Brindisini illustri - RAFFAELE RUBINI
Raffaele Rubini, matematico e
urbanista
L’importanza per Brindisi di Raffaele Rubini,
matematico, scienziato, ingegnere e architetto, qui nato il 20 ottobre
1817 da Settimio e da Maria Giuseppa Gargiulo, è dovuta al progetto
redatto nel 1870 per la sistemazione urbanistica di quella vasta area
di orti, divenuta nel tempo ricettacolo di rifiuti, che dalle vie Porta
Lecce, Conserva e S. Lorenzo (limite del centro storico fino alla fine
dell’800) arrivava alla stazione ferroviaria.
Formatosi
a Lecce e a Napoli grazie all’aiuto di un altro illustre scienziato
brindisino, l’abate Teodoro Monticelli,
si laureò in Matematica e in Architettura. A Napoli insegnò, alla
Nunziatella e all’Università, Scienze Matematiche, Meccanica razionale
e Algebra superiore. Afflitto da una malattia nervosa, nel 1870 tornò a
Brindisi, e qui morì il 13 aprile 1890. Scrisse molti volumi,
conservati nella Biblioteca Arcivescovile “A. De Leo”.
L’importante
lavoro urbanistico di Raffaele Rubini per la sua città, si rese
necessario dopo la costruzione nel 1865 della stazione ferroviaria (scheda),
e il transito dei passeggeri - costretti ad attraversare l’area malsana
- della “Valigia delle Indie”, la linea
ferroviaria e marittima Londra-Parigi-Bombay-Calcutta che dal 1870 al
1914 fece scalo a Brindisi (scheda).
Già nel 1841, l’Amministrazione Comunale (il Decurionato) aveva
constatato la necessità di bonificare l’area, che si caratterizzava per
depositi di immondizie, fossi, pietrame sparso e qualche cadente
casupola. Ma si dovette attendere l’Unità d’Italia
per far approvare e realizzare il progetto del prof. Rubini, fondato su
uno schema ortogonale con tracciati viari rettilinei, per agevolare il
crescente traffico veicolare (a somiglianza del borgo murattiano di
Bari).
Il
corso Umberto nacque nel 1879, con la grande piazza intitolata ai
cinque fratelli Cairoli, eroi del Risorgimento; che fu progettata dal
prof. Rubini come un quadrivio con quattro ampi spazi quadrati agli
angoli (la prima semplicissima fontana centrale, in pratica uno
zampillo d’acqua, risale al 1921). Nei giardini di S.
Crispieri, che si trovavano a destra del corso, avendo
la stazione alle spalle (l’area, per intenderci, intorno a corso Roma e
via Saponea); e nella contrada del Pero,
più estesa, a sinistra del corso (allora attraversata da una larga
strada, irregolare e obliqua, che da via delle Ferrarie, ora Cesare
Battisti, conduceva alle “vasche limarie”, a lato di Porta Mesagne)
furono costruiti, dal 1890 in poi, fabbricati moderni a uno o più
piani. Nel progetto era inclusa una più idonea sistemazione di corso
Garibaldi (nome che ebbe solo nel 1882), per l’innesto - in piazza dei
Commestibili, o della Fontana (dal 1919 della Vittoria) - nel nuovo
corso Umberto.
Nel
1940, nel cinquantenario della sua morte, fu dedicata al prof. Rubini –
dopo l’intitolazione, nel 1921, di una via centralissima – un’epigrafe
commemorativa in una rientranza del corso Garibaldi, all’altezza del
civico 80, che non ricorda affatto, però, il grande contributo da lui
dato all’ammodernamento della città.
Testo
di Roberto Piliego
Il
ritratto del prof. Rubini presente nel testo è del pittore E. Gaeta
(opera del 1877)
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