesso di
aggiungere, al catalogo delle note, esigue, opere del pittore, altri
inediti e probabili dipinti che si trovano negli edifici sacri in
provincia di Lecce: l'Immacolata e santi nella Matrice di Martano:
l'Immacolata e santi nella chiesa dell'Immacolata di Calimera; la
Madonna del Carmine e i santi Pietro e Paolo nella Matrice di
Corigliano d'Otranto; la Vergine col Bambino e san Domenico nella
chiesa dei domenicani di Matino e la Pietà nella
chiesa dell'Addolorata di Galatina.
Nel dipinto dell'Immacolata e santi della Matrice
di Martano si rileva come i vivaci e sgambettanti angeli - tipici nella
produzione del Cunavi - che circondano le figure della Vergine e del
Padre Eterno - per le anatomie, volti, gesti e movimenti - sono
riscontrabili nel dipinto della Sacra famiglia di
Campi Salentina, nel San Carlo Borromeo di
Monopoli e nella tela di Santa Maria de finibus terrae
di Leuca. Inoltre le numerose testine di angelotrasfigurate della tela
martanese compaiono nell'opera di Leuca.
A Calimera, nel dipinto dell’Immacolata e santi
della chiesa dell'Immacolata, il pittore adotta lo stesso schema
compositivo nelle figure della Vergine, del Padre Eterno e degli angeli
del dipinto di Martano. Nella parte bassa sono raffigurati cinque
santi, tra i quali, in primo piano, gli apostoli Pietro e Paolo dai
volti simili a quelli dei santi Pietro e Giovanni della tela di Leuca.
Nel dipinto della Madonna del Carmine e i santi Pietro e
Paolo della Matrice di Corigliano d'Otranto si riscontrano:
i soliti angeli; il viso della Madonna che è dì riflesso a quello della
Vergine della Sacra famiglia di Campi; i volti
dei santi Pietro e Paolo analoghi anche questi ai due santi del dipinto
di Leuca. In più si può notare che le posizioni e ì volti di detti
santi sono simili a quelli del dipinto di Calimera. La presenza di un
dipinto del Cunavi a Corigliano potrebbe non essere casuale: il
marchese del luogo Gerolamo de’ Monti nel 1625 ha commissionato al
Cunavi il dipinto di Leuca e quindi non si esclude che il dipinto
coriglianese sia stato richiesto dal medesimo nobile o che lo stesso
abbia conosciuto il pittore tramite il dipinto di Corigliano e poi
affidato quello di Leuca.
Anche nel dipinto della Vergine col Bambino e san Domenico
della chiesa dei domenicani di Matino, opera attribuita da Lucio
Galante a Gian Domenico Catalano [5], si ritrovano forti
e chiare analogie con le opere del pittore mesagnese, come nelle
anatomie del Bambino e dei due angeli che reggono il lungo cartiglio,
nel volto ovale della Vergine, raffrontabile con quello dell'Immacolata
di Martano e Calimera, nelle numerose testine di angelo irradiate,
nella veduta sullo sfondo trattata con naturalezza [6].
A Galatina pure il dipinto della Pietà della
chiesa dell'Addolorata va attribuito al
Cunavi per via dell'analogia con l'omonimo dipinto di Grottaglie.
Infatti, nel dipinto galatinese, si riscontra, nella particolare
anatomia del corpo di Cristo e nella postura dell'angelo di sinistra,
la stessa impostazione della tela grottagliese. I1 volto dell'angelo di
sinistra alle spalle di Cristo è di riflesso a quello della Vergine di
Martano e Calimera.
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1 -
Grottaglie. Chiesa del Carmine. Pietà
2 - Martano. Matrice. Immacolata e santi
3 - Matino. Chiesa dei Domenicani. Vergine col Bambino e san
Domenico
4 - Santa Maria di Leuca. Santuario di Santa Maria de finibus terrae. Santa
Maria de finibus terrae |
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[*] Si ringrazia l’autore per aver
consentito la riproduzione del presente studio apparso sul periodico
“Il paese nuovo”, 19 febbraio 2012, p.21.
[1] Cfr. A.
GAMBACORTA, Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra
di Bari, in Studi di storia pugliese in onore di
Nicola Vacca, Galatina. Congedo Editore, 1971, pp.221-223.
[2] M. S. CALÒ, La
pittura del Cinquecento e del primo Seicento in terra di Bari.
Contributi alla storia dell'arte in Puglia, Pubblicazione
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di
Bari, Bari 1969, p. 195
[3] Cfr.
GAMBACORTA, cit., p. 222.
[4] G. RUOTOLO, Ugento
- Leuca - Alessano, cenni storici e attualità, Siena: Ed.
Cantagalli, 1952, p, 132.
[5] L. GALANTE, Gian
Domenico Catalano “Eccellente pittore della città di Gallipoli”,
Galatina: Congedo editore, 2004, p. 112.
[6] Cfr. i paesaggi
della Sacra famiglia di Campi e dell'Immacolata
di Martano.
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