ARTE & MONUMENTI
L'ASSUNZIONE
DI MARIA NELL'ARTE BIZANTINA, DUE IMPORTANTI ESEMPI
A BRINDISI
Interessanti rappresentazioni iconografiche della Dormizione
nelle chiese di Santa Lucia
e di San Paolo. In questultimo affresco - recentemente
scoperto la presenza di un personaggio misterioso
Il 15 agosto nella
chiesa d'oriente e d'occidente si celebra una delle
più antiche e importanti feste del calendario
liturgico mariano, l'Assunzione in cielo della
Vergine Maria. La Madre di Dio, regina dell'universo
e immune da ogni colpa originale, "terminato
il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria
celeste in anima e corpo", come recita il dogma
di fede proclamato da papa Pio XII nel 1950.
Il "transito" della Madonna è definito
dalla chiesa ortodossa con il termine greco "Koimesis"
(letteralmente "il sonno della morte"), poi
tradotto dalla chiesa latina in "Dormitio
Virginis", in entrambi i casi si parla
di uno stato di addormentamento durato tre giorni prima
del passaggio dalla vita terrena a quella divina (Assunzione),
un episodio sacro interpretato in particolar modo nell'arte
bizantina con mosaici, avori, icone, decorazioni sculturee
e affreschi. Secondo il culto popolare il trapasso sarebbe
avvenuto sul monte Sion, nei pressi Gerusalemme, dodici
anni dopo la morte di Cristo, la Vergine Maria quindi
sarebbe spirata a sessant'anni, altre credenze la vedono
sopravvissuta sino a ottant'anni e identificano il luogo
dell'evento in Efeso, nell'attuale Turchia.
Particolare della Dormitio Virginis
nella cripta del Gonfalone a Tricase (LE)
È necessario
ricordare che l'episodio del "Transitus Mariae"
non è menzionato nelle Sacre Scritture, ma perviene
dalla tradizione molto antica dei Vangeli apocrifi risalenti
al IV e V secolo, documenti non riconosciuti ufficialmente
dalla Chiesa. In uno di essi si narra che "Nostro
Signore Gesù Cristo decise di avere per sempre
accanto a sé sua Madre, la Vergine, felice di
ricongiungersi col figlio, espresse il desiderio di
rivedere gli Apostoli [
] i quali, quasi
volando, raggiunsero la Vergine e aspettarono con lei
fino al momento in cui Dio la richiamò a sé
con anima e corpo".
Proprio su quest'ultimo aspetto ci furono numerosi dibattiti
teologici e dispute dottrinali durante tutto il Medioevo,
oggi per i frati Cappuccini la differenza principale
tra Dormizione e Assunzione "è che la
seconda non implica necessariamente la morte, ma neppure
la esclude", per i padri domenicani, invece,
quella della Madonna fu una morte fisica vera e propria.
Particolare della Dormitio Virginis
dipinta nel castello di Acaya (LE)
Il racconto religioso
è entrato gradualmente nell'immaginario popolare
tanto da diventare un soggetto di numerose opere: nella
rappresentazione artistica bizantina, che forse deriva
da quella più antica egizio-copta, la Vergine
in genere è ritratta su un letto di morte, con
gli occhi chiusi e il viso rilassato, senza sofferenza
ma di serenità nell'attesa del trapasso, è
contornata e vegliata dagli apostoli, solitamente divisi
in due gruppi simmetrici; al centro della scena Cristo
stringe fra le sue braccia l'anima della Madre ritratta
come una bimba in fasce bianche (a simboleggiare la
purezza e la verginità) nell'atto di affidarla
agli angeli che discendono dall'alto per accoglierla.
La vicenda ha affascinato numerosi artisti dell'intero
bacino mediterraneo tra il X e il XIV secolo, nel Salento
esistono importanti rappresentazioni pittoriche dell'episodio,
la più antica testimonianza è nella cripta
di Santa Marina a Miggiano, a Brindisi esistono due
straordinarie raffigurazioni che sintetizzano il tema
iconografico, la prima nell'aula superiore della chiesa
di santa Lucia, la seconda, venuta alla luce da pochi
anni, è in una nicchia dietro un altare laterale
nella chiesa di san Paolo Eremita.
