Un romanzo
fatto di brevi capitoli affidati alle voci dei
vari personaggi: Maira, studentessa di liceo,
Minguccio, tossicodipendente, e Charlie, contrabbandiere.
Le vite dei tre giovani s'intrecciano a quella
di Dino, sanguinario boss della Sacra Corona
Unita, sullo sfondo di una Brindisi chimica
e fosforescente. La "Marlboro city"
degli anni '80 e 90 con le stecche di sigarette,
gli scafi dei contrabbandieri, i latitanti in
Montenegro, gli intrighi di polizia, finanza
e politica. Dino finirà per diventare
un collaboratore di giustizia e vivrà
di ricordi, ripercorrendo rapine, estorsioni,
omicidi, riunioni mafiose, condanne a morte,
bombe e fucili. Altri personaggi si uniscono
a questo coro di anime maledette: Anna, l'innocente
moglie di Dino; Ornela, la sua amante in Montenegro,
e persino la masseria di Martino, uno dei capi
fondatori della SCU.
E sarà infine Anna a chiudere il cerchio,
ricordando i suoi sogni di felicità e
contemplando le macerie di un'esistenza. "Tu
come tutto quello che tocchi" è
una storia violenta, senza remissione. Una "storia
di mafia, terra e amore", raccontata su
piani temporali diversi e da più voci.
Voci come lampi o spari - amici, amanti, boss,
genitori, masserie e pistole: tutti prendono
parte alla narrazione con una lingua viscerale,
impastata di sangue e poesia.
Recensioni
Sono numerosi i personaggi
che nel potente e folgorante "Tu come tutto
quello che tocchi", terzo romanzo della
brindisina Clara Nubile (dopo Io ti attacco
nel sangue e Lupo), raccontano “una storia
di mafia, terra e amore”
(Francesca Frediani, Repubblica)
Dando fiato al nucleo più
nascosto di quel satellite fitto e impenetrabile
che è la mafia (“spettacolo di
pupazzi, fili e ombre”), l’autrice
non si abbandona alla tentazione di giustificare.
Viceversa, offrendo un volto umano alle più
malvagie tra le creature della vicenda, la Nubile
finisce per esaltarne le colpe e renderne più
imperdonabili le azioni. E’ un libro di
buio pesto e luce accecante, di poliziotti prezzolati,
di colonne contrabbandiere che tagliano le tenebre
a fari spenti, e di solleone ammalato in pieno
mezzogiorno. A far da sfondo a questa Gomorra
salentina, un pullulare di cicale, olio abbronzante,
donne impasticcate di fotoromanzi e strofe di
Nino D’Angelo. E’ il ritratto di
un sud dolorante e lontano, perennemente dominato
da forze imponderabili. E coglie nel segno l’autrice
quando, cedendo all’influenza bodiniana,
descrive la straordinaria precarietà
dei luoghi e delle coscienze di una terra dalle
tinte forti: “Il bancone della carne è
bianco, ma a sud niente resta immacolato”.
(Sergio Sabato, Senzacolonne)
Clara Nubile, alla sua terza
opera, scrive un romanzo forte in cui si intrecciano
mafia, attaccamento alla propria terra e storie
d’amore… L’insieme di tutte
queste voci, rotte ed emozionate, disegnano
la società arcaica e tribale della Puglia
degli anni 80, divisa tra l’Italia e il
Montenegro, terra di latitanti, che lo Stato
ha abbandonato alle rapine, ai tradimenti e
alle vendette.
(Valeria Perrella, Grazia)
… Un libro originale
e crudo. Alla dolcezza della prosa e dei sentimenti
contrappone la violenta realtà di una
Puglia a mano armata fatta di rapine, rockstar
della mala, cucchiai e accendini che plasmano
la vita, e la modellano sui desideri. Una Brindisi
raccontata con una lingua originale che ha mille
sfaccettature a seconda del punto di vista di
chi parla… Un mosaico di voci per raccontare
la stessa storia, che si fa di grida e di pietà
per Minguccio, tossico e disperato, forse il
personaggio più riuscito dell’intero
romanzo.
(Flavia Piccinni, Il Riformista)
Lontano dalla Puglia edulcorata,
del mare, del sole e dei canti, quella così
bella e consolatoria che abbiamo il vezzo di
raccontarci, c’è quella vera, di
chi abita questo spigolo di mondo. C’è
un altro sole che illumina recessi sporchi,
dall’aria ammorbata da una feroce malavita
e mentalità clientelari castranti, periferie
post industriali, che hanno conosciuto solo
fumi, polveri, cancri e nessun “benessere”
dell’industrialismo; c’è
una generazione pre-movida perduta dietro alle
lusinghe dell’eroina, di cui nessuno parla
più. Aria acida, fosforescente, accomunata
però a quella calda da cartolina da analoghi
cuore e sangue, passione e sensi accesi di certa
gente di Puglia. Tu come tutto quello che tocchi
è il romanzo corale di Clara Nubile che
racconta quest’altra Puglia. Clara, 38
anni, traduttrice letteraria free lance, ha
deciso di dire tutta la verità su quello
che ha visto negli anni Ottanta dalla sua Tuturano,
tra Sacra Corona Unita, amore e faide, contrabbando,
droga e giovani speranze dalle ali spuntate.
(Claudia Presicce, Quotidiano di Puglia)
Esiste una Puglia che qualcuno
ha dimenticato, perché sepolta sotto
strati di sogni e di successi, di notti tarantolate
e di benedette Primavere… Era la Puglia
dove, all’ombra degli ulivi, la mafia
c’era, e si era data un nome altisonante,
Sacra Corona Unita, che si nutriva di droga
e sigarette, tante, che solcavano l’Adriatico
a bordo di gommoni più veloci di quelli
della Guardia di Finanza, una “Gomorra”
stroncata sul nascere, insomma. A ricordarci
quella Puglia sono rimasti gli scrittori…
E ora Clara Nubile, 38 anni, scrittrice nata
a Tuturano, piccolo paese alle porte di Brindisi,
nel suo nuovo romanzo Tu come tutto quello che
tocchi, racconta proprio quegli anni, uomini
e donne tra criminalità, amore, tradimenti,
la terra rossa di Puglia e il mare.
(Maria Grazia Rongo, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Certo che esiste un sud: esiste
un sud geografico e un sud dell'anima.
Un sud che ti lascia partire ma che poi ti reclama.
Ma il sud Clara Nubile se lo porta dentro e
con questo romanzo ce lo restituisce pulsante,
vivo, cinematografico, teatrale. Finalmente
una cartolina inusuale di una Puglia fotografata
nelle sue tinte più fosche e crude, con
persoaggi vivi che si muovono in uno scenario
afoso, poeticamente dark.
(Marcantonio Gallo,TuttoBrindisi)