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Brindisini illustri - MARGARITO

Margarito, o Margarites così chiamato per le sue origini indubbiamente greche, probabilmente di Xante, per i latini era Margaritis. La congettura, già esposta da Giacomo Carito, ha avuto conferma nei recentissimi studi del prof. Andreas Kiesewetter esposti in occasione della conferenza organizzata dall'Associazione Amici della Biblioteca Pubblica Arcivescovile A. De Leo di Brindisi, in data 13 ottobre 2004.

La sua figura è ricordata prima come grande pirata, e in seguito grande ammiraglio, fedele per quasi cinquant'anni agli ultimi re normanni.
Nel 1184, è nominato ammiraglio di Sicilia da Guglielmo II detto "il Buono".

Dopo tale data la sua carriera è segnata da una serie di successi. Nel 1185 in un'offensiva contro l'impero bizantino, occupò Durazzo e le isole ionie: Zakynthos, Corfù, Cephalonia e Leucas. Nello stesso anno la flotta dei normanni di Sicilia, sotto il comando di Margarito occupa Tessalonica.
Margarito, con sessanta navi rese il Mediterraneo orientale aperto e sicuro per il naviglio occidentale, costringendo il Saladino a ritirarsi da Tripoli nel 1188.

Con la morte di Guglielmo (1189) si aprì una disputa sulla successione al trono normanno, in quanto le nozze contratte con Giovanna figlia di Enrico II di Inghilterra risultarono sterili. Di conseguenza, legittima erede al trono risultava essere Costanza d'Altavilla, zia dello stesso Guglielmo, moglie di Enrico VI di Svevia, imperatore di Germania. Margarito si schierò con Tancredi, conte di Lecce, suo compagno d'armi, e l'aiutò a salire al trono catturando e imprigionando l'imperatrice Costanza, venuta in Italia per rivendicare il diritto al regno (1190), a Salerno. Definito dai contemporanei come "arcipirata", Tancredi onorò l'ammiraglio nominandolo primo ministro della monarchia, comandante supremo dell'armata navale e conte di Malta nel 1192. In ricambio dei suoi eccellenti servizi il 23 novembre del 1194 la contea stessa sarebbe stata assegnata a Guglielmo Grasso. Nel 1192 è scelta la cattedrale di Brindisi come sede per l'incoronazione di Ruggero, figlio di Tancredi di Lecce, e sempre nella stessa cattedrale, nel luglio del 1193, si festeggiano le sfarzose nozze tra Ruggero e Irene figlia di Isacco II Angelo imperatore di Bisanzio. Nel dicembre dello stesso anno 1193 Ruggero muore e nel 1194 segue la morte dello stesso Tancredi cui succede il figlioletto Guglielmo III (1194-1197), sotto la reggenza della madre Sibilla d'Acerra.
L'imperatore Enrico VI, appoggiato dai suoi alleati pisani e genovesi, invase la Sicilia, prese Palermo e fu incoronato nella cattedrale di Palermo il 25 dicembre del 1194. Margarito, fatto prigioniero perché fedele al conte di Lecce e re di Sicilia, fu accecato e deportato a Treviri, dove trascorre probabilmente gli ultimi anni della sua vita, perché prima del 1205 morì. Tutti i beni degli sconfitti furono confiscati e tra questi anche la "domus Margariti", sita nei pressi dell'attuale chiesa di San Paolo, da cui poté essere derivata l'idea di un'origine brindisina dell'ammiraglio. Di lei si dice fosse di leggendaria ricchezza, fornita di bagni, giardini, forni e altri servizi accessori, segno di quanto Margarito aveva accumulato con le sue ardite operazioni navali. Nelle sue pertinenze furono realizzate la zecca e la banca di Stato.

Firma di MargaritoMargarito sempre in Brindisi, aveva provveduto a generose donazioni a favore della grande chiesa di S. Maria de Parvo Ponte, fatta completare entro il 1180, con annesso monastero, demolita nel 1777 durante le opere di bonifica del porto.
Il rapporto che lega Margarito al territorio brindisino, non si limita solo alle citate generose donazioni, ma anche ad una serie di rapporti umani che l'ammiraglio aveva stretto con i canonici della cattedrale, con i catepani Gaufredus e Unfredus, con il giudice della comunità dei ravellesi e scalesi Rogerius Pirunteus, con il giudice Isacco e con i suoi figli, e con altri 34 cittadini. Tutti, promotori dell'assalto alla chiesa di Santa Maria de parvo ponte, in occasione del vuoto di potere venutosi a creare dopo l'improvvisa morte dell'imperatore Enrico VI (+1197), con lo scopo fondamentale di affermare il proprio dominio in città con azioni di forza su luoghi d'importante valore simbolico. Nella fronda è ipotizzabile anche la partecipazione del fratello di Margarito, il notaio Massimiano, accusato poi, di aver usurpato i beni di pertinenza della chiesa brindisina denominata Santo Spirito dipendente dall'arcivescovo abate di Monreale.

Testo di Valentina Pascazio

Immagini nel testo: ritratto (in alto) e firma di Margarito (sotto - Archivio Capitolare)

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» Il romanzo di Dario Stomati "Margarito, il leggendario arcipirata da Brindisi"

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