Prefazione al libro
di Ennio Masiello
A distanza di qualche anno dalla pubblicazione
del suo primo libro di poesie, "L 'oro
ti Brindisi", Franco Libardo ha dato alle
stampe questo secondo volume dal titolo emblematico
di "Rispicatori", cioè "Spigolature",
quasi a voler mettere in evidenza una ricerca
attenta e puntigliosa dell'Autore fra le pieghe
più recondite degli usi, delle credenze,
delle superstizioni della nostra gente, ricerca
non disgiunta da una distaccata ironia, che
non sfocia mai, però, nell'invettiva
violenta e fustigatrice della satira.
Incontriamo nei versi di Libardo esperienze
e personaggi della nostra vita quotidiana, che
sono però comuni ad ogni altro piccolo
centro, e questo dona loro un respiro più
ampio e meno provinciale.
Aleggia, in ogni composizione, una indulgenza
bonaria e affettuosa, anche quando vengono messi
in risalto difetti personali o collettivi, sia
che si tratti di sapide osservazioni su aspiranti
e sprovveduti ballerini, come ne "La scola
ti ballu" o sulla celebrazione di un matrimonio,
come in "Brindisi alli sposi", sia
che si sfiori la critica politica o di costume,
come in "Iu sinducu" e "Festa
ti Partitu".
Ne va sottaciuto che, in confronto al primo
libro di poesie, Libardo, facendo tesoro della
passata esperienza, mostra una cura particolare
per le trascrizioni lessicali dei fonemi e per
l' osservanza delle regole metriche che donano
ai suoi versi una diversa armonia e li rendono
più gradevoli alla lettura ed all'ascolto,
senza nulla togliere però, e questo è
il suo grande merito, alla spontaneità
dell'ispirazione, che è e resta di natura
popolaresca, anche quando tratta temi di carattere
romantico o di natura sociale.
Ciò che più colpisce, anche in
questa seconda fatica, è il senso di
nostalgia e di rimpianto di Libardo, peraltro
comune a tutti i poeti dialettali, per un tempo
passato e forse non mai esistito che viene sublimato
dalla dolcezza del ricordo.