Un viaggio, questo che Maura
Potì, nella sua opera prima, offre ai
lettori e forse anche a se stessa.
La sua poesia passa attraverso le maree e i
vulcani, le atmosfere d’oriente, quelle
di un quotidiano descritto nella sua verità,
personaggi di mondi immaginari; tutti usati
come metafore delle diverse tappe della vita,
ineludibili per tutti, ma che fanno di ogni
vita una vita unica.
Chi legge sarà colpito da una scrittura
ricercata capace di dipingere immagini e scenari
diversi. “Non parlerò”, dice
l’autrice nella sua “Parole d’amore”,
smentendosi immediatamente, affidando a una
ballerina, alle donne di Kandahar, a Maksim,
il compito di snodare il filo che unisce le
quattro sezioni fuse in un testo che in alcuni
tratti ha le digressioni e la prolissità
della narrazione orale. Sullo sfondo la natura,
madre buona e maligna, punto d’arrivo
di migrazioni continue, di vette raggiunte da
cui poi fuggire.
Maura Potì, architetto,
nasce a Brindisi il 12.02.57 e vive e lavora
a Bari. Alcune delle sue poesie sono raccolte
nelle antologie Aletti e Perrone Editore