Recensione
di Osvaldo Piliego (Direttore Coolclub)
"L'attesa dell'attesa"
può sembrare un gioco di parole ma è
di più: è una condizione. Quella
di una generazione annoiata, schiacciata da
una condizione, ossessionata dal passaggio all'età
adulta. E di questo si parla, per lo meno si
parte, nel libro del giovane esordiente Mino
Pica. La storia di Morgan, protagonista del
libro, è una storia che ci somiglia:
giovane immerso in un sud che non lascia scampo
se non al pensiero, una vita che si trascina
nella monotonia del non fare. Tutto questo scivola
via, basta prendere un treno per lasciarsi alle
spalle tutto, anche gli effetti, l'amore che
non sembra mai riconoscersi in una persona.
E poi c'è un gatto nero, come se fosse
un angelo custode al contrario, a punteggiare
il cammino di un ragazzo alla ricerca di se
stesso in balia dei propri sensi. Un'anima dark
che trova nella musica pace, quasi catarsi.
Un esordio che salutiamo con piacere".
Presentazione
del libro di Miranda Biondi
(Direttrice Editoriale di Giovane Holden Edizioni)
Un gatto nero sfugge - a chi a che cosa? - e
nel farlo sfiora la realtà, la capovolge,
la shakera, generando mondi possibili alterati
e inquieti, entrando nei quali il lettore dovrà
necessariamente scendere a patti con l’autore
fidandosi totalmente di lui, facendosi trasportare
per mano e sospendendo inevitabilmente ogni
giudizio. Il romanzo d’esordio di Mino
Pica narra una storia che lungi dall’essere
un semplice viaggio alla ricerca di se stessi,
appare piuttosto come una finzione verbale pensata
per porre delle domande assai più che
per offrire delle risposte. Un edificio scritturale
complesso, un puzzle apparentemente impazzito
nel quale l’autore, attraverso un metodico
proiettarsi tra i propri pensieri, innalza geometrie
perfettamente incastonabili così da raccontare
una storia intima nel modo più oggettivo
possibile. È un libro che narra di sentimenti,
senza mai essere sentimentale. Assomiglia a
un lungo film, dove al posto delle immagini
ci sono le parole e i tempi verbali imperfetto,
futuro anteriore, condizionale funzionano da
motore delle vicende, fanno viaggiare nel tempo
e nello spazio una storia perfettamente immobile.
La grande capacità del narratore è
qui: ha inventato una lingua per dipanare una
storia-che-non-c’è. Il protagonista
purifica i nostri sentimenti attraverso la messa
a nudo dei propri. Ci invita a tuffarci come
in un caleidoscopio nel vuoto di una generazione,
con conseguente liberazione finale, realizzata
nel disinteresse di quale tempo sia reale, concreto
e storico lasciando che tutto passi via, con
il suo carico di speranze mai davvero perdute.
Biografia
Mino Pica:
Mino Pica si è laureato in Scienze della
Comunicazione nel 2005. Le sue grandi passioni,
la scrittura ed il giornalismo, lo portano ad
entrare nella prima radio a soli 14 anni, e
scrivere il primo pezzo su un quotidiano appena
un anno dopo. Seguono numerose collaborazioni
con settimanali, portali, mensili e collaborazioni
televisive del territorio. Nel 2006 diventa
responsabile redazionale di un portale internet
con cui organizza un concorso musicale, oltre
a creare una rete fra associazioni culturali
e non solo. Nel 2008 entra nell'Ordine Nazionale
dei Giornalisti, elenco Pubblicisti, dopo 2
anni di collaborazione con 'Il Nuovo quotidiano
di Puglia'. 'L'attesa dell'attesa' è
il suo primo romanzo.