Brindisi, chiesa di Santa Lucia,
nel riquadro ciò che resta della Dormitio Virginis
L'affresco presente
sulla parete meridionale della chiesa di santa Lucia,
purtroppo deturpato nella parte superiore, nel riproporre
l'iconografia tipica bizantina, riprende uno dei modelli
provenienti dall'area balcanica (Serbia e Macedonia)
soprattutto nel XIII secolo: nell'unica parte visibile
della scena si individua la presenza del giudeo Jeophonias
(Ruben in altre versioni) nel tentativo di profanare
il catafalco funebre, che secondo la letteratura apocrifa,
venne punito da un angelo (san Michele) con il taglio
delle mani. Nel pannello brindisino l'angelo in volo
giunge proprio per fermare e castigare il sommo sacerdote
ebreo, ritratto in una posa sgraziata, mentre cerca
di rovesciare il letto della Vergine. L'episodio sacrilego,
secondo gli studiosi, si riferisce al persistente sentimento
antisemita di epoca angioina, maturato contro la pratica
dell'usura, "quando la politica antigiudaica
assunse toni più aspri, e si trasformò
in una vera e propria campagna per la conversione"
(D. Abulfa, 1996); altre simili testimonianze nel Salento
sono visibili negli affreschi della Koimesis nell'abbazia
di Santa Maria delle Cerrate, ora nel Museo delle Tradizioni
Popolari, a Tricase e nel castello di Acaya. Nel dipinto
brindisino si individuano purtroppo solo pochi personaggi,
oltre all'angelo e all'ebreo, in basso a sinistra si
vede "un apostolo davanti al feretro da cui
ricade un lenzuolo in fitti panneggi", mentre
a destra la figura di san Paolo mentre si china sui
piedi di Maria "e, oltre ai volti di quattro
apostoli, la nicchia da cui si affaccia una delle donne
piangenti" (M. Guglielmi Protopapa, 2000).
Brindisi, chiesa di Santa Lucia,
particolare della Dormitio Virginis
Una interessante versione
trecentesca della Dormizione della Gran Madre di Dio
è stata ritrovata e in parte portata alla luce
nel 2018, durante gli ultimi restauri della chiesa di
san Paolo Eremita. Alle spalle di uno degli altari barocchi,
all'interno di una piccola nicchia ricavata su una muratura
più esterna, è collocata una Dormitio
Virginis realizzata da un artista ignoto saldamente
ancorato allo schema simbolico bizantino, con molti
elementi comuni alle altre produzioni artistiche dello
stesso tema: la Madonna è distesa esanime sul
letto avvolta in un manto blu (simbolo di nobiltà
e spiritualità), dietro, inserito in una grande
mandorla (emblema di santità), il Cristo in piedi
mentre stringe tra le mani il bambino interamente fasciato
da un tessuto bianco (l'animula senza peccato della
Madonna) in procinto dell'ascesa. La figura divina è
al centro della composizione e, rispettando i tipici
canoni iconografici, crea una linea immaginaria verticale
che collega l'umanità di Maria a quella divina
nel Regno dei Cieli. Di lato il primo gruppo di cinque
apostoli in tunica rossa, san Pietro è l'unico
ad indossare una veste ecclesiastica bianca, sono tutti
raffigurati in una dimostrazione composta di dolore
mentre rivolgono la loro attenzione al corpo di Maria.
Tre di loro portano la mano destra al petto, in atteggiamento
di preghiera, mentre il resto dei discepoli, probabilmente
riprodotti alla destra del Cristo - così come
il viso della Vergine addormentata - non si vedono poiché
una parte dell'affresco è rimasto incastonato
nella zona retrostante dell'altare settecentesco.
Nell'angolo in basso appare un personaggio inedito,
misterioso, mai presente in opere analoghe: ha i capelli
biondi, il suo volto presenta lineamenti delicati e
raffinati (è forse una donna?), le mani sono
protese verso il catafalco e sembra indossare una tunica
scura al centro della quale si scorge un'ampia croce,
potrebbe essere un militare, un religioso, ma anche
il o la committente della pregevole opera. L'assenza
dell'angelo escluderebbe la possibilità dell'ebreo
sacrilego, ma solo uno studio specifico potrà
svelare l'identità di questa figura insolita.
L'affresco, nonostante la semplicità e la staticità
delle figure, offre un interessante insieme di elementi
compositivi particolarmente curati, con accostamenti
di colori caldi e armonizzati.
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La Dormitio Virginis nella chiesa
di S.Paolo, veduta d'insieme e particolare del
personaggio a lato
clicca per ingrandire
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Nel Rinascimento,
con il rinnovamento dell'iconografia mariana, la figurazione
artistica dell'evento venne sostituita dalla rappresentazione
più complessa e trionfale dell'Assunzione e dell'Incoronazione,
con la Vergine in trono, o in piedi, trasportata in
cielo in un tripudio di angeli. L'arte italiana, tuttavia,
non ha dimenticato il modello bizantino della Dormizione,
riproposto (raramente) anche dopo il Quattrocento .
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.212 del 20/8/2021
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