Brindisini illustri - TEODORO MONTICELLI
Teodoro
Monticelli (abate celestino, naturalista, vulcanologo,
docente di morale e di chimica all’Università di Napoli, segretario
perpetuo della Reale Accademia delle Scienze di Napoli), nacque a
Brindisi il 5 ottobre 1759 dal barone Francesco Antonio e da Eleonora
dei conti Sala, nel più antico quartiere brindisino, le Sciabiche; in
un edificio che sorgeva tra il palazzo Montenegro e il mare, e che fu
demolito negli anni 1923-24.
Svolse
i suoi studi umanistici presso i Padri Scolopi di Brindisi; quelli
scientifici nel Collegio dei Celestini di Lecce, e li completò nel
Collegio Massimo della Congregazione Benedettina di Roma. Maturata la
vocazione sacerdotale, seguì i corsi di Teologia, e quelli di Filosofia
e Matematica, materie per le quali aveva anche un particolare
interesse. Nel 1782, a 23 anni, cominciò a insegnare a Lecce, nel
monastero di S, Croce. Trasferitosi a Napoli tenne la cattedra di
Filosofia nel monastero di S. Pietro a Maiella, dove ricevette il
titolo di Abate. Nel 1790 ottenne, sempre a Napoli, la cattedra di
Storia Ecclesiastica.
Appassionato,
tra l’altro, di economia e di agraria, diede alle stampe a Napoli, nel
1792, un “Catechismo di agricoltura pratica, e di pastorizia
per la pubblica istruzione de’ contadini del regno di Napoli”.
A
seguito della congiura giacobina del 1794, fu arrestato l’anno
successivo per avere frequentato l’accademia di chimica fondata e
gestita dal capo riconosciuto dei rivoluzionari napoletani, Carlo
Lauberg, in cui – già dal 1792 – i giacobini tenevano le loro riunioni
segrete. Trascorsi tre anni di prigionia nel Castel Sant’Elmo, fu
condannato dal Tribunale della Gran Causa dei Rei di Stato, nel
processo del 1798, ad altri sette anni da trascorrere nella torre
penale di Favignana, in Sicilia. Ciò che contribuì a salvarlo dal
patibolo, sul quale perirono con altri, il 29 ottobre 1799, i maggiori
rappresentanti della Repubblica Partenopea: Mario Pagano, sommo
giureconsulto; Domenico Cirillo, presidente della Commissione
legislativa, e il giovane poeta pugliese Ignazio Ciaia, nato a Fasano
nel 1769. In prigione Monticelli scrisse il volume Del
trattamento delle api in Favignana, pubblicato a Napoli nel
1807 e ristampato nel 1840.
Soffocata
la Repubblica Partenopea nel 1799, dopo la pace di Firenze del 1801,
Ferdinando IV di Borbone fece liberare i detenuti politici, tra i quali
Teodoro Monticelli, che si trasferì a Roma per curare gli studi di
Mineralogia, per i quali divenne socio delle maggiori accademie
d’Europa e d’America.
Ritornato
a Napoli, ottenne da Giuseppe Bonaparte l’incarico di dirigere il
Collegio Reale del Salvatore, tenendo contemporaneamente la cattedra di
Etica all’Università, della quale fu pure rettore. Fu altresì
segretario perpetuo della celebre Accademia Reale delle Scienze, che
conserva tutti i risultati dei suoi studi: tra i maggiori quelli sul
Vesuvio e le sue eruzioni, ai quali dedicò gran parte della sua vita.
Monticelli osservò infatti da
studioso le eruzioni del 1807-09-10-12-13-20-21, e raccolse nella sua
casa di Napoli tutti i minerali vesuviani, che divennero una collezione
eccezionale per numero (ben 16.800) e bellezza dei reperti. Il “museo”
Monticelli aveva sede nel palazzo de Penna (foto
a lato), costruito nel 1406 e da lui acquistato dopo la
soppressione degli ordini religiosi (era proprietà dei padri Somaschi);
palazzo ancora oggi esistente nell’antica piazzetta di S. Demetrio,
divenuta poi piazzetta Teodoro Monticelli.
Nel
1825 realizzò col chimico e naturalista Nicola Covelli un’opera
fondamentale: Prodromo della Mineralogia Vesuviana,
in cui descrisse in modo sistematico i minerali raccolti, con la
giacitura, i caratteri fisici e la composizione chimica.
Delle
sue numerose opere si ricordano: Descrizione della grotta
della Zinzanusa, ossia Dell’antico tempio della dea Minerva
in Castro Minerva ne’ Salentini, Napoli 1807; Memoria
sull’economia delle acque da ristabilirsi nel regno di Napoli,
Napoli 1809; Descrizione dell’eruzione del Vesuvio avvenuta
ne’ giorni 25 e 26 dicembre dell’anno 1813, Napoli 1815; Storia
de’ fenomeni del Vesuvio avvenuti negli anni 1821 e 1822 e parte del
1823 con osservazioni e sperimenti (con N. Covelli), Napoli
1823; un piccolo commentario latino sui Campi Flegrei e Pozzuoli (In
Agrum Puteolanum Camposque Phlegraeos Commentarium, ab
equite Teodoro Monticelli), Napoli 1827; Memoria sulla
origine delle acque del Sebeto di Napoli antica, di Pozzuoli, ecc.,
Napoli 1830; Su la pastorizia del regno di Napoli,
Napoli 1840.
Le
opere complete, dal titolo Le opere dell’abate Teodoro
Monticelli furono raccolte in tre volumi pubblicati a Napoli
dal 1841 al 1843, reperibili nelle maggiori biblioteche napoletane
oltre che nella Provinciale di Lecce.
Due anni dopo, il 5 ottobre 1845, al compimento esatto degli 86 anni,
Teodoro Monticelli morì a Pozzuoli.
Testo di Roberto Piliego
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