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San Teodoro

Teodoro era originario dell'oriente; arruolato nell'esercito, era stato trasferito con la sua legione ad Amasea, nel Ponto, attuale Turchia, al tempo dell'imperatore Galerio (305 - 11). Era in atto allora la persecuzione avviata già da Diocleziano (284-305), reiterata da Galerio, caesar dal 293, con un editto che nel 305 prescriveva a tutti, uomini, donne e bambini, di fare sacrificio e libagione, ripresa dal caesar Massimino Daia, ai primi del 306, con l'ordine ai governatori delle province d'imporre a tutti l'obbligo del sacrificio agli dei. Nel 311 l'augustus Galerio poneva termine alla persecuzione concedendo riconoscimento giuridico ai cristiani.
Probabilmente è tra il 306 e il 308 che, accusato come cristiano, deferito al giudizio del tribuno, Teodoro, cui si chiede durante l'interrogatorio se Dio ha un figlio, si rifiuta di sacrificare agli dei nonostante l'alternarsi di minacce e di promesse. Nota del resto è la riluttanza dei governatori a mandare a morte gli accusati, preferendo ricorrere alla tortura per piegare la loro resistenza e far loro salva la vita.
Gli viene concessa una breve dilazione temporale per riflettere ma Teodoro ne approfitta per incendiare il tempio della gran madre degli dei, Cibele, che sorge al centro alla città. Nuovamente rinchiuso in carcere dove ha celesti apparizioni, subisce tortura, viene allettato con la promessa carica del pontificato pagano e condannato dapprima alla morte per fame, da cui sarebbe miracolosamente scampato, e quindi al rogo.
Subisce il martirio ad Amasea, l'odierna Amasya, ma è seppellito nella vicina Euchaita, l'attuale Aukhat, dove è edificata una basilica frequentata da pellegrini e nella quale san Gregorio Nisseno (335 - 94) pronuncia un discorso. Da esso e da un altro scritto perduto deriva la Passio attuale la quale ricalca scritti consimili.
Il Martirologio romano ricorda Teodoro due volte: il 7 febbraio e il 9 novembre; quest'ultima data secondo la Passio sarebbe il suo dies natalis e probabilmente anche l'anniversario della chiesa in suo onore sotto il Palatino. Nel Sinassario greco è commemorato un Teodoro ufficiale dell'esercito l'8 febbraio come martire di Eraclea e il 17 dello stesso mese un Teodoro recluta, martire ad Euchaita. In realtà esistette un solo Teodoro, la recluta, il cui culto fu amplissimo nell'antichità; nell'ufficiale sono da adombrarsi le vicende del protovestiarius Teofane, organizzatore della vittoria contro i russi del 941, caduto in disgrazia e trasformato dagli agiografi bizantini in Teodoro "lo stratega più santo".


Brindisi. Museo Diocesano "Giovanni Tarantini". Urna delle ballotte del Capitolo.
San Teodoro d'Amasea. XVIII secolo

A questo santo militare e prettamente orientale furono dedicati già in epoca tardo antica edifici in molte località. Ad Amasea una chiesa in suo onore fu eretta ai tempi dell'imperatore Anastasio (491-518), a Costantinopoli nel 452 ad opera del console Sphoracius, a Ravenna, ove era un monastero col suo nome, dall'arcivescovo Agnello (557-70) gli fu dedicata la cattedrale che era stata degli ariani; a Roma la sua immagine si trova nel mosaico della basilica dei Santi Cosma e Damiano, eretta da Felice IV (526 - 30) e nel sec. VIII gli fu dedicata una diaconia sotto il Palatino; monasteri a lui dedicati esistevano nel sec. VI a Palermo e Messina. Una chiesa dedicata a san Teodoro era, fin dal sec. VI, in Venezia, ove fu invocato come patrono sino al XIII secolo, nell'area di piazza San Marco.
In diocesi di Vercelli, già nel secolo X, la sua festa era celebrata il 9 novembre per influsso di Roma. L'imperatore bizantino Giovanni Zimisce (969 - 76) attribuì a san Teodoro, patrono dell'esercito, il merito della grande vittoria riportata il 21 luglio 971 sui russi a Dorystolum, l'odierna Silistra, che ebbe perciò il nome mutato in Teodoropoli.
Nel XIII secolo, in età federiciana, forse il 27 aprile del 1210 come vuole la tradizione o più probabilmente il 1225, in occasione delle nozze di Federico II di Svevia con Isabella di Brienne, regina di Gerusalemme, qui celebratesi il 9 novembre nella Cattedrale, le reliquie di san Teodoro d'Amasea furono traslate in Brindisi da Euchaita.
Arca di S.Teodoro - particolareLe spoglie, giunte avvolte in uno sciamito "prezioso anche nei materiali: seta e oro" (scheda), troveranno sino al 1899 collocazione in un'arca le cui quattro facce verticali sono completamente rivestite di lastre d'argento (scheda); la frontale e la laterale sinistra figurate con rilievi a sbalzo. Le varie lastre d'argento, realizzate per la gran parte nella prima metà del XIII secolo, rendono episodi salienti della vita del santo, della sua morte, della traslazione delle sue reliquie prima a Euchaita e quindi a Brindisi.
In questa lastra (foto sopra a destra), a lato, una nave con timoniere a poppa sta nelle acque del porto, rappresentate dalle incisioni di due linee ondulate. Dalla nave un vescovo con mitra alta, pastorale ricurvo e croce ad asta, riceve il corpo del santo aureolato, nudo, a braccia conserte.

foto:
in alto a destra: Basilica Cattedrale. Filippo Palizzi. San Teodoro a cavallo (con veduta del porto di Brindisi riferibile al 1840)
in alto a sinistra: Basilica Cattedrale. Statua di San Teodoro a cavallo e reliquiario

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