Brindisini illustri - PRIMO LONGOBARDO
Primo
Longobardo
Brindisino di adozione - Medaglia d’Oro della Marina Militare
A
69 anni dalla morte, e in previsione della celebrazione tra quattro
mesi della "Giornata dei Marinai Scomparsi in Mare", che si tiene ogni
anno a Brindisi nel mese di novembre, è doveroso ricordare la Medaglia
d'Oro (alla memoria) Capitano di Fregata Primo Longobardo,
sardo di nascita e sposato con una brindisina, al quale è intitolata
un'importante via del rione Casale.
Primo
Longobardo (e non Longobardi, come erroneamente era una
volta scritto sulla tabella viaria) nacque a La Maddalena (Sassari) il
19 ottobre 1901. Allo scoppio della grande guerra (1915), entrò appena
quattordicenne nell'Accademia Navale di Livorno, dove nel 1920 conseguì
la nomina a Guardiamarina. Nel 1922 fu promosso Sottotenente di
Vascello, nel 1925 Tenente di Vascello. Dopo numerose destinazioni a
terra e su unità di superficie, fu inviato nel 1929 in Cina a comandare
il distaccamento di Marina di Tientsin. Dal 1902 L'Italia aveva in quel
Paese, come le Nazioni che avevano domato la rivolta dei Boxers, una
"concessione", cui rinunciò il 10 febbraio 1947 con il Trattato di pace
di Parigi.
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Immagini di Primo Longobardo (fonte:dalla
Rete)
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Rimpatriato
nel 1932, e promosso l'anno dopo Capitano di Corvetta, Longobardo
comandò - in successione - i sommergibili "Sirena", "Galilei",
"Ferraris"; e il "Calvi", col quale svolse missioni speciali durante la
guerra di Spagna, meritando nel febbraio 1937, nelle acque di
Tarragona, la sua prima medaglia d'argento.
La
guerra civile scoppiò in Spagna dopo l'insurrezione delle forze armate
ad opera di Francisco Franco, il futuro caudillo,
contro il governo del Fronte popolare uscito dalle elezioni del
febbraio 1936. Francia, Unione Sovietica e volontari di varie
nazionalità combatterono al fianco del governo repubblicano, mentre
Italia e Germania appoggiarono il governo nazionalista di Burgos. Tra
il dicembre 1936 e il febbraio 1937, la Marina italiana impegnò nel
blocco del traffico diretto ai porti repubblicani, 13 incrociatori, 22
cacciatorpediniere e ben 42 sommergibili.
Promosso
Capitano di Fregata nel 1938, Longobardo assunse il comando del Gruppo
Sommergibili di Tobruk, che tenne fino all'aprile 1939. Allo scoppio
della seconda guerra mondiale (1940), comandò i sommergibili "Torelli"
e "Toti", impegnati in Atlantico e nel Mediterraneo, ottenendo due
citazioni nei bollettini di guerra. Col "Torelli" affondò in meno di un
mese (dal 9 gennaio al 4 febbraio 1941), ad ovest della Gran Bretagna,
quattro unità di superficie per 17.498 tonnellate di stazza lorda,
operazione per la quale meritò la seconda medaglia d'argento.
Nel
1942 riottenne il comando del sommergibile "Calvi", che era di stanza
nella base Betasom di Bordeaux (Francia occupata), il cui impiego
operativo era coordinato dall'Ammiraglio tedesco Doenitz. All'inizio
dell'estate 1942, la Germania lanciò due grandi offensive, entrambe
destinate a fallire. Dal luglio 1942 al febbraio 1943 si svolse a
Stalingrado la più grande battaglia della storia dell'umanità,
conclusasi con una catastrofica sconfitta tedesca. In Africa il
generale Erwin Rommel, conquistata Tobruk, avanzò verso Alessandria per
interrompere il flusso dei rifornimenti inglesi che attraversavano il
canale di Suez; ma - sconfitto a El Alamein il 4 novembre 1942 - fu
costretto a ritirarsi in Libia.
I
sommergibili italiani e tedeschi avevano il compito di dare la caccia
ai convogli inglesi. Nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1942, il
"Calvi" ne avvistò uno, a sud delle Azzorre, scortato da quattro navi
da guerra. Nell'impari lotta fu gravemente danneggiato e, obbligato
dalle avarie ad emergere, finito dalla corvetta Lulworth. Si inabissò
subito con il comandante Longobardo e parte dell'equipaggio: i 35
superstiti furono raccolti dalle navi inglesi.
Il
7 marzo 1947 fu conferita a Primo Longobardo la medaglia d'oro alla
memoria, mentre due sommergibili (di cui uno tuttora in attività) hanno
portato e portano il suo nome. Ufficiale capace e coraggioso, seppe
farsi apprezzare per l'umanità e il senso della disciplina dagli
equipaggi dipendenti; per il valore e l'audacia dagli alleati tedeschi;
e per la lealtà e lo spirito d'amicizia dagli avversari inglesi, che
aveva conosciuto durante la permanenza in Cina.
Testo di Roberto
Piliego (7 luglio 2011)
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