Peculiarità
storico-artistiche
Santa
Maria del Casale documenta eloquentemente il progressivo
approdare al gotico di maestranze in cui è
ancora viva la grande lezione romanica.
Il protiro pensile, cuspidato, riassume lo schema
della facciata, bicroma, gli spioventi sottolineati
da arcatelle cieche legate alla cornice di base
da lesene tristili, mossa dai connessi a tarsia
che rendono motivi geometrici.
Le fiancate sono scandite anch'esse da lesene
saldantesi in alto agli archetti trilobi.
L'interno è a croce latina,
con navata e transetto con copertura a capriate,
il coro lanciato dietro l'altare maggiore, con
volta a crociera.
Di grande interesse sono i semicapitelli
che profilano l'arcone; rilevò Valentino
Pace: "Il capitello di destra presenta due
draghi disposti l'uno a fronte dell'altro con
precisa disposizione araldica,dai musi con le
fauci aperte da cui guizzano le lingue, le zampe
all'esterno che si appoggiano sul collarino sventagliando
in alto l'ala, le zampe interne sollevate e anch'esse
con gli artigli bene in vista, le code convenzionalmente
arrotolate, due borchie sull'angolo. Il capitello
di sinistra presenta invece due coppie di "bicorporati":
ferini apparentemente digrignanti, dalla criniera
che lo spesso strato di intonaco a mala pena permette
di scorgere, eretti sul treno posteriore, anche
in questo caso con la zampa esterna sul collarino,
l'interna e poi le anteriori a coppia scalate
verso l'alto. Non manca nemmeno qui l'attenzione
a una precisa composizione araldica ancher se,
diversamente dal precedente, è in questo
caso l'angolo e non la fronte del capitello a
veicolare l'immagine dominante". Questo capitello
pare unico nel Mezzogiorno; gli altri "bicorporati",
databili "allo scadere del secolo XI o agli
alvori del XII" come quello nel San Benedetto
di Brindisi, sono disposti in orizzontale "quasi
ad attraversare la superficie del capitello".
Di simili se ne incontrano in Italia settentrionale
o più frequentemente in area francese.
Lo studioso concludeva: "Perché questo
rinvio (o altro di diversa geografia, fra Italia
settentrionale ed Europa) sia convincente non
solo visualmente, ma anche "archeologicamente",
sarebbe necessaria un'indagine, per così
dire, in corpore vili, a certificare
la possibile estraneità genetica del capitello
(ovvero, dei capitelli) al aparato murario e a
valutarne la sua originaria forma plastica, al
di sotto dell'imbiancatura subita. Solo allora
potrà stabilirsi, con più certezza
(o con minore incertezza) se qui si tratta di
un reimpiego oppure di una sorte di imitazione
trecentesca, peraltro sbalorditiva ed eventualmente
non meno interessante per l'unicità del
caso".
Gli affreschi evidenziano un
retroterra culturale che, pur legato ancora alla
maniera bizantina, appare tuttavia non refrattario
a nuove acquisizioni le cui direttrici possono
identificarsi sia nei rapporti con la capitale
del regno che lungo le rotte commerciali adriatiche.
Sulla controfacciata è, su quattro fasce
parallele, il Giudizio Universale eseguito
da Rinaldo da Taranto ai primi del XIV secolo;
sulla parete di sinistra sono L'Annunciazione,
L'Allegoria del Giglio Angioino, L'Albero
della Croce, la Vergine tra Cavalieri,
fatta dipingere nel 1338 da Nicola della Marra,
signore di Stigliano e Sant'Arcangelo, e superiormente
a questa, La Vergine col Bambino e Sante,
la Vergine con Bambino commissionata nel
1366 da Gaucerio, precettore della Commenda di
San Giovanni di Gerusalemme di Brindisi; sulle
pareti del presbiterio sono le Storie della
Passione: Deposizione, il Cristo
nella Tomba, le Marie al Sepolcro,
dipinte da un artista di modi ancora bizantini,
le Nozze di Cana, il Cenacolo, la
Pentecoste; opera di un frescante aperto
alla cultura occidentale; sull'abside Cristo
in Trono fra Angeli; sull'arco trionfale la
Natività e la Crocifissione;
nel transetto L'Annunziata, le Storie
di Santa Caterina e inferiormente la Madonna
in Trono, Sant'Erasmo di Gaeta e Santa
Maria Maddalena; sulla parete destra il Cristo
in Maestà, la Sacra Maternità,
Santa Caterina che presenta alla Vergine un
cavaliere, la Madonna con Bambino e
il committente Leonardo di Tocco, conte di Cefalonia
e Zante, realizzata fra 1362 e 1364. Gli stemmi
dei committenti gli affreschi rendono peraltro
a Santa Maria importanza per gli studi concernenti
l'araldica medioevale.
Immagini degli affreschi
Nella chiesa è conservata
una colonna in marmo pario con croce, attribuibile
al IX secolo, che è possibile sia quella
dell'Osanna che, ancora agli inizi del '900, era
in contrada Cappuccini. La croce scolpita sopra
la colonna reca un piccolo globo alla base ed
è simile a quella che decora la patena
di Siberia.
Nel convento, in cui attualmente è ospitata
la 'Fraternità Don Grittani', è
la Natività della Vergine, dipinto su tela
eseguito nel 1617 dal pittore mesagnese Gian Pietro
Zullo (1557-1619); sul lavabo del refettorio è
incisa un'iscrizione latina tardo rinascimentale
che ammoniva i frati insistendo sul valore metaforico
dell'acqua.
Nei secoli, Santa Maria del Casale
è stata non solo luogo di sosta dei pellegrini
ma anche meta essa stessa di pellegrinaggi; tale
funzione può dirsi valida anche nel presente.
La chiesa è infatti prossima sia allo scalo
aeroportuale internazionale di Brindisi-Casale
che alla S.S. 379, E 55 che collega, sul tracciato
dell'Appia-Traiana, Brindisi a Bari e alla dorsale
adriatica.
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