Lievitare nel petto, dove custodiamo
l'umanità. Riscoprire piccole pratiche,
semplici incontri quotidiani. Ritrovarsi, attorno
a un tè color tramonto o nel tramonto
di una giornata o della vita, in un tempo calmo
e lento. E riscoprire il piacere di conversare,
di comunicare. Esercitare la pratica dell'ascolto,
questo conta. Lievitare, ascoltando cosa cela
il nostro petto e quello altrui. Lievitare,
tendendo l'orecchio verso le piccole e grandi
cose che hanno reso e rendono ancora magnifica
la persona umana. Sorridersi, questo conta davvero,
lievitando.
Geltrude Antonazzo è
nata a Brindisi il 2 dicembre del 1971. Vive
da molti anni a Milano, dove lavora nel campo
dei Servizi Sociali in ambito minorile.
Il suo tentativo è di saper continuare,
anche negli anni, a scorgere, intravedere la
poesia anche nelle situazioni più scabrose
(pure di rilevanza sociale), proprio come la
statua già imprigionata nel marmo alla
quale faceva riferimento il grande Michelangelo,
e d’altra parte, attraverso la parola
scritta, provare ad essere piccola sentinella
del nostro tempo. Ha esordito nel panorama letterario
nel 2004, con la raccolta di poesie Parole di
vento.