Brindisini illustri - LUIGI MARTINESI
Luigi
Martinesi: una storia, un'epoca, una famiglia,
un brindisino…
Spesso
son titubante quando mi si chiede di parlare
della mia famiglia, o di qualcuno dei personaggi
che ne han fatto parte, non certo per stupidi
imbarazzi ideologici, o per nascondere chissacchè,
ma semplicemente perché, a seconda dell’interlocutore
che ho di fronte, sono più o meno stimolato
nel raccontare, ossia…è difficile,
proprio per non aver vissuto direttamente quel
periodo e quel clima (me ne rendo conto…),
staccarsi dal pregiudizio ideologico e giudicare
intimamente e personalmente un fatto o un personaggio
senza restar schiavi del “partito preso”.
Ma quando mi accorgo che chi ho di fronte è
disposto ad ascoltare per puro interesse storico,
tutto diventa più semplice, fluido e
piacevole anche per chi narra…
Così, in questi giorni, ho assistito
a diverse interessantissime iniziative sugli
80 anni del nostro Monumento al Marinaio d’Italia,
inaugurato nei giorni 4-5-6 Novembre 1933, dopo
una realizzazione record di appena un anno.
Contemporaneamente,
mi son arrivate da amici e conoscenti,diverse
richieste di chiarimenti e domande su un personaggio
che, per ovvie ragioni, è stato nominato
più volte al fianco dei vari Mussolini,
Starace, ecc.
Sto parlando del Generale Luigi Martinesi,
per tutti “Gino”.
“Zio Gino”, era nato a Brindisi
il 25 Febbraio del 1899, terzo di 4 fratelli:
Teodoro, Cosimo (mio nonno), Luigi (appunto)
e Anna (zia Annuccia) sposata con l’Avv.
Pantaleo Macchia (nel 1934 fu anche Segretario
Generale della Provincia) che partecipò
a diversi affari di famiglia insieme a Teodoro
e Cosimo che continuarono e ampliarono la ditta
di famiglia e la diversificazione degli affari.
Gino Martinesi,
invece, aveva scelto la carriera militare.
All’età di 18 anni fu accolto nel
corso per allievi ufficiali di complemento nella
reggia di Caserta e col grado di sottotenente
del 255° fanteria, partecipò alla
Prima Guerra Mondiale e per il valore militare
dimostrato,ricevette la medaglia d’argento…la
motivazione così recitava: ”Abile
e valorosa guida del suo plotone, che con serena
fiducia e calma animosa, brillantemente fu da
lui più volte condotto saldo e compatto
al contrattacco. Ferito, non ha voluto allontanarsi
dal combattimento. Più tardi, al posto
di medicazione, rifiutò di esser mandato
all’ospedale”. P.Medio Piave, 15-19
Giugno 1918.
Ancora convalescente tornò a Brindisi
e aderì subito al neo-movimento fascista
fondato da Benito Mussolini.
Il 1° Maggio del 1920 si verificarono dei
violenti scontri nei pressi della stazione tra
opposte fazioni di fascisti e comunisti, ed
uno dei dimostranti rimase ucciso. Gino Martinesi
con i suoi più stretti collaboratori
furono rinchiusi nelle vecchie carceri di Via
Tarantini, e successivamente prosciolti in istruttoria.
Le squadre d’azione confluirono in seguito
nella milizia volontaria della sicurezza nazionale,
il 1° Febbraio del 1923, a soli 24 anni,
era stato nominato capo delle squadre d’azione
del Salento e nello stesso anno fondava la 153°
Legione suddivisa in sette coorti nel triangolo
Brindisi-Lecce-Taranto (sede Taranto).
Da questo momento in poi,per lui iniziava una
veloce scalata che lo avrebbe portato ai vertici
militari di Puglia e non solo.
Luigi Martinesi e alla
sua destra il maresciallo d'Italia Pietro Badoglio
Queste le
sue cariche :
- 1 Febbraio 1923 Capo delle squadre d’azione
del Salento e nella Marcia su Roma, fonda la
153° Legione.
- 25 Marzo 1926 Console Cavaliere.
- 1 Febbraio 1933 Console Generale
- Marzo 1933 Medaglia d’argento e 2 croci
di guerra.
- 7 Settembre 1933 Comandante della XXXII Gruppo
Legioni M.V.S.N.
- 1934 Comandante della Milizia Egea.
- 1935 Comandante del XXXIII Gruppo Legioni
di Taranto.
- 1937 Comandante delle Camicie Nere della Sardegna.
- 21 Aprile 1938 Comandante della XII Zona CC.NN.
sede di Bari
- 7 Novembre 1939 Luogotenente Generale
- 13 Gennaio 1941 Concessione della Commenda
dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Nel
1942 prese parte alla campagna di Russia alla
guida del raggruppamento delle camicie nere
“23 Marzo”.
Alla fine dell’Agosto ’43 rientrò
a Brindisi, ma l’11 Settembre successivo
fu arrestato nel carcere di via Appia fino al
Giugno ’44. Prelevato dalle truppe inglesi,
fu tradotto nel campo di concentramento allestito
nella Certosa di Padula, dove rimase fino all’Agosto
del ’45.
A Settembre fu nuovamente arrestato dalle autorità
italiane per i fatti del ’20.
Mi piace sottolineare quest’episodio perché
durante il processo che lo assolse definitivamente
nel Dicembre del ’45, furono addirittura
gli antifascisti a testimoniare in suo favore.
Oggi una cosa del genere sarebbe impensabile
o quanto meno improbabile… ma quelli erano
altri tempi… valori come rispetto, onestà,
onore, coraggio, patria, famiglia, lealtà
(anche tra avversari) oggi ci appaiono come
parole quasi vuote e prive di significato…
allora, un uomo senza di essi, non era un uomo,
per gli altri, ma soprattutto, per se stesso…
una sorta di Politeismo dei valori come imparai
a mio tempo dal professore di Sociologia all’Università
di Bari, Francesco Sidoti.
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Brindisi 1926.
Gli ufficiale della 153° Legione CC.NN
con il cappello alpino, ma senza la piuma,
che la milizia aveva scelto come divisa.
Al centro (cerchiato) il console Gino Martinesi;
tra gli altri il centurione Onofrio Argentina
e i capi manipoli Raffaele Galiano, Attilio
D'Errico e Giuseppe Martina |
Gino
Martinesi, malridotto da principi di assideramento
ereditati dalla campagna di Russia, ferite varie
ed altro, morì nella sua Brindisi il
15 Luglio del 1956.
Dott. Marco Martinese
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