Monumenti
La
MERIDIANA DEL PORTO, il fascino antico
di misurare il tempo
Dal oltre un secolo l'orologio sul muro della Guardia
Costiera legge l'ombra proiettata dal suo stilo, ma
solo in pochi conoscono con esattezza la sua reale funzione
pratica
La misurazione del
tempo ha origini molto antiche che conducono alla preistoria.
Tutto iniziò con l’uso di riferimenti semplici,
come l’ombra prodotta dalla cima di un monte,
per poi passare all’utilizzo di un’asta
(gnomone) per marcare il passaggio del Sole. Pertanto,
per semplificare, basterebbe leggere la posizione dell’ombra
prodotta su una linea segnata per conoscere l’ora.
Questo tipo di orologio, conosciuto anche come meridiana,
è regolato sul moto combinato di rotazione e
rivoluzione della Terra attorno al sole e viene realizzato
seguendo alcune regole matematiche e i valori legati
al luogo, cioè la latitudine, la longitudine
e l’azimuth della località dov’è
posto. Esso segna il “vero” orario locale
che, rispetto a quello di comune uso, non ha un andamento
costante. L'arte della gnomonica, in realtà,
è un linguaggio appassionante e allo stesso tempo
complesso e misterioso, che richiede conoscenze astronomiche
e matematiche, oltre che doti artistiche ed estro letterario.
Oggi gli orologi solari vengono utilizzati principalmente
per il loro valore estetico, la funzione pratica è
poco nota, ma destano sempre grande interesse e tanta
curiosità.
La Meridiana sul muro della
Capitaneria di Porto
Sulla parete a sud
della Capitaneria di porto di Brindisi, sul lato che
guarda i giardini di piazza Vittorio Emanuele II, è
posizionata una complessa meridiana verticale, detta
Meridiana del Porto, un orologio solare
posto sul muro a sud dell’edificio che ospita
la Capitaneria di porto, realizzato nel 1917 dal capitano
Enrico Alberto de Albertis (23 marzo
1846 - 3 marzo 1932), probabilmente l'italiano più
esperto di orologi solari. L'ufficiale
della Marina Mercantile, uomo eclettico ma ricco di
ingegno, fu anche un navigante instancabile: ripercorse
le rotte di Cristoforo Colombo ricostruendo ed utilizzando
persino gli strumenti nautici in uso a quel tempo, come
la clessidra a sabbia e l'astrolabio. Dai disegni ritrovati
nel suo castello in stile neogotico situato sulle alture
di Genova, la sua città, oggi sede del Museo
delle Culture del Mondo, si è scoperto che il
"girovago pintor di meridiane" (così
definito da Edmondo De Amicis) realizzò, tra
il 1875 e il 1928, ben 106 orologi solari dislocati
in varie località italiane ed estere, cinque
in Puglia, di cui l'unico superstite è proprio
quello che si vede a Brindisi.
Il capitano Enrico Alberto
de Albertis
La meridiana ha l'orientamento
del quadrante solare in direzione Est-Ovest, con lo
stilo polare (o gnomone, l’asta che con
la sua ombra serve ad indicare l’ora) parallelo
all’asse terrestre, con leggera inclinazione verso
il basso.
Questo tipo di orologio è regolato sul moto combinato
di rotazione e rivoluzione della Terra attorno al sole
e segna il “vero” orario locale che, rispetto
a quello civile che usiamo normalmente, non ha un andamento
costante. Ogni meridiana infatti è costruita
con regole matematiche locali, cioè in base alla
latitudine, longitudine e all’azimuth del posto.
Per leggere l’ora, com’è noto, basta
guardare la posizione dell’ombra dello stilo rispetto
alle linee orarie, ma cerchiamo di capire meglio cosa
rappresentano questi tracciati. La curva superiore si
riferisce al solstizio d'inverno, quella inferiore al
solstizio d'estate, mentre la retta che attraversa il
quadrante tra le due curve si riferisce agli equinozi,
le linee che collegano le due curve di declinazione
si riferiscono alle ore del giorno, che solitamente
sono anche indicate con i numeri corrispondenti, ma
che sulla meridiana brindina non risultano essere più
leggibili, così come i segni zodiacali del capricorno,
della bilancia, del cancro e dell'ariete che indicavano
l'inizio di ogni singola stagione. Sembra essere scomparso
anche lo stemma cittadino e la scritta “Ora
dell'Etna - Europa Centrale”.
Sulla meridiana di Brindisi vi sono inoltre due linee
orarie che si congiungono con delle curve (dette lemniscate),
formando insieme quasi degli “otto” allungati,
essi servono alla correzione del tempo medio (cioè
da rendere costante per rimediare alle irregolarità
del tempo vero solare).
Il “motto”,
la tipica frase che accompagna solitamente una meridiana,
qui è riportato sull'epigrafe posta subito sotto
l'orologio, che cita “SALVE
A CHI ARRIVA SALVE A CHI RIPARTE FERREI CETACEI AQUILE
DI GUERRA L'ORA VI DO CON VECCHIA SCIENZA ED ARTE”,
un giusto riferimento alle tante navi da guerra presenti
all'epoca nel porto di Brindisi, base militare di primaria
importanza in entrambi i conflitti mondiali, e che magari
utilizzavano proprio questo quadrante solare per dare
avvio alle proprie operazioni.
In origine la meridiana
di Brindisi era strutturata nel seguente modo:
In alto c'era la data di costruzione M C M X V I I
Immediatamente sotto un motto in latino: TOTIUS ORBIS
TERTIO CONFLICTIONIS ANNO
quindi a seguire il motto oggi riportato sull'epigrafe.
Poi, sotto l'attacco dello gnomone (quello che produce
l'ombra) c'era scritto:
SOLI SOLI SOLI e un'indicazione di ore, disposte a semicerchio
in numeri romani.
Seguiva il diagramma con le linee delle ore (segmenti
e curve ad otto) e del calendario (due curve ed un segmento):
c'erano poi, per il calendario, i segni zodiacali che
il Sole attraversa durante l'anno: il Capricorno, la
Bilancia, il Cancro e l'Ariete.
Le ore 11 e 12 non erano indicate da un segmento, come
le altre ore, ma da una curva a forma di "otto"
allungato detta "analemma o lemniscata". ed
era su queste due curve che si aveva la lettura dell'ora
civile (12) e dell'ora legale (11).
Alla sinistra in basso c'era poi lo stemma della città
di Brindisi e un'altra scritta:
O R A dell' E T N A - Europa Centrale e a destra in
basso la firma olografa dell'autore: Cap. E. A. d'Albertis.
Immagine originale della Meridiana
di Brindisi (Giuseppe Prof. Litta)
Non era quindi un semplice
orologio solare, ma molto di più: era un calendario
perpetuo a Sole. Forniva l'ora solare locale riferita
al meridiano dell'Italia. Forniva il "clock"
di segnale orario civile e legale sulle ore 11 e 12.
Era anche un'originale e funzionale decorazione per
una costruzione importante quale una Capitaneria di
porto sempre a contatto con naviganti e popoli di ogni
nazione.
A Brindisi sono presenti
altre due interessanti meridiane di recente realizzazione,
opere dell’appassionato ed esperto Mimmo
Catalano (autore di un volumetto ricco di regole
e formule per la costruzione di orologi solari), la
prima, datata 2007, è sulla facciata di una casa
privata al rione Casale nei pressi dell’ITT ”G.
Giorgi”, l’altra è sulla facciata
principale della scuola primaria di via Mantegna, al
rione Sant'Elia, inaugurata nel 2015.
Si ringrazia il
prof. G. Litta per il contriibuto fornito
